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NATUZZA EVOLO

"Non ringraziate me, ma Gesù e la Madonna"

Ogni anno in 500.000 raggiungono Paravati, in Calabria, dove è nata, vissuta ed è ora sepolta. E sono molte le guarigioni attribuite alla sua intercessione. Una chiesa e una casa aperta ai bisognosi li accoglierà tutti. Come le aveva predetto la Madonna.

Ecclesia 20_01_2013
Natuzza

diParavati è una cittadina calabrese di circa 3.000 abitanti alla quale non si presterebbe molta attenzione, se non fosse che qui è nata, vissuta e morta Natuzza Evolo, meglio nota come “Mamma Natuzza”.

Natuzza nasce il 23 agosto del 1924 in una famiglia molto povera. Durante l’infanzia non viene istruita e la sua lingua madre rimarrà per tutta la vita il dialetto. All’età di cinque anni Natuzza ha le prime manifestazioni sacre: le appaiono la Madonna – sotto le vesti di una bellissima ragazza di 15 o 16 anni – e san Michele, il suo angelo custode, un bambino con i capelli riccioli. Tre anni dopo, quando riceve la Prima Comunione, la bocca le si riempie di sangue.

Questi avvenimenti destano molto scalpore, sia a livello locale che nazionale. Padre Agostino Gemelli, al quale viene chiesto di leggere un dossier su Natuzza, afferma che la ragazzina è di certo affetta da una “sindrome isterica”. È così che negli anni Quaranta Natuzza viene internata in manicomio per alcuni mesi. Una volta dimessa si sposa: dal matrimonio nasceranno cinque figli.

I fenomeni paranormali di Natuzza continuano e sono diverse centinaia le persone che accorrono quotidianamente da lei. Essa, fedele alla sua missione di portare anime a Dio, con profonda umiltà dice loro: «Non cercate me. Alzate lo sguardo a Gesù e alla Madonna. Io prego per voi».
A Natuzza appaiono frequentemente la Madonna, Gesù, san Michele e san Giovanni. Inoltre, ha la dote di parlare con i defunti in diverse lingue, ha fenomeni di bilocazione, ha il dono dell’emografia, ossia riesce a comporre con il suo stesso sangue frasi compiute di carattere religioso o disegni di simboli liturgici; infine, è in grado di fornire diagnosi mediche accurate, utilizzando termini medici specifici.
In relazione a questo ultimo aspetto, sono molte le persone che attribuiscono la loro guarigione miracolosa all’intercessione di Natuzza. Al sentire questo, lei si schermiva: «Io sono solo una poveraccia, dico sempre di me che sono un verme di terra... So bene che molti parlano di “miracoli”, ma questa è la cosa più inesatta che si possa dire o che si possa immaginare. I miracoli li fanno solo Gesù e la Madonna! Se fosse per me, io miracolavo tutto il mondo, prima nello spirito e poi nel corpo! Io ho solo pregato, indegnamente, per i drammi personali che migliaia di persone mi raccontano. Quello che faccio io è pregare il Signore, perché abbia pietà di loro e li aiuti. E se qualcuno viene poi per ringraziarmi, dico che devono farlo a Gesù e alla Madonna».

Nonostante questa vita di Grazia – o forse proprio per questo – a “Mamma Natuzza” non  sono state risparmiate le sofferenze, fisiche e psicologiche. Fisiche, in quanto ha ricevuto il dono delle stimmate, quali segno concreto dell’intima unione che la legava al Signore. Psicologiche perché, come si già evidenziato, Natuzza è stata osteggiata da molti. Ma la sua afflizione più grande non era questa, bensì quella che provava nei confronti dei giovani: «Ho sempre avuto un’attenzione particolare per i giovani, che sono buoni ma sbandati, che hanno bisogno di una guida spirituale e di persone, sacerdoti e laici, che parlino loro di tutti gli argomenti […]» (N. Evolo, Il mio testamento spirituale). Nei loro confronti Natuzza nutriva un profondo amore e tentava di trasmettere loro la bellezza insita nell’avere Gesù come amico.

Il 4 dicembre 1986 Natuzza svela al suo parroco, don Pasquale Barone, un segreto: nel lontano 1944, la Madonna le aveva detto che a Paravati «[…] ci sarà una nuova e grande chiesa che si chiamerà Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime e una casa per alleviare le necessità di giovani, di anziani e di quanti altri si troveranno nel bisogno» (Ibidem). Ad oggi queste strutture sono in fase di costruzione, grazie alle donazioni dei circa 500.000 fedeli che ogni anno si recano in pellegrinaggio a Paravati. Pellegrini che dopo la morte di Natuzza, avvenuta l’1 novembre del 2009, sono addirittura aumentati di numero.

Un ultimo aspetto molto importante riguarda l’esortazione che la Madonna rivolge a Natuzza il 15 agosto 1994: «Fai pregare molto e fate cenacoli di preghiera invece di fare cenacoli di mormorazioni, perché la preghiera fa bene all’anima e al corpo; la mormorazione non solo vi danneggia lo spirito, ma fate anche mancanze di carità».

Nel testamento spirituale di “Mamma Natuzza” si legge: «In questi anni ho appreso che le cose più importanti e gradite al Signore sono l’umiltà e la carità, l’amore per gli altri e la loro accoglienza, la pazienza, l’accettazione e l’offerta gioiosa al Signore di quello che mi ha sempre chiesto per amore suo e delle anime, l’ubbidienza alla Chiesa. Ho sempre avuto fiducia nel Signore e nella Madonna. Da loro ho ricevuto la forza di dare un sorriso e una parola di conforto a chi soffre, a chi è venuto a trovarmi e a posare il proprio fardello, che ho presentato sempre alla Madonna, che dispensa grazie a tutti quelli che hanno bisogno. Ho imparato anche che è necessario pregare, con semplicità, umiltà e carità, presentando a Dio le necessità di tutti, vivi e morti».