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EUROPARLAMENTO

Nozze gay e PD, qualche domanda ad Adinolfi

Sul voto di Strasburgo a favore di aborto e nozze gay, Adinolfi si inventa il coraggio di Patrizia Toia nel disobbedire al PD e l'esistenza di un'area consistente del PD contraria alle nozze gay. Ma le cose sono andate ben diversamente, come la Bussola ha documentato. E allora: a che pro questa mistificazione della realtà?

Famiglia 14_03_2015
Mario Adinolfi

Eh no. Così non vale. Manipolare così palesemente i fatti su quanto successo a Strasburgo intorno al Rapporto Panzeri per far fare la figura dell’eroina alla sua amica Patrizia Toia (clicca qui) e dimostrare che nel PD c’è spazio per posizioni pro-life e pro-family. Non si fa così. Spiace doverlo dire ma su questo Mario Adinolfi una spiegazione la deve dare.

Ieri il quotidiano La Croce, diretto da Adinolfi, con un breve articolo spiegava che a Strasburgo il PD si era spaccato sul Rapporto Panzeri che prevedeva, tra l’altro, la richiesta di approvare ovunque nell’Unione Europea le nozze o le unioni civili gay. E artefice di questa spaccatura era la capogruppo PD Patrizia Toia che si era astenuta anziché votare a favore come la disciplina di partito avrebbe imposto (perché poi astenersi se veramente si è contrari?).  Poi durante la giornata Adinolfi ha diffuso la seguente dichiarazione: «Anzitutto esprimo il rammarico per l’approvazione della relazione Panzeri, ma voglio anche sottolineare il coraggio della capo-delegazione del Partito democratico a Strasburgo, Patrizia Toia, che, con la sua scelta, ha dimostrato che c’è un’area consistente nel Pd che non segue le direttive che stanno giungendo dall’alto sull’equiparazione tra unioni civili e matrimonio e su altri temi sensibili».

Leggere in modo diverso gli stessi fatti è legittimo, dare giudizi anche molto diversi non è un problema, ma la realtà deve essere rispettata. Non si può falsificare i dati a proprio piacimento per dimostrare le proprie idee.

E allora dobbiamo dire con chiarezza che – come già evidente da quanto abbiamo scritto ieri (clicca qui)– i fatti sono andati ben diversamente da come li ha raccontati La Croce.

Riepiloghiamo brevemente: il Rapporto Panzeri sui diritti umani, oltre a quello sulle nozze gay, conteneva anche un paragrafo in cui si collegava l’aborto ai diritti inalienabili della persona; la votazione ha riguardato prima 7 paragrafi controversi e poi c’è stata la votazione sull’intero Rapporto. Sui paragrafi riguardanti aborto e nozze gay, Patrizia Toia ha votato contro sul primo e si è astenuta sul secondo; ma i due paragrafi sono stati comunque approvati. E al voto finale Patrizia Toia ha votato a favore, quindi approvando anche aborto e nozze gay che erano compresi nel pacchetto. Gli unici voti contrari nel PD sono stati di Morgano e Zoffoli: 2 soltanto su 31 eurodeputati PD. Sul paragrafo delle nozze gay i voti contrari del PD sono stati 2 (Morgano e Zoffoli), 2 le astensioni e 2 non hanno votato; infine, sul paragrafo dell’aborto ci sono stati 3 voti contrari, una astensione e 4 non hanno votato.

Quello che si rileva dai fatti, dunque, è che nel PD non c’è stata alcuna spaccatura, appena un po’ di esitazione da parte di alcuni e coraggio solo da parte di due deputati, tra cui non figura certamente Patrizia Toia, che ha votato a favore del Rapporto con tutto quello che c’era dentro, secondo ordine di partito. Dove sarebbe dunque l’area consistente del PD che non segue le direttive dall’alto e su cui si potrebbe contare per le battaglie che ci stanno a cuore?

A che pro dunque questa mstificazione della realtà?