Nessun superstore nel borgo vaticano, ma una cittadella "green"
Ascolta la versione audio dell'articolo
Le voci dell'apertura di un super store della grande distribuzione a Castel Gandolfo agitano i negozi del piccolo centro di autorità pontificia. In realtà i lavori riguarderebbero il progetto "Borgo Laudato si'" voluto da Francesco per vivere appieno i principi green dell'enciclica.
Sono state feste agitate per molti commercianti di Albano Laziale e Castel Gandolfo. Tutta colpa di una voce che si è velocemente sparsa nelle due località dei Castelli Romani tanto amate da Joseph Ratzinger. Il viavai di camion con il logo di una nota catena di supermercati e alcuni lavori in corso all'interno delle mura avevano fatto temere l'imminente apertura di un super-store nelle Ville Pontificie. Secondo un rumor insistente, un nuovo punto vendita del gruppo di grande distribuzione - che negli ultimi anni sta intensificando la sua presenza a Roma e dintorni - sarebbe dovuto nascere in quello che finora è stato invece il regno incontrastato delle "vacche del Papa", espressione con cui gli abitanti dei due paesi sono abituati a chiamare le fattorie pontificie.
Uno scenario poco gradito ai commercianti locali, tanto per usare un eufemismo, che già annunciavano di abbassare le saracinesche per protesta. A spaventare non era solo lo "sbarco" in loco di una catena attrezzatissima, ma anche la presunta maggiore competitività con il pubblico per via della collocazione all'interno di una delle zone extraterritoriali della Santa Sede in Italia. Infatti, occorre ricordarlo, il quattordicesimo articolo dei Patti Lateranensi firmati nel 1929 da Benito Mussolini e dal cardinale Pietro Gasparri (figura a cui di recente è stato dedicato un convegno di studi dalla Scuola di Giurisprudenza dell’Università di Camerino con, tra gli altri, i professori Stefano Testa Bappenheim, Maria d'Arienzo e il cardinale Dominique Mamberti) riconosce alla Santa Sede la piena giurisdizione sulle Ville incastonate tra Albano e Castel Gandolfo.
A dare credibilità all'indiscrezione ha contribuito anche la politica dell'esternalizzazione che la Santa Sede ha deciso di adottare nella gestione finanziaria per perseguire l'obiettivo ambizioso del "deficit zero". In quest'ottica, è più di un'indiscrezione invece il passaggio della gestione dell'unico supermercato in Vaticano nelle mani di un'azienda della grande distribuzione. La storica Annona di via del Telegrafo, infatti, si prepara a chiudere i battenti il prossimo 13 gennaio per i richiesti lavori di ristrutturazione. Ma a quanto risulta alla Nuova Bussola Quotidiana, non è lo stesso epilogo che attende l'area extraterritoriale nei Castelli Romani. Fonti vaticane, infatti, smentiscono l'apertura di un super-store dentro le Ville di Castel Gandolfo.
I lavori in corso, infatti, riguarderebbero l'ampliamento del progetto Borgo Laudato si' voluto da Francesco nel febbraio 2023 e che trova proprio in mezzo a questi ettari di verde la sua sede operativa. Il Papa ha affidato al Centro di Alta Formazione Laudato si' diretto dal neocardinale Fabio Baggio il compito di realizzare una sorta di cittadella ispirata ai principi della sua enciclica più green in quella che fu la residenza estiva dei suoi predecessori. Ricevendo in udienza i membri del Centro, Bergoglio ha parlato di un «progetto complesso e poliedrico» che punta sull'agricoltura «investendo in infrastrutture, sistemi di irrigazione e sviluppo di tecniche agricole rispettosi dell’ecosistema e della biodiversità». Il Pontefice ha anche annunciato che il Borgo inseguirà l'obiettivo dell'eccellenza nella produzione di vino e per il lavoro nella vigna richiederà «un ingente impiego di manodopera». Fonti vaticane ci spiegano che i lavori all'origine del rumor sul super-store sono probabilmente legati alla progettazione di uno spazio di vendita fisico all'interno delle Ville per i prodotti realizzati dai collaboratori del Centro. Non sarebbe una novità visto che fino a poco tempo fa, in alcuni giorni della settimana, era possibile acquistare i prodotti delle fattorie pontificie in un punto vendita accessibile dalla piazza Pia di Albano Laziale.
Pare improbabile, quindi, veder nascere nella residenza cara ai papi contemporanei - almeno da Pio XI a Benedetto XVI - un supermercato di un grande marchio con prodotti esenti dall'Iva. Una prospettiva che tanto aveva fatto preoccupare i commercianti dei comuni limitrofi. Anche perché un simile esercizio difficilmente potrebbe essere accessibile a tutti senza creare tensioni con il "vicino" Stato italiano. Per comprare all'Annona di Città del Vaticano, ad esempio, è necessario essere in possesso della tessera come dipendente, cittadino o familiare autorizzato.
Questa è una storia di due piccoli mondi vicini ma che non riescono più a "parlarsi" come un tempo, almeno da quando l'attuale Pontefice ha scelto di abbandonare la tradizione del periodo estivo a Castel Gandolfo che riempiva d'orgoglio le comunità castellane.