Obama alle corde dopo la strage dell'ospedale
Barack Obama aveva appena pronunciato parole dure per criticare i raid aerei russi sui jihadisti in Siria definiti «un disastro» che «rischia di provocare un’escalation militare in Siria», quando è giunta la notizia da Kunduz City. I caccia Usa hanno distrutto un ospedale provocando almeno 22 morti e decine di feriti.
Barack Obama aveva appena pronunciato parole dure per criticare i raid aerei russi sui jihadisti in Siria definiti «un disastro» che «rischia di provocare un’escalation militare in Siria». Il Premio Nobel per la pace aveva da poco evidenziato come «la coalizione di Putin è con l'Iran e con Assad, mentre il resto del mondo è nella coalizione con gli Stati Uniti» accusando il regime siriano di usare «armi micidiali come i barili-bomba contro il suo popolo» quando è giunta la notizia da Kunduz City. Nel capoluogo dell’omonima provincia settentrionale dell’Afghanistan, teatro di apri scontri tra talebani e forze governative appoggiate da truppe alleate, i jet statunitensi hanno distrutto un ospedale gestito da Medici senza frontiere provocando almeno 22 moti, decine di feriti e mettendo fuori uso la struttura ospedaliera, abbandonata ieri dai sanitari dell’organizzazione internazionale.
Msf ha fatto sapere di avere informato i comandi alleati (che conoscono la posizione gps dell’ospedale) che i loro attacchi aerei stavano colpendo l’edificio mai raid sono continuati per altri 30 minuti. Le autorità afghane avevano segnalato la presenza di una venina di insorti dentro l’ospedale, circostanza negata da Msf che chiede venga aperta un’inchiesta. Non è la prima volta che i jet americani e i loro alleati colpiscono per errore obiettivi civili anche se da molti mesi le forze Nato intervengono solo su richiesta delle autorità di Kabul. Il comando dell’operazione della Nato “Resolute Support” ha fatto sapere che i risultati dell’inchiesta in corso saranno noti tra pochi giorni ma è prassi comune tra i movimenti insurrezionali islamici (talebani, Hamas, Hezbollah….) posizionare i miliziani nei pressi di obiettivi civili per rendere più ardua e rischiosa la risposta armata degli avversari.
Sul piano politico pare tragicamente ironico che la Casa Bianca processi l’intervento russo in Siria che colpisce lo Stato Islamico, i qaedisti del Fronte al-Nusra e4 altri gruppi di ribelli (inclusi forse quelli armati da Washington) mentre i jet a stelle e strisce uccidono medici, infermieri e pazienti in un ospedale. Sulla strada del ridicolo cammina speditamente anche il presidente turco Recep Tayyp Erdogan per il quale i raid russi in Siria sono «inaccettabili», avvertendo Mosca che corre il rischio di diventare «una presenza ostile nella regione». Ankara teme che la presenza russa le impedisca di continuare a bombardare i curdi e di costituire quella zona cuscinetto nel nord della Siria che consentirebbe ai turchi di spezzare la continuità dei territori curdi e di sbarazzarsi dei profughi siriani.
Su posizioni opposte l’Egitto di Abdel Fattah al-Sisi. Il Cairo valuta che i «raid dei jet di Mosca possano infliggere un colpo fatale all’Isis.e avrà l'effetto di sradicare il terrorismo in Siria" ha detto il ministro degli Esteri, Sameh Shoukry. L’approvazione egiziana conferma il timore di Obama per la nascita di una Coalizione diversa, che faccia davvero la guerra a Isis, al-Qaeda e gruppi jihadisti invece di sostenerli o fingere di combatterli come hanno fatto finora arabi, turchi e occidentali. A cantare il “de profundis” all’ambigua strategia di Washington ha provveduto ieri il New York Times che denuncia una spesa di miliardi di dollari per campagne di addestramento militari a sostegno delle forze di sicurezza locali che i sono rivelate “fallimentari”. «Con allarmante frequenza, negli ultimi anni, migliaia di forze di sicurezza addestrate dagli Usa in Medio Oriente, Nord Africa e in Asia meridionale sono crollate, o sono in fase di stallo, mettendo in discussione l'efficacia delle decine di miliardi di dollari spesi in programmi di addestramento militare, oltre all'approccio dell'amministrazione Obama per la lotta contro le insurrezioni» fa notare il Nyt.
«Nella provincia di Anbar, in Iraq, una delle roccaforti dell'Isis, esercito e polizia addestrati dal Pentagono hanno a malapena impegnato le proprie forze, mentre diverse migliaia di forze governative sostenute dagli americani sono state costrette a ritirarsi dalla provincia afghana di Kunduz dopo l'attacco di diverse centinaia di combattenti talebani. E in Siria, i 500 milioni di dollari spesi per il programma di addestramento dei ribelli locali contro lo Stato islamico è emerso solo un piccolo gruppo», sottolinea il quotidiano aggiungendo che «senza i consiglieri americani, molte forze locali hanno più volte dimostrato l'incapacità di combattere». Non a caso il presidente afghano Ashraf Ghani ha già chiesto a Stati Uniti e Nato di restare ancora nel Paese invece di completare l’anno prossimo il previsto ritiro.