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IL RITRATTO

Oggi sarà santo Joseph Vaz, l'apostolo dello Sri Lanka

Oggi viene canonizzato da papa Francesco il Beato Joseph Vaz, indiano della regione di Goa arrivato nell'isola alla fine del XVII secolo in un momento di gravi persecuzioni. Ma una preghiera esaudita gli valse la fiducia del sovrano buddista, che lo lasciò libero di predicare il Vangelo.

Ecclesia 14_01_2015
Il santo Joseph Vaz

Oggi 15 gennaio Papa Francesco canonizzerà il Beato Joseph Vaz durante la sua visita proprio in Sri Lanka, il paese che ha beneficiato dello zelo apostolico del Santo. Fu il primo indiano ad essere innalzato sugli altari, il 21 gennaio 1995, da San Giovanni Paolo II, sempre in Sri Lanka. Non che fosse l'unico meritorio, ma le distanze geografiche e culturali avevano il loro peso in passato più che nella recente stagione della storia della Chiesa. Morì a Kandy, sulle montagne centrali del paese, il 16 gennaio 1711, venerato dalla gente – e non solo dai cattolici.

La sua vita ebbe però inizio il 21 aprile 1651 nella regione Goa, sulla costa occidentale del sud dell'India. La sua famiglia diede a Dio praticamente tutti i suoi discendenti maschi, un segnale della loro dedizione familiare a Dio. Fu ordinato sacerdote nel 1676. Il suo zelo attirò presto l'attenzione della gente e dei superiori. Venne presto a conoscenza delle condizioni difficili dei cattolici in Sri Lanka, ma le autorità diocesane lo assegnarono alla missione del Kanara, non lontano da Goa. Fino al 1684 lavorò per rappacificare e consolidare la missione, con notevole successo.

Rientrato a Goa, sentì il desiderio di praticare la vita religiosa, e con alcuni compagni fondò una comunità che seguiva il modello dell'Oratorio di San Filippo Neri. La nuova comunità fiorì velocemente. Nel 1686 Joseph Vaz comprese che i tempi erano maturi perché lui seguisse la sua attrazione verso l'isola dello Sri Lanka. Sapeva bene che i sacerdoti cattolici che fossero stati scoperti potevano essere giustiziati. Partì con un giovane che gli fu vicino fino alla morte, ambedue in sembianze di mendicanti. Approdò nel nord dell'isola, a Jaffna.

Occorreva muoversi con prudenza, ma riuscì ad entrare in contatto con le famiglie cattoliche della zona ed a ravvivare la loro fede tramite i Sacramenti. Fu la corona del rosario a far riconoscere ai cattolici che quei due erano più che mendicanti. Il rifiorire della comunità non tardò ad attirare l'attenzione delle autorità, ed il missionario dovette cercare rifugio a Kandy, capitale del regno centrale dell'isola, il solo che non fosse caduto sotto il controllo politico olandese.

Ebbe salva la vita, ma fu imprigionato. Il sovrano, buddista, fu tuttavia impressionato positivamente dalla sua spiritualità genuina, e l'occasione propizia fu offerta da un periodo di particolare siccità. A padre Vaz fu richiesto, come ai monaci buddisti, di pregare per il dono della pioggia, e la sua preghiera fu esaudita in modo così veloce ed abbondante da meritargli stima e libertà di azione.

Così la missione poté continuare a Kandy, da dove San Joseph ed i suoi compagni (che in seguito lo raggiunsero dall'India) potevano spingersi in altre località. La loro opera fece in modo che il cattolicesimo in Sri Lanka si ritrovasse confermato nella sua verità ed autenticità, nonostante il perdurare della persecuzione. Prima della morte di San Joseph la Chiesa era rafforzata in tutto il paese, raggiungendo quasi centomila fedeli.

Restano molti luoghi in cui i fedeli attuali si richiamano a San Joseph Vaz: luoghi in cui avrebbe predicato, chiese e cappelle di cui avrebbe iniziato o ordinato la costruzione, o altri eventi della sua avventurosa missione. La sua memoria è alquanto viva. Ebbe la sapienza di predicare il Vangelo con grande sacrificio e rischio personale, attraverso una vita povera, semplice e dedicata a Dio. Fosse arrivato con potenza e ricchezza, avrebbe probabilmente incontrato il sospetto e l'indifferenza della popolazione. Ma ogni riforma della Chiesa non è passata forse per questa strada?

Si premurò che la preghiera ed il catechismo fossero messi a disposizione della gente nelle due lingue locali, il tamil ed il singalese. Lui stesso le usava correntemente. I sacerdoti erano pochi, ma istituì responsabili laici in ogni villaggio, che si curavano della trasmissione della fede e guidavano la comunità locale. A tutt'oggi, la Chiesa dello Sri Lanka può vantare un laicato vivace e sincero. Pur sapendo che San Joseph Vaz morì e fu sepolto a Kandy, non si conosce l'ubicazione precisa della sua sepoltura.