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LETTERA

Nonni, una responsabilità educativa controcorrente

Il Cardinale di Milano, Angelo Scola, è intervenuto all'incontro dell'associazione Nonni 2.0. Nel suo discorso ha indicato con chiarezza quali siano le funzioni educative principali dei nonni. Ne ha indicate tre: educare al "bell'amore", all'accettazione del dolore e alla serietà nel lavoro. Concetti ormai controcorrente.

Educazione 17_04_2017
L'incontro di Nonni 2.0

Caro direttore,

succedono anche cose positive ed è bene dircele, in un mondo in cui lo sport preferito è quello di diffondere solo notizie negative, che non fanno che deprimere ancora di più un popolo che ha già, di per sé, tanti problemi.

Tre anni esatti fa, abbiamo fondato l’associazione NONNI 2.0, sul presupposto che essi hanno ancora tante cose da dire e testimoniare nei nostri giorni, in forza della loro saggezza e lunga esperienza di vita, che, peraltro, si sta prolungando sempre di più. Abbiamo svolto una intensa attività culturale per far capire meglio le tematiche in cui anche i nonni sono chiamati a vivere; una sistematica attività di convivenza, che ha permesso a tanti nonni di capire meglio la loro insostituibile funzione educativa; una attività più specifica per aiutarci a non cascare nel trabocchetto che tende a sottolineare l’inutilità di un ruolo ritenuto spesso superato. Molti nonni hanno così potuto riprendersi l’autocoscienza del significato degli ultimi anni della propria esistenza.

Probabilmente, il Card. Angelo Scola si è accorto dell’esistenza di questa presenza silenziosa ma tenace ed ha chiesto di potere incontrare i nonni in un momento pubblico. Abbiamo risposto a questa richiesta con grande gratitudine ed impegno e sabato 1 aprile ci siamo incontrati per due ore con il nostro Arcivescovo, in un momento intenso e molto positivo.

Abbiamo ascoltato brevi ma significative esperienze di nonni circa il proprio ruolo educativo, don Alberto Cozzi che ha riferito quanto Romano Guardini ha scritto nel suo libro “Le età della vita” circa l’età dei nonni come periodo della saggezza, l’ortodosso Padre Marian Micu che ha riferito come le sua comunità designi un nonno o una nonna ai bambini romeni venuti in Italia senza i propri nonni naturali, il Prof. Mauro Grimoldi che ha letto in maniera commovente due poesie di Pascoli che descrivono l’impegno dei nipoti che imparano a leggere e scrivere “guardati” dalla nonna, il presidente dell’associazione che ha letto le parole di Papa Francesco che descrivono il suo rapporto determinante con la propria nonna Rosa, la Prof.sa Eugenia Scabini che ha riproposto la descrizione dei rapporti intergenerazionali nei quali i nonni sono determinanti. Abbiamo poi ascoltato due popolari canzoni di Iannacci interpretate da un complesso di “nipoti” a cui la passione della musica è stata trasmessa dalla nonna. All’inizio ed alla fine abbiamo cantato (e pregato) insieme. Siamo riusciti anche a sorridere della condizione dei nonni, grazie al divertente intervento di Carlo Rossi.

Il Cardinale ha seguito con molta attenzione  tutti questi interventi, per poi esplicitare, di fronte ai 600 presenti, alcune indicazioni che mi sembrano importanti. Innanzi tutto, ha sottolineato come il nostro impegno sarà tanto più efficace quanto esso sarà inserito nella missione più ampia di tutta la Chiesa. Dopodiché, ci ha indicato tre punti principali circa il “ruolo educativo dei nonni” (questo era il titolo dato all’incontro, organizzato in collaborazione con il servizio famiglia della curia).

Ci è stato detto che i nonni sono molto importanti nell’educare i nipoti (nel rispetto, naturalmente, del ruolo dei genitori) al “bell’amore”, soprattutto in un periodo come questo in cui l’abuso della parola amore si accompagna a campagne che tendono a togliere ogni bellezza all’esperienza dell’affettività, a proposito della quale il Cardinale ha osato usare la parola castità.

Una seconda funzione educativa dei nonni è quella di educare alla accettazione del lato doloroso della vita, compreso quello, oggi totalmente censurato, della morte.

Il terzo aspetto è quello di insegnare ai nipoti la serietà nell’impegno del lavoro, che è poi la serietà nell’impegno con la vita; ed insegnare anche il giusto e corretto rapporto tra il lavoro ed il riposo.

Nella sobrietà di quell’incontro, si sono finite per dire cose altamente controcorrente, perchè sono sotto gli occhi di tutti i modi disastrosi con cui normalmente si affrontano, secondo la cultura di oggi, i grandi temi dell’amore, del dolore e della morte e del lavoro e del tempo libero. Si è confermato, insomma, che riprendere con serietà e impegno dimensioni che la nostra grande tradizione cristiana ha sempre valorizzato costituisce il servizio maggiore che possiamo mettere in atto per aiutare una intera società (compresa la Chiesa) a non decomporsi. I nonni sono i guardiani degli aspetti positivi di questa tradizione.