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LA SERIE

"Nudes": scatto di un'adolescenza violata

È dedicata agli adolescenti e al sempre più diffuso fenomeno della “porno vendetta” (revenge porn), la prima serie antologica italiana di successo, disponibile in streaming su RaiPlay. Racconta gli esiti drammatici della condivisione pubblica di immagini o video intimi tramite Internet, senza il consenso dei protagonisti. Ma quello che manca è la visione del vero amore e dell’amicizia profonda.

Cultura 03_05_2021

Merito anche dell’accorta regia di Laura Luchetti, impressiona e inquieta la nuova serie televisiva Nudes, disponibile su RaiPlay in dieci episodi, adattamento italiano dell’omonimo teen drama norvegese. Con uno sguardo realistico e drammatico,  ci catapulta nel vissuto di tre teenager, Vittorio, Sofia e Ada, che potremmo definire “normali”, come tanti. Improvvisamente però vengono travolti dalla loro “nudità” finita on line, tramite i loro onnipresenti social media. Ci sono le vittime, ma anche i carnefici, sempre tra loro, i nostri bravi ragazzi. E le conseguenze di gesti compiuti con superficialità e senza consapevolezza da giovani totalmente immersi  nei loro smartphone possono essere devastanti, senza che mamma e papà (in due casi su tre ci sono solo la mamma o solo il papà) si accorgano di nulla.

Questo è il primo motivo di sofferta riflessione per i genitori che guarderanno questa serie, che però non li richiama abbastanza al loro compito educativo, abbandonato da tempo per il ritmo frenetico della vita, ma soprattutto per la loro incapacità di testimonianza credibile davanti ai figli. Ma ciò che lascia sgomenti, e che accomuna tutti e tre i protagonisti della serie e molti dei loro amici, è la profonda solitudine dei giovani d’oggi qui rappresentati, in balia dei loro istinti, che li condannano a esperienze amorose mordi e fuggi e a dover spesso affrontare la realtà indifesi e angosciati. Una realtà ben descritta dalle parole della canzone di Gazzelle Un po’ come noi, brano di sottofondo della serie: “Nuda come la luna quando hai paura/mentre guardi nel vuoto, quando scatti una foto/e pensi questa notte duri poco”.

La storia del diciottenne Vittorio è raccontata come un thriller, attraverso i flash back della sua coscienza che si risveglia. Liceale  di successo, vincitore insieme con il suo gruppo di amici fedeli di un progetto sociale per la riqualificazione di una vecchia officina, ha una bella fidanzata ed è apprezzato da tutti. Inaspettatamente però viene convocato in Commissariato per la denuncia di Marta, una minorenne: Vittorio è accusato di aver diffuso un video con le immagini di un rapporto amoroso della ragazza con un altro amico. Il giovane nega tutto, persino di conoscere Marta; ammette solo di aver bevuto un po’ troppo (ma quanto bevono i ragazzi di questa serie, e poi ci stupiamo degli assembramenti dei giovani per gli aperitivi…) e di aver forse lasciato il cellulare incustodito. La realtà tuttavia è diversa. Vittorio conosceva Marta, ha iniziato una storia con lei pur essendo fidanzato con Costanza, e proprio per questo la nuova fiamma lo ha respinto, in attesa che faccia la sua scelta. È questo rifiuto che ha scatenato la vendetta di Vittorio, quando ha visto e filmato Marta in intimità con un altro: l’ha punita con quel video. Ma lui nega: con la sua ragazza, con gli amici, con i genitori, con l’avvocato. Finché non scopre l’esito della sua bravata: Marta è dileggiata sui social, ha dovuto cambiare scuola, non ha più pace. Solo a questo punto Vittorio comprende le sue responsabilità, anche se dal punto di vista giudiziario la scampa, grazie all’aiuto dei suoi genitori che hanno trovato l’avvocato giusto… A loro importa solo proteggere il futuro del ragazzo: neppure davanti alla sua confessione sono capaci di essere veri educatori.

Sofia, la seconda protagonista di Nudes, è una ragazza sportiva di 16 anni molto decisa, che vive il sesso con disinvoltura. Le piace Tommi, ed  è felice di fare l’amore con lui durante una festa, appartati in un capanno. Quando il video che li ritrae mentre hanno il rapporto, girato da qualcuno a loro insaputa, fa il giro dei social, Sofia teme che il responsabile sia proprio lui, Tommi, che in fondo conosce appena. La vita della ragazza a scuola diventa impossibile, è sulla bocca di tutti, le chat che riceve sono vergognose. Da tipo determinato qual è, va alla ricerca del colpevole, per scoprire purtroppo che l’autore del video è una sua grande  amica, forse invidiosa o troppo emarginata dal gruppo di quelle che contano.

Neanche delle amiche ti puoi fidare… E qui emerge tutta la debolezza dei rapporti  tra questi adolescenti, pronti ad iniziare una relazione che arriva subito a un atto sessuale completo prima ancora di conoscersi, illudendosi di costruire un legame proprio così. Ma appare miseramente anche l’inconsistenza di tante amicizie, sganciate dal desiderio del bene dell’altro, dalla costruzione di una vita che dia frutti e non si riduca a una girandola di feste, dove ci si ubriaca per dimenticare i problemi.

Ada, è la terza e conclusiva storia della serie, è la più piccola: ha solo 14 anni e anche lei si sente esclusa dalle ragazze vincenti. Per gioco, con un’amica si trucca da “grande” e invia una foto a una chat di incontri, dove trova Mirko che sa corteggiarla. Fino al punto di convincerla ad inviargli delle foto in cui lei è senza veli, scatti che inevitabilmente finiscono online, a disposizione di chiunque. La ragazzina, poco più che una bambina, viene ricattata da un uomo che, a pagamento, le promette di cancellare quelle immagini così compromettenti arrivate sulla Rete. Da questo momento comincia l’incubo di Ada, alla ricerca del denaro chiesto dal ricattatore, senza che la mamma scopra nulla. La ragazzina ne uscirà  grazie a un’amica sincera e coraggiosa e, finalmente, ritroverà la  confidenza con una madre forse troppo presa dal suo lavoro per accorgersi di quello che stava accadendo alla figlia.

Qual è il messaggio, alla fine? Ragazzi, dovete stare più attenti? Maneggiare i social è pericoloso? E voi genitori, ascoltateli di più questi figli, sempre che abbiano voglia di parlarvi? Troppo poco. Decisamente non basta il grido di allarme lanciato dalla serie televisiva. È soltanto l’inizio di un percorso nuovo, purché le famiglie si accorgano che il problema esiste, è grave e diffuso. L’abbiamo toccato con mano anche di recente, quando abbiamo visto lo scomposto video di Beppe Grillo in difesa del figlio festaiolo. Ma la domanda da porsi è un’altra: abbiamo il desiderio, che è legato a una grande responsabilità, di educare i nostri figli? Vogliamo ricominciare comunicando loro che cosa sono davvero l’amore e l’amicizia, a costo di doverlo riscoprire anche noi? C’è però un’unica strada per rendere meno infelice la vita dei nostri giovani: che noi adulti viviamo in prima persona l’amore e l’amicizia con verità e pienezza. Solo allora potremmo trasmettere qualcosa di autentico e costruttivo.