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Covid e scienza

"Noi, guariti ma ignorati e penalizzati dal green pass"

Sono 10 milioni, hanno contratto il Covid, sono guariti e per tutta la comunità scientifica hanno un'immunizzazione migliore di quella dei vaccinati. Eppure sono a scadenza e penalizzati dalle logiche diaboliche del green pass. La Bussola incontra il portavoce del Comitato Guariti: «Siamo extra vax, la legge prevede per noi un'esenzione dal vaccino e anche le case farmaceutiche non hanno testato i vaccini sui guariti. Chiediamo il riconoscimento dello status». 
- OBBLIGO INCOSTITUZIONALE di Alessandro Rimoldi

Attualità 15_02_2022

Sono un esercito, ma, come si sarebbe detto una volta, non hanno coscienza di classe. Eppure, il solo fermarsi a considerare la loro situazione, potrebbe mettere in dubbio il fatto di avergli concesso solo una breve tregua all’interno della logica diabolica del green pass, che si sta facendo totalizzante.

Sono i più di 10 milioni di guariti immunizzati che, avendo contratto il Covid, hanno sviluppato una formidabile immunità attiva contro Sars-Cov-2, comparabile, se non superiore, a quella fornita dalla somministrazione del vaccino. Eppure, anche loro sono soggetti al meccanismo del green pass una volta scaduto il periodo che, a seconda delle categorie professionali, varia da tre a sei mesi.

A sostegno della loro battaglia ora c’è un Coordinamento di Comitati di guariti, che raccoglie diverse sigle nate in questi mesi anche sui social (QUI, QUI e QUI) e che chiede un vero e proprio riconoscimento giuridico, basandosi anche sulla legge. Non sono dunque né no vax, né sì vax. Sono semplicemente extra vax perché a loro il vaccino non serve e non dovrebbero essere obbligati ad alcuna somministrazione, come la stessa portavoce, l'avvocato Jenny Lopresti, spiega alla Bussola.

«Anzitutto, la scienza ci dice che nel contrasto all’infezione non interviene soltanto il braccio umorale del sistema immunitario (che comprende anche gli anticorpi circolanti) ma anche l’immunità cellulomediata e di memoria (cellule B e T) che permane nel tempo e che, anche per Sars-Cov-2, è stata dimostrata dalle numerosissime evidenze che finora si sono susseguite (l’ultima, LancetQUI).

La memoria immunitaria che, come un sofisticato sistema informatico, sull’acquisizione di nuovi dati è in grado di aggiornarsi ed ampliarsi, in caso di riesposizione rievoca una risposta specifica contro il virus, che sarà sempre più efficace e completa anche nel riconoscimento delle varianti. Quindi, il soggetto guarito che rientra in contatto con il virus è dotato di un corredo immunitario acquisito (per immunità adattiva) che gli consentirà di controllare e contenere in maniera efficiente la replicazione virale e, conseguentemente, infezione e contagio».

A sostegno di questo, i Guariti hanno fornito una bibliografia scientifica davvero mastodontica (QUI) tanto che non si comprende perché il Ministero della Salute e il Governo, che afferma di agire sulla base delle evidenze scientifiche, continui ad ignorare tali assunti.

Vaccinare i guariti, dunque, non ha alcun senso, anzi, può risultare più rischioso che vaccinare chi non ha mai contratto l’infezione. 

«Ci sono studi che dimostrano infatti che i guariti sottoposti a vaccinazione hanno maggiori probabilità di sviluppare effetti avversi immediati - prosegue l’avv. Lopresti -. Ricordate il caso di Stefano Paternò? Il sottufficiale di Marina morì a seguito dell’effetto ADE che, lo dice l’autopsia, è stato causato da un’eccessiva attivazione immunitaria, indotta dalla vaccinazione, in un soggetto con livelli anticorpali già elevati a causa della pregressa infezione».

A sostegno di questo, le ragioni sono anche giuridiche perché lo stesso Decreto Lorenzin, poi riconvertito in legge, che dispone la vaccinazione pediatrica obbligatoria per dieci vaccini, all’articolo 1 comma 2 sancisce espressamente che l’immunità naturale acquisita dall’infezione esonera completamente dalla vaccinazione. “Ora, prosegue... non si capisce perché la valenza dell’immunità naturale, già riconosciuta in analoga materia, non debba esserlo per la vaccinazione anti-Covid”.

Dunque, l’esonero per i guariti è previsto ex lege da quello stesso Stato che, non si capisce per quale motivo, li costringe poi a doversi vaccinare, mettendo a rischio maggiormente la loro salute. Eppure sono dei fantasmi, per la politica e per i media, salvo l'ormai encomibabile Fuori dal Coro di Mario Giordano.

C’è un altro particolare curioso. Nessuna delle case farmaceutiche che ha messo in commercio i vaccini anti-Covid ha testato il farmaco sui pazienti guariti. “I trials vaccinali escludevano ab origine i pazienti che avevano contratto il Covid, proprio perché le case farmaceutiche conoscono bene la valenza dell’immunità naturale e, quindi, sapevano che un paziente che aveva avuto la malattia, se avesse testato il vaccino, avrebbe falsato i dati. Insomma, aver avuto il Covid era una condizione escludente per non poter partecipare alla sperimentazione che, per la dose c.d. “booster”, è ancora in corso e si concluderà non prima dell’anno prossimo... E qui entriamo nel campo dei potenziali effetti a medio e lungo termine, su cui, nello specifico caso dei guariti, non si hanno dati.”

Ecco, quindi, che il Coordinamento avanza al governo la sua richiesta e per farlo chiede aiuto a tutte le forze politiche cercando di sensibilizzarle al tema perché questa non è una battaglia ideologica ma esclusivamente di logica e buonsenso. La Lega, sinora, si è dimostrato l’unico partito della maggioranza maggiormente sensibile al tema, tanto che anche ieri Matteo Salvini, ospite di Rtl, ha proprio parlato dei guariti che devono essere esonerati dal green pass, il quale, comunque e in ogni caso dovrebbe – ha auspicato il leader leghista – terminare il 31 marzo. 

Pertanto, i guariti vengono discriminati perché costretti all’obbligo, a seconda delle categorie lavorative o anagrafiche di appartenenza, e al green pass dopo il periodo di presunta immunizzazione riconosciuto, ancorché si pongano in una posizione di assoluta estraneità rispetto a una vaccinazione che potrebbe solo esporli a eventuali effetti avversi senza apportare loro alcun sostanziale beneficio.