Non fanno sapere bene: dilettanti allo sbaraglio di governo
Dilettanti allo sbaraglio, non c’è altra definizione possibile per i troppi (ir)responsabili di governo alle prese con l’emergenza Coronavirus.
Dilettanti allo sbaraglio, non c’è altra definizione possibile per i troppi (ir)responsabili di governo alle prese con l’emergenza Coronavirus. Voglio parlare oggi di come i nostri governanti comunichino pessimamente al popolo italiano ciò che va fatto e ciò che non va fatto, e soprattutto come stiano pasticciando con i provvedimenti presi e chi deve rispettarli.
È una piccola antologia quella che presenterò, ma gli episodi di cui parlare sarebbero millanta, e di molti di essi è stato testimone ciascuno di voi, ne sono certo.
Il campione dei dilettanti dannosi, lo ripeto ancora e lo ripeterò sempre fino a quando ne renderà conto al Paese, è il Presidente del Consiglio con la sua dichiarazione alla stampa e alle Tv di due settimane fa, in cui annunciò che l’Ospedale di Codogno - al centro della zona infetta - e i suoi medici non stavano rispettando i protocolli e non erano in grado di rispettarli. Fake news falsa e infondata, smentita poi dalle autorità sanitarie, ma con la quale Conte proclamò al mondo intero che l’Italia era inaffidabile dal punto di vista sanitario e incapace di fronteggiare il contagio.
Da quel momento l’Italia diventò, agli occhi del mondo, l’epicentro della crisi, ancor più della Cina. E infatti da allora la quasi totalità delle nazioni adotta nei nostri confronti misure di chiusura più drastiche di quelle adottate verso la Cina. E la Cina stessa, beffa nella beffa, sottopone a quarantena i viaggiatori provenienti dall’Italia. Una misura che le autorità italiane, benchè consigliate in questo senso, non adottarono nei confronti dei cinesi in arrivo nel nostro paese. «Per evitare ogni forma di razzismo», si giustificarono: che colossale idiozia!
Salvo poi decidere di cancellare tutti i voli provenienti dalla Cina, una toppa peggiore del buco perchè i viaggiatori dalla Cina arrivavano lo stesso in Italia triangolando con Francoforte, Parigi, Londra, Amsterdam ecc..., senza poter essere controllati all’aeroporto di arrivo finale nel nostro Paese.
Conte si è ripetuto stamattina quando, chiacchierando con la stampa, ha affermato che le scuole “potrebbero essere chiuse per una settimana”. Il provvedimento è stato poi adottato nel pomeriggio dal Consiglio dei ministri in questa forma: chiusura delle scuole e delle università di tutta Italia fino a metà marzo, sottolineando come la misura sia suggerita dalla équipe di esperti per evitare al massimo i contatti tra le persone. Ma comunicare in anticipo e in maniera inesatta e senza darne le ragioni un provvedimento così drastico è errore di comunicazione da matita blu, lo insegnano in tutte le scuole specializzate, perchè diffonde incertezza e dà la sensazione di un gruppo di comando distratto.
Impressione confermatissima dalla stupefacente dichiarazione della ministra alla scuola Azzolina che, mezz’ora dopo l’uscita del comunicato ufficiale del Consiglio dei ministri, lo smentiva affermando che nessuna decisione era stata presa in questo senso e si trattava solo di ipotesi. Straordinario modo per gettare ulteriormente nella confusione famiglie e insegnanti, ulteriore conferma di un governo dove gli ‘scappati di casa‘ abbondano e che dovrebbe farsi da parte quanto prima.
Va aggiunto che anche l’uscita del governatore della Lombardia Attilio Fontana è stata un grave errore di comunicazione. Egli si è presentato in Tv e si è fatto fotografare indossando una mascherina verde, una misura non necessaria e non consigliata per chi non è affetto da virus, e Fontana, buon per lui, non è affetto dal virus. Ma la sua immagine, il suo volto, hanno trasmesso il messaggio esattamente opposto, e cioè che sia obbligatorio o almeno fortemente consigliato per tutti indossare la mascherina, anche per i sani. Con questo generando ulteriore confusione e preoccupazione: se tutti devono indossare la mascherina vuol dire che il pericolo è veramente grande e tutti, proprio tutti possono essere veicolo di contagio.
Che dire? Val la pena ricordare il motto di quando la politica era una cosa più seria: l’arte di governare è saper fare bene e far sapere bene. Sì, far sapere bene è sempre stato altrettanto importante di saper fare bene.