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IMMIGRAZIONE

Open Arms e Salvini, le verità negate da Avvenire

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Un editoriale del quotidiano della CEI a commento della sentenza di assoluzione del vice-presidente del Consiglio lancia un duro attacco contro il governo sul tema dell'immigrazione, rispolverando luoghi comuni e menzogne su Open Arms e migranti illegali.

Editoriali 23_12_2024

Quello che l’editoriale del quotidiano della CEI, Avvenire, ha lanciato il 21 dicembre è un attacco al governo italiano, che accusa di una serie di promesse non mantenute, e al vice presidente del Consiglio Matteo Salvini, ma soprattutto è un attacco alla verità, nonostante il titolo: “Salvini assolto, ma c’è una verità da rispettare”.

«I porti non si possono chiudere – esordisce Danilo Paolini – perché la garanzia di un approdo sulla terra ferma è qualcosa che ha a che fare con il diritto umanitario universalmente riconosciuto, con l’incolumità e la sicurezza di vite». La prima verità è che invece le navi nei porti, come gli aerei negli aeroporti, entrano solo previa autorizzazione, che può essere concessa oppure negata. La seconda verità è che il diritto umanitario è indiscutibile, ma non riguarda il caso della Open Arms e dei suoi passeggeri, la cui incolumità e sicurezza non sono mai state in pericolo. Erano a bordo di una buona imbarcazione, sicura, costantemente monitorata ed erano bene assistiti. Alcuni che accusarono problemi di salute poterono lasciare la nave per ricevere le cure necessarie, altri furono fatti sbarcare perché risultavano essere minorenni: in tutto 64.
La terza verità è che il comandante della Open Arms rifiutò qualsiasi alternativa, persino quelle offerte dalla Spagna, Stato di bandiera della nave, che gli aveva proposto di dirigersi verso il porto spagnolo di Algeciras o verso un altro porto nelle isole Baleari e che in alternativa era disposta a trasbordare i passeggeri su un’altra nave spagnola.

La quarta verità è che la Open Arms doveva approdare in Italia, non a Malta, non in Tunisia e nemmeno in Spagna perché il nostro Paese era la destinazione scelta dagli emigranti irregolari, privi di documenti, che aveva a bordo e che per questo, per arrivare in Italia, avevano pagato a una delle tante organizzazioni criminali che gestiscono i viaggi illegali dall’Africa e dall’Asia verso l’Europa migliaia di dollari, anche più di 10mila se provenivano dal Bangladesh o da altri Paesi molto lontani. Se così non fosse, se gli emigranti fossero stati disposti a sbarcare in un qualsiasi porto sicuro, allora l’accusa di sequestro di persona andrebbe rivolta ai responsabili della Open Arms che, come ha affermato l’avvocato difensore del ministro Salvini, Giulia Bongiorno, «bighellonava in mezzo al mare» impedendo loro di sbarcare come avrebbero potuto.

È convinto – dice del ministro Salvini Avvenire – di avere in questo modo «fermato l’immigrazione di massa, ridotto i morti in mare e difeso la Patria». Ne è convinto perché è la verità (la quinta). Negli anni in cui è stato ministro dell’Interno gli sbarchi sono diminuiti drasticamente: 23.037 nel 2018 e 11.471 nel 2019, mentre prima erano sempre stati molto più che centomila (addirittura 181mila nel 2016) e poi hanno ripreso a crescere. Nel 2019 il numero di emigranti morti nel Mediterraneo, 1.510, è stato di gran lunga il più basso mai registrato.

Quanto a difendere la Patria, a quanto pare secondo il quotidiano della Cei farlo è lecito solo se è minacciata «da un invasore in armi» e quelli che arrivano invece sono «bambini, donne e uomini senza armi e senza niente, che rischiano la vita per disperazione, attraversando un mare che può ucciderli (…) perché scappano da guerre, miseria, catastrofi, persecuzioni». Tutti gli Stati del mondo, a tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza nazionale controllano i loro confini – perché solo l’Italia non dovrebbe? –, prova ne sia che esiste la Convenzione di Ginevra che fa eccezione per chi chiede asilo, i profughi. Ma, ennesima verità negata, solo una esigua percentuale di emigranti illegali diretti verso l’Italia, e l’Europa, sono in fuga da guerre, catastrofi, persecuzioni e, dato il costo elevato dei viaggi, praticamente nessuno dalla miseria. Lo provano l’elevato numero di richieste di asilo respinte dopo attento e scrupoloso vaglio e l’elenco dei Paesi di provenienza, gran parte dei quali fortunatamente non sono afflitti da guerre, persecuzioni e catastrofi. L’Italia nei mesi scorsi ne ha individuati 19, ma sono molti di più.

Per inermi che siano, bambini, donne e uomini non dovrebbero viaggiare illegalmente e poi, mentendo, chiedere asilo. Ma ecco ancora una verità dissimulata: arrivano quasi solo uomini giovani, le donne sono poche, meno del 15%, e meno ancora i bambini. Per il bene di questi ultimi, a questo proposito, meglio sarebbe battersi finalmente perché fosse punito con estrema severità chiunque sia responsabile di metterne a rischio la vita, soprattutto se, come nel recente caso della piccola Yasmine, si consente o si impone loro di imbarcarsi da soli, affidati e alla mercé di estranei.

«Ci accingiamo – aggiunge l’editoriale – a festeggiare un Bimbo nato in una stalla ‘perché non c’era posto per loro nell’albergo’». Ultima verità: Maria e Giuseppe non sono stati discriminati, respinti, cacciati, non c’era più posto né per loro né per nessuno, gli alberghi e le locande erano semplicemente al completo. «Quel Bambino, divenuto Uomo – conclude – avrebbe poi indicato nello straniero un essere umano da accogliere». “Quel Bambino” ha fatto ben altro. Ci ha insegnato a considerare ogni persona “prossimo” e ad amarla come noi stessi. Recepita pienamente finora solo dalla civiltà occidentale, è la più grande rivoluzione nella storia umana, dalla quale è scaturito il principio che esistono diritti inerenti alla persona, quindi universali e inviolabili. Questo con le persone che viaggiano senza documenti non ha proprio nulla a che vedere.

 



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