Non fare l’errore di Giuda
Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato (Mt 26, 24)
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnare Gesù. Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: "Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli"». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto». (Mt 26, 14-25)
La figura di Giuda è stata talvolta rivalutata con la scusa che il suo tradimento è stato necessario per arrivare al sacrificio salvifico di Gesù. Invece il Signore nel vangelo di oggi dà un giudizio pesantissimo su Giuda, segno che comunque è stato libero se scegliere di tradirlo o no. Ma quale è stato il peccato più grave di Giuda? Il peccato più grave non è stato di averlo tradito, ma di non essersi arreso alla divina misericordia accettando il perdono di Gesù. Approfitta di questa Settimana Santa per accostarti bene al sacramento della Confessione con contrizione e desiderio di cambiare vita, per non fare l’errore di Giuda.