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dittatura

Nomine episcopali in bilico nel Nicaragua di Ortega

Due vescovi oltre i 75 anni e tre in esilio. E la persecuzione ha prosciugato il bacino dei possibili candidati.

Borgo Pio 20_04_2024
IMAGOECONOMICA - ALESSANDRO PARIS

L'ennesimo risvolto della persecuzione scatenata dal regime di Daniel Ortega riguarda il futuro delle 9 diocesi del Nicaragua, 5 delle quali si trovano "in bilico". Edgar Beltran su The Pillar traccia un quadro della situazione, a partire dall'arcidiocesi di Managua, dove il cardinale Leopoldo Brenes a marzo ha compiuto 75 anni. A dicembre è entrato nell'età pensionabile anche mons. Carlos Enrique Herrera Gutiérrez, vescovo di Jinotega e presidente della Conferenza episcopale. Due diocesi che in una situazione "normale" si avvierebbero a una tranquilla successione. E altre tre diocesi invece hanno un vescovo in esilio.

Ma dove trovare i rispettivi successori se il regime ha spedito in esilio non pochi sacerdoti, anche per «svuotare le liste dei possibili candidati episcopali in Nicaragua»? Alle nomine vorrebbe pensarci Ortega stesso, il quale «ha fatto pressioni sul Vaticano affinché effettuasse nuove nomine episcopali in queste diocesi – ed è chiaro che preferiscono candidati vicini al regime». E senza intermediari, dopo l'espulsione del nunzio apostolico dal Paese.

Ortega avrebbe però un "suo" vescovo: mons. René Sándigo, ordinario di León, che dal 2019 ha cessato le sue iniziali critiche avvicinandosi progressivamente al regime. «È forse l'unico vescovo che non riceve minacce dal 2019, oltre al fatto che è uno dei pochi a cui è stato permesso di continuare le processioni durante la Settimana Santa o intorno alla festa dell'Immacolata Concezione», in cambio di omaggi pubblici e privati a Ortega e altri leader. «Il regime nicaraguense potrebbe cercare di fare pressione sul Vaticano affinché nomini Sándigo arcivescovo di Managua (e forse anche cardinale) in cambio di una pace comprata a prezzo del silenzio».

Alle due diocesi in età pensionabile, sopra ricordate, si aggiungono le tre il cui vescovo stesso è esiliato: Matagalpa, Estelí e Siuna. A capo delle prime due ci sarebbe mons. Rolando Álvarez (nella seconda è amministratore apostolico), che attualmente si trova in esilio a Roma dopo aver trascorso un anno e mezzo in carcere; così come il vescovo di Siuna, mons. Isidoro Mora, in esilio dopo un mese di carcere. Tuttavia, sul lungo periodo, «la strategia di Ortega potrebbe rivelarsi controproducente: invece di costringere il Vaticano a nominare preti favorevoli al regime, sconosciuti o con poca esperienza», conviene temporeggiare, dal momento che «Álvarez ha solo 57 anni e Mora 54, mentre Ortega ne ha già 78» (ed è pertanto più anziano anche dei due presuli 75enni, che per qualche anno possono rimanere in proroga). Il tempo può giocare a favore.