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PIANI INCLINATI

Olanda: l'eutanasia ai bambini voluta da un "cristiano"

Il ministro della Salute olandese Hugo de Jonge, del partito d’ispirazione cristiana Cda, ha detto: «C’è bisogno di un’interruzione di vita intenzionale» concordata «tra medici e genitori» al fine di venire in soccorso di «un piccolo gruppo di bambini malati terminali che soffrono senza speranza». È la conseguenza di una diga forata da tempo, ma anche in Italia ora si può uccidere così.

Editoriali 17_10_2020

Purtroppo è andato tutto come previsto. Se approvi una legge che consente l’eutanasia per adolescenti e adulti prima o poi l’eutanasia verrà praticata anche sui bambini.

È ciò che è accaduto in Belgio dove da anni è legittima l’eutanasia dai zero anni in su ed è ciò che è accaduto nei Paesi Bassi dove giovedì scorso il Parlamento ha approvato una modifica alla legge vigente sulla eutanasia permettendo di uccidere, con il permesso dei genitori, i piccoli pazienti terminali dai 12 anni in giù, già essendo permesso di terminarli se hanno un anno di età e se avevano più di 12 anni.

Guarda un po’ la proposta è venuta da un sedicente cristiano (davvero è valido quel proverbio che recita: «Dagli amici mi guardi Dio, che dai nemici mi guardo io»), trattasi del ministro della Salute olandese Hugo de Jonge, esponente del partito d’ispirazione cristiana Cda (Appello Cristiano-Democratico). La pelosa motivazione addotta da de Jonge è la seguente: «C’è bisogno di un’interruzione di vita intenzionale» concordata «tra medici e genitori» al fine di venire in soccorso di «un piccolo gruppo di bambini malati terminali che soffrono senza speranza e in modo insopportabile». Secondo de Jonge siamo intorno ai 5-10 casi all’anno. I criteri per uccidere questi innocenti sono i soliti: nessuna prospettiva di guarigione o di cura efficace, sofferenza intollerabile, malattia terminale. Non pensiamo che simili aberrazioni siano esclusiva dei popoli barbari del Nord perché anche da noi è possibile sottoporre ad eutanasia i bambini, senza limiti di età, sin dal 2017, anno di approvazione della legge 219. Tra l’altro senza neppure quei vincoli formali previsti dalla normativa olandese.

Torniamo nella terra dei papaveri e crisantemi. Le porte dell’obitorio si sono aperte anche per i bambini perché si sono attuate, tra le altre, tre strategie usuali nel mondo pro-choice. La prima è quella famosa del piano inclinato o della finestra di Overton: basta imprimere una leggera spinta ad una biglia posta alla sommità di un piano inclinato e questa, scendendo, acquisterà sempre più velocità. Varata una norma che legittima l’eutanasia solo per gli adulti e per pochi e ben specifici motivi, ecco che la biglia prende velocità e in giro di pochi anni i canditati alla “dolce morte” saranno quelli che avranno ancora il ciucio in bocca. La seconda tattica mortifera è quella del caso pietoso. Chi potrebbe non intenerirsi di fronte alla sofferenza di piccoli innocenti? Negare a costoro una “morte dignitosa” sarebbe da insensibili, sarebbe augurare ai genitori che i loro figli soffrissero le pene dell’Inferno fino alla morte. Terzo stratagemma: l’eccezione. Per casi eccezionali e quindi residuali – 5-10 l’anno – occorre una normativa altrettanto eccezionale e speciale.

Non preoccupatevi, pare che vogliano dire i proponenti di questa nuova normativa, la legge verrà applicata solo a questi casi fuori dall’ordinario. L’esperienza invece ahinoi ci conforta nel dire che laddove introduci una eccezione, quella eccezione diventa norma, prassi. Una prova viene proprio dai Paesi Bassi. La legge olandese sull’eutanasia è in vigore dal 2002. Lo scorso anno il 4% di tutte le morti è stata provocata da una pratica eutanasica, ossia 6.361 persone. Nell8% dei casi la persona uccisa non era paziente terminale, bensì malato psichico o semplicemente depresso.

Abbiamo scritto per errore «persona uccisa». Ci scusiamo e correggiamo traducendo correttamente secondo quanto riportato dal Dizionario Sincero-Viscido: persona che ha subito «una interruzione di vita intenzionale».