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Induismo

Nuove accuse contro i cristiani in India

Due organizzazioni induiste hanno denunciato quattro persone, una delle quali è un pastore, sostenendo che estorcono conversioni in cambio di denaro e doni

 

 

Altri quattro cristiani sono stati arrestati in India con l’accusa di aver violato la legge anti conversione che proibisce di convertire a forza o con l’inganno. La legge, giusta in sé, tuttavia ha per unico scopo di ostacolare la conversione dall’induismo ad altre religioni e di perseguitare con false accuse cristiani, musulmani e altre minoranze religiose. Vittime degli integralisti indù questa volta sono stati un Pastore e tre altre persone denunciate nell’Uttar Pradesh, a Rammanawala, un villaggio del distretto di Morabadan, il 12 luglio da due organizzazioni induiste, Vishwa Hindu Parishad e Bajrang Dal. Alcuni loro militanti hanno dichiarato di essere stati indotti a convertirsi durante un incontro organizzato da una congregazione religiosa cristiana. Hanno detto che per convincere la gente a convertirsi i quattro da loro denunciati regalano denaro, frigoriferi, televisori, biciclette, motociclette e macchine da cucire. Hanno anche affermato di sapere che chi contribuisce ad “adescare” la gente viene ricompensato con 25.000 rupie mentre il Pastore guadagna 35.000 rupie per ogni conversione. Benché nessuno si sia fatto avanti per confermare di essersi convertito e aver ricevuto in cambio denaro o doni o, a parte i militanti delle due organizzazioni induiste, di essere stato tentato a farlo e benché appaia inverosimile che degli estranei possano sapere quanto guadagnano i presunti procacciatori di conversioni, Rajesh Kumar, il comandante della stazione di polizia  alla quale si sono gli induisti si sono rivolti, ha detto che il 13 luglio è stato registrato un rapporto informativo, ovvero una denuncia, in merito ai reati di insulto, intimidazione criminale e conversione illegale. Raggiunto dall’agenzia di stampa AsiaNews, monsignor GeraldMathias, vescovo di Lucknow, ha commentato: “il numero di attacchi ai cristiani e ai loro raduni per le funzioni di culto è in aumento. La comunità cristiana non può professare, praticare e propagandare la propria fede in libertà come sancito dalla Costituzione a causa di queste interferenze, intimidazioni e atrocità”.