Oltre a Ebola, in Congo uccide anche il morbillo
L’epidemia di morbillo scoppiata in Congo a inizio anno ha già ucciso più di 1.500 persone, per lo più bambini. Per fermarla occorre vaccinare almeno il 95% della popolazione
Il 12 giugno in Uganda un bambino è morto di Ebola. Il giorno successivo anche sua nonna è deceduta. Sono le prime due vittime di Ebola nel paese. Entrambi erano stati nella Repubblica democratica del Congo dove l’epidemia è scoppiata nell’agosto del 2018. Sembra che abbiano contratto il virus da un parente morto a sua volta. L’Oms il 14 giugno dovrebbe decidere se dichiarare l’epidemia emergenza sanitaria internazionale. Intanto un nuovo allarme sanitario richiede l’intervento internazionale. Nel Congo infatti è scoppiata anche una epidemia di morbillo. Lo ha dichiarato il ministro della sanità il 10 giugno. Dall’inizio dell’anno sono stati registrati 87.000 casi e sono morte più di 1.500 persone, per la maggior parte bambini di età inferiore a cinque anni. Ad aprile erano stati vaccinati più di due milioni di bambini. Tuttavia adesso l’epidemia si è estesa a 23 province su 26, sia in aree rurali che urbane. Nei prossimi giorni inizierà una nuova campagna di vaccinazioni che dovrebbe raggiungere 1,4 milioni di persone. Inoltre è in corso una raccolta di fondi per organizzare una campagna di vaccinazione preventiva per cercare di evitare che il virus si estenda a territori in cui per ora non è presente. Secondo Medici senza frontiere l’attuale epidemia di morbillo rischia di essere la più mortale da quando la malattia è ricomparsa in Congo nel 2011-2012. I casi di morbillo sono aumentati di oltre il 700 per cento nei primi quattro mesi e mezzo del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018. Per fermare l’epidemia e prevenirne di nuove in futuro bisognerebbe riuscire a vaccinare almeno il 95% della popolazione.