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Jihad

Nuova strage di cristiani in Nigeria

Almeno 16 cristiani sono stati uccisi da un gruppo di islamici Fulani che hanno attaccato il loro villaggio e vi hanno dato fuoco

16 cristiani, forse di più, sono stati uccisi in Nigeria il 2 febbraio durante un attacco Fulani a un villaggio situato nello stato sud orientale di Ebonyi. I Fulani, una etnia di fede musulmana tradizionalmente dedita alla pastorizia e residente in prevalenza nel nord del paese a maggioranza musulmana, sono da sempre in conflitto con le popolazioni dedite all’agricoltura, per lo più cristiane e animiste e concentrate nel sud. L’intolleranza religiosa aggrava l’ostilità reciproca che nasce dallo scontro per il controllo di terre e sorgenti. Non è sempre facile capire quanto contino i fattori economici, etnici e religiosi. Il fatto relativamente nuovo, rispetto al passato, è la maggiore frequenza di attacchi da parte dei Fulani, spesso meglio armati e quindi capaci di infliggere gravi perdite e danni. La maggior parte degli attacchi si verificano nella cosiddetta fascia centrale; più rari sono negli stati meridionali come Ebonyi. L’attacco del 2 febbraio segue diversi giorni di crescente tensione durante i quali i Fulani autori della strage hanno accusato gli abitanti del villaggio di aver ucciso dei loro capi di bestiame, cosa che i capi del villaggio negano. Sta di fatto che dei giovani Fulani hanno raggiunto il villaggio nelle prime ore del mattino e hanno incominciato a sparare. Poi hanno dato fuoco alle abitazioni. I cristiani uccisi appartengono al The Lord Chosen Charismatic Revival Ministry, una Chiesa del risveglio. Il governatore dello Stato, Francis Ogbonna Nwifuru, ha condannato l’attacco e ha invitato i sopravvissuti a mantenere la calma assicurando di aver dispiegato delle forze di sicurezza e di aver avviato una indagine per individuare i responsabili, a suo dire spintisi così a sud, ma residenti nella fascia centrale. Sembra invece essere stato vittima di ladri, e quindi non di intolleranza religiosa, padre Bala Galadima, presidente della Chiesa evangelica Winning All, ucciso nella notte del 10 febbraio da uomini armati che hanno fatto irruzione in casa sua, nel villaggio di Lubo, nello Stato nord orientale di Gombe. Anche in questo caso le autorità hanno invitato alla calma la popolazione. Il governatore Inuwa Yahya ha detto di aver ordinato alle forze di sicurezza di non lasciare nulla di intentato per consegnare alla giustizia i colpevoli: “voglio rassicurare i buoni cittadini del nostro Stato che il governo è fermo nel suo impegno a garantire sicurezza e protezione”. Ma è difficile crederlo perché la Nigeria è diventato uno dei paesi africani più pericolosi a causa del dilagare della criminalità comune e organizzata che opera quasi incontrastata in gran parte del territorio nazionale.