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GIUSTIZIALISMO

Ostaggi delle toghe: Toti e Ventola in sospeso

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La campagna elettorale entra nel vivo. Ma sia Toti in Liguria che Ventola in Puglia sono "sulla graticola", mentre i magistrati tengono i loro casi in sospeso sino all'ultimo.

Politica 20_05_2024
Toti (Imago Economica)

La campagna elettorale entra nella settimana decisiva perché sta per scattare il silenzio sui sondaggi e le forze politiche si preparano al rush finale. Si voterà sabato 8 e domenica 9 giugno sia per le europee che per le regionali in Piemonte e per le amministrative in tantissimi comuni.

Le polemiche sui duelli in tv hanno contribuito ad alimentare uno scontro che è su temi esclusivamente nazionali e non tocca minimamente l’Europa, grande assente nel dibattito pre-elettorale.

A contribuire a “nazionalizzare” ulteriormente la propaganda di queste settimane sono i giudici, con le loro inchieste. Un mese fa sembrava che nei guai potessero finire i leader della sinistra pugliese, dal governatore Michele Emiliano al sindaco uscente di Bari, Antonio Decaro fino ad arrivare ad alcuni amministratori di piccoli comuni del barese accusati di voto di scambio. Ora che si avvicina l’appuntamento con le urne, come per incanto ad essere nel mirino delle toghe sono soprattutto o soltanto esponenti del centrodestra. Sarà un caso?

Partiamo dal caso Toti. Sui giornali sta uscendo di tutto, ma si tratta di elementi sui quali occorre anzitutto ascoltare cosa ha da dire il principale indiziato, vale a dire il governatore ligure Giovanni Toti. Lui ha chiesto di essere interrogato, ma i giudici prendono tempo, anche per tenerlo sulla graticola e poter continuare a infangarlo con la pubblicazione di intercettazioni tutte da chiarire e spesso decontestualizzate, quindi opinabili. Chi indaga preferisce setacciare telefonini e dispositivi elettronici sequestrati al Presidente della Regione Liguria, che è ai domiciliari da dieci giorni per corruzione. Peraltro la misura cautelare è stata adottata per il pericolo di reiterazione del reato, ma l’ordinanza, secondo giuristi che se ne intendono, dovrebbe essere annullata perché non ci sono gli elementi per tenere Toti ai domiciliari.

Intanto, però, con una consulenza tecnica irripetibile verrà effettuata nelle prossime ore la copia del contenuto, per essere poi esaminato, di quei dispositivi. L'accertamento tecnico, al quale parteciperanno le difese, potrebbe essere disposto già oggi. I legali degli indagati potranno nominare loro esperti i quali parteciperanno alle operazioni. Anche per questo passaggio tecnico i tempi per l'interrogatorio del governatore si potrebbero allungare. La copia forense di smartphone, pc e tablet, serve agli inquirenti per cercare eventuali altri elementi utili per corroborare l'ipotesi accusatoria. Toti chiede di essere interrogato per chiarire, ma i giudici gli replicano che se vuole può mandare una memoria scritta. Intanto il tritacarne mediatico prosegue la sua azione massacratrice.

Altro fronte caldo quello pugliese. Francesco Ventola, capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale pugliese e candidato alle europee insieme alla capolista Giorgia Meloni nella circoscrizione Sud, è indagato dalla procura di Trani per associazione a delinquere e corruzione elettorale. La notizia è stata resa nota sabato dall’ex assessore regionale del Ccd della giunta di Raffaele Fitto nei primi anni Duemila (oggi in +Europa), Andrea Silvestri. Insieme al consigliere regionale sarebbero coinvolte altre otto persone.

Sia Ventola che Silvestri sono residenti a Canosa e sembra che la questione sia maturata per vicende comunali. Ventola ha spiegato di aver ricevuto a febbraio un avviso di proroga delle indagini e che l’inchiesta sarebbe stata aperta dalla Procura di Trani ”come atto dovuto” su “denuncia dell’entourage dello stesso Silvestri“. «Rilevo – ha detto Ventola– che per la seconda volta Andrea Silvestri ha tenuto una conferenza stampa con l’intento di gettare fango, in modo calunnioso, sulla mia persona e sull’amministrazione comunale di Canosa. Infatti già qualche mese fa convocò una conferenza stampa con lo scopo di dare pubblicità all’inchiesta, innescata dal suo entourage. Abbiamo denunciato Silvestri – ha riferito Ventola – per quelle dichiarazioni calunniose e false e vagliamo ora attentamente anche le più recenti propalazioni, per riservare loro analogo trattamento giudiziario». Il capogruppo di Fratelli d’Italia chiarisce altresì che Silvestri «è un politico il cui curriculum giudiziario va dall’associazione per delinquere, al peculato, alla falsità materiale, alla falsità ideologica, alla truffa, reati per i quali è stato arrestato e, per alcuni capi di imputazione, anche condannato».

Si tratta di vicende torbide e dai contorni indefiniti, che magari si ridimensioneranno dopo l’8 e 9 giugno, ma che intanto rischiano di inquinare l’esercizio del diritto di voto da parte di milioni di elettori. Ecco perché ci vorrebbe forse una sorta di moratoria delle iniziative giudiziarie durante le campagne elettorali, soprattutto quando non esistono elementi lapalissiani per condannare qualcuno. Le chiacchiere sulle carte giudiziarie possono rivelarsi distorsive e alimentare una gogna mediatica che falsa il risultato delle urne. In altre parole, se certa magistratura non riesce a vincere la tentazione di scendere in campo per influenzare le scelte di voto, le regole dovrebbero impedirglielo.