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La proposta

Opzione Patrizio, la rinascita passa dall’annuncio di Cristo

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In un Occidente che sta cadendo in nuove forme di paganesimo, non basta proteggersi dalla cultura dominante. Serve imitare san Patrizio, che convertì l’Irlanda pagana trasformandola in un’isola di santi con una fiorente civiltà.

Editoriali 17_03_2025 English Español

Il 17 marzo si festeggia in tutta la Chiesa cattolica san Patrizio, l’evangelizzatore dell’Irlanda. Questa festa è celebrata in molte parti del mondo, dal momento che la diaspora irlandese degli ultimi due secoli, dovuta soprattutto nell’Ottocento alla terribile miseria causata dallo sfruttamento coloniale britannico, fece sì che i migranti irlandesi portassero con sé la loro granitica fede cattolica. Una fede trasmessa nel corso dei secoli, passando anche attraverso terribili persecuzioni. All’origine c’era l’annuncio di Cristo fatto da san Patrizio nel V secolo, che convertì quest’isola di fieri guerrieri e ne fece un’isola di santi.

Oggi Patrizio, la sua vicenda, la sua testimonianza, è più che mai attuale. Addirittura si potrebbe parlare di una “Opzione Patrizio” per il mondo occidentale secolarizzato di oggi. Le ideologie dominanti, in particolare quella woke e della cancel culture, stanno orientando la società verso forme di neopaganesimo. Abbandonate le teorie dell’ateismo e dell’agnosticismo classici, nella pratica stanno riemergendo suggestioni del paganesimo antico, pre-cristiano, con tutto il suo corredo di culto degli idoli, di superstizioni, riti anche oscuri e inquietanti.

Il neopaganesimo cerca di sradicare il cristianesimo ripristinando gli orrori pagani e appunto gli idoli e la superstizione. La tecnologia moderna non fa che incrementare la diffusione del neopaganesimo, aumentandone la portata. Sta entrando in scena anche una forma di paganesimo high-tech, soprattutto con l'introduzione dell'intelligenza artificiale e un suo cattivo uso.

Una crisi che è necessario affrontare, cercando una nuova prospettiva di presenza cristiana nel mondo. Negli anni scorsi si è parlato molto della cosiddetta “Opzione Benedetto”, lanciata dall’intellettuale americano Rod Dreher, e che suscitò un certo interesse nel mondo cattolico. Un’opzione che, in sintesi, propone una sorta di “ritiro dal mondo” sull’esempio delle comunità monastiche fondate da san Benedetto da Norcia; una sorta di società parallela. Tuttavia, il fatto di proteggersi dalla cultura dominante, come propone l'Opzione Benedetto, non è in sé sufficiente. I cristiani hanno il dovere di fare molto di più.

Vorremmo dunque lanciare la nostra modesta proposta, quella di una Opzione Patrizio. Nel V secolo questo missionario, nato in Britannia, si recò in Irlanda, un’isola dove nemmeno le legioni romane erano mai sbarcate, un’isola di fieri guerrieri anch’essi, ovviamente, pagani tanto quanto i germani. Patrizio riuscì a evangelizzare l’Irlanda e a far nascere una straordinaria civiltà. I primi due secoli dell’Irlanda cristiana possono essere definiti come l’epoca dei santi: una vera e propria età dell’oro del cristianesimo irlandese. L’Irlanda vide in poco tempo nascere e svilupparsi una civiltà cristiana del tutto originale.

Patrizio aveva parlato e predicato nell’antica lingua celtica, aveva studiato i costumi e gli usi irlandesi, aveva saputo far leva sulle credenze esistenti per trasfigurarle. L’attività della Chiesa in Irlanda non si tradusse in una mera distruzione dei riti pagani e dei costumi ancestrali, ma in una loro assimilazione, purificazione e trasformazione. Patrizio abolì presso gli irlandesi, quando divennero cristiani, quei riti profani che erano un omaggio al demonio, mentre valorizzò l’arte e la cultura celtica precristiana.

Una delle grandi novità introdotte dall’evangelizzazione in Irlanda fu l’adozione dell’alfabeto latino, che permise agli irlandesi di intensificare l’uso letterario della loro lingua, componendo poesie, commentando i testi religiosi, sviluppando gli antichi cicli epici, a lungo tramandati solo per via orale,

La letteratura gaelica divenne così, dopo la letteratura greca e quella latina, la più antica d’Europa, espressione di quella società di uomini colti in cui la Chiesa si era inserita: uomini educati nell’accurata recitazione degli insegnamenti orali. Il clero irlandese continuò ad usufruire di questa cultura tradizionale, derivata senza contaminazioni da quella degli antichi celti, affiancando ad essa uno studio accurato e appassionato delle Sacre Scritture, come testimoniato da certi manoscritti dell’VIII secolo, in cui i monaci chiosavano e commentavano i testi ecclesiastici latini nella lingua del popolo e mettendo la loro erudizione a servizio di esso.

Questo aspetto di creatività del cristianesimo irlandese ha colpito anche gli studiosi più prestigiosi del Medioevo, come lo storico Jacques Le Goff, che scrisse: «Senza dar vita a delle chiese nazionali, il cristianesimo celtico, ed in particolare quello irlandese, si contraddistinse per la sua marcata originalità. Gli aspetti più appariscenti di tale originalità furono indubbiamente la ricchezza di iniziative missionarie e l’eccezionale produzione artistica».

La Chiesa irlandese fondata da Patrizio attraversò i secoli, e resistette alle invasioni vichinghe, così come alle terribili persecuzioni attuate dagli inglesi dopo lo scisma di Enrico VIII. Patrizio fondò la Chiesa irlandese mentre l’Impero Romano crollava. Non si preoccupò di puntellare istituzioni decadenti, ma si impegnò per costruire una nuova civiltà fondata sul cristianesimo, e trasformò i barbari pagani in monaci, studiosi, cavalieri. Per tutto questo, varrebbe davvero la pena tentare con coraggio una Opzione Patrizio.

Parlare di Opzione Patrizio significa dunque sottolineare il ruolo missionario, di testimonianza, che la Chiesa deve avere. Una testimonianza da attuare certamente in un contesto diverso da quello in cui si mosse l'apostolo dell'Irlanda: egli andò incontro a pagani in cerca di verità, che accolsero con entusiasmo l’annuncio di Cristo, mentre oggi viviamo in una società che ha conosciuto Cristo, ma lo ha respinto. Come Patrizio, dobbiamo tuttavia ripartire dall'Annuncio, dalla proposta della verità cristiana senza se e senza ma, e allo stesso modo cercare di cogliere il buono che sussiste, secondo il metodo di san Paolo, «vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono», cercando di essere nel mondo senza essere del mondo. Un metodo impegnativo, ma che può portare a straordinari frutti.