Neonato salvato, ma per il Pd era meglio abortirlo prima
Storia di disperazione e speranza: neonato abbandonato salvato dai carabinieri a Paceco. Il paese si mobilita. Solo il Pd fa sciacallaggio e dice che è colpa della mancaza di medici non obiettori lasciando intendere che andava fatto fuori prima. Falso: abbiamo scoperto che a Trapani il servizio è garantito: l'aborto non c'entra nulla.
Di due cose possiamo essere certi: il Pd fa ormai campagna per la morte in tutte le sue forme e in tutte le sue declinazioni: del bambino con l’aborto, del malato con l’eutanasia, del vecchio con l’abbandono terapeutico e del giovane con la droga libera. La seconda cosa di cui siamo certi è che il neonato abbandonato nelle campagne di Paceco non era lì perché nel trapanese non si riesce ad abortire a causa della mancanza di medici non obiettori.
Il piccolo Francesco (così è stato chiamato) potrebbe essere stato abbandonato per mille e più inconfessabili motivi, anche eventualmente da degli alieni in partenza per Marte, ma di sicuro la donna che lo ha partorito non lo ha fatto perché era stata rifiutata dall’ospedale per abortirlo. Il servizio aborti al Sant’Antonio abate di Trapani, infatti come ha potuto appurare la Bussola, è pienamente attivo e non incontra interruzioni né è costretto a rifiuti.
Risulta pertanto strumentale, macabra e sciacalla la presa di posizione del Pd locale che ha cavalcato indegnamente un fatto di cronaca che, se da un lato mostra la grande umanità di un paese che non si rassegna alla barbarie, dall’altro evidenzia ancora una volta che se ci si muove per la morte come fa il Pd, si resta soli a difendere l’indifendibile.
Il Pd, infatti è stato l’unico e il solo partito a saltare sulla notizia come un avvoltoio fa sulle carcasse e a urlare che «la 194 deve essere applicata», «che ci vogliono concorsi specifici per medici non obiettori», «che la colpa è dei medici non obiettori» e altre bestialità simili.
Tutti gli altri, dai medici che lo stanno curando al carabiniere che lo ha salvato tra le sterpaglie dandogli il nome e forse l’adozione (come chiedono insistentemente i suoi figli) hanno mostrato l’umanità e l’amore di un Paese che il Partito Democratico vorrebbe invece sfigurato nel volto e nello spirito, specchio della disperazione dei diritti a cui ormai è votato.
I fatti sono raccontati dalle cronache. A Paceco, in provincia di Trapani, un neonato viene trovato dentro un sacchetto in un campo di sterpaglie. Il pianto del piccolo, con ancora il cordone ombelicale, viene udito da un carabiniere di pattuglia poco distante. Segue la scoperta, il salvataggio, il ricovero, l’emozione di un paese e tutto il corollario tipico di queste favole a lieto fine. Lieto fine per il piccolo Francesco, perché è stato buttato, ma dei cavalieri e delle fate lo hanno riportato alla vita. «Che la vita possa restituire a questo bimbo tutto l'amore e il bene che qualcuno ha provato a negargli con questo gesto spregevole» ha commentato il premier in pectore Giorgia Meloni.
Se non fosse per la presenza della strega, che è entrata in scena nelle persone di Dario Safina, Valentina Villabuona e Marzia Patti. Il primo è consigliere regionale e rieletto in Consiglio e ha sentito il bisogno di far sapere che «è arrivato il momento di avviare seriamente, nella nostra regione, un percorso di civiltà che miri certamente alla tutela della salute della donna ed al contemporaneo potenziamento dei centri di ascolto, per consentire una scelta consapevole: quella dell’interruzione volontaria della gravidanza». Il solito refrain, della salute del bambino non interessa nulla. Infatti, qualcuno, coraggiosamente ha commentato l’uscita del consigliere Safina: andava ammazzato prima.
Non contento, l’esponente dem si spinge oltre fino a impegnarsi «a portare in Assemblea Regionale un disegno di legge che miri all’indizione di concorsi in sanità per l’assunzione di medici non obiettori di coscienza». In sostanza, chiede bandi specifici, «utili a rimpinguare anche i nostri ospedali siciliani» e che «riequilibri l’applicazione della legge 194, oggi depotenziata dal ricorso all’obiezione». Insomma: concorsi finalizzati unicamente al servizio di interruzione volontaria di gravidanza, in modo tale che i vincitori vengano assegnati al settore del Day Hospital e Day Surgery per l’applicazione della legge 194. Questo significa dottori specializzati e dedicati che ogni santo giorno si dedicano all’uccisione di bambini in grembo. Sai che progresso...
La musica non cambia con Villabuona e Patti, rispettivamente presidente e segreteria provinciale del Pd trapanese, le quali invitano «alla riflessione dopo il grave fatto di cronaca registrato ieri a Paceco». Riflessione? Eccola: «Ciò di cui siamo convinte è che la piena applicazione della 194, che nella nostra provincia è garantita da un solo medico, una volta a settimana all'Ospedale Sant'Antonio, potrebbe garantire sempre il diritto di scegliere, perché spesso gesti simili sono frutto di disperazione e solitudine». Insomma, anche per loro se la poveretta ha partorito il piccolo Francesco e poi lo ha gettato è colpa dell’insufficiente applicazione della 194. E quindi se il piccolo Francesco è scampato alla morte doveva essere ammazzato prima.
Ma come stanno le cose a Trapani? Davvero ci sono donne che non possono essere seguite negli aborti e quindi devono ricorrere al “fai da te”? Il sito dell’Asl è carente di queste informazioni che – ci dice al telefono un’addetta del consultorio – vanno chieste via posta certificata alla direzione generale.
In attesa di una risposta, però, la Bussola è andata al Sant’Antonio Abate per cercare di capire com’è la situazione: «Il servizio è assolutamente garantito e non ci sono problemi di rifiuti, anzi ci sono dei percorsi preferenziali», ci spiega un’infermiera che conosce bene la situazione, ma non essendo stata autorizzata a parlare dall’azienda, chiede di rimanere anonima.
Insomma: nessun ostacolo, nessun rifiuto. «Al Sant’Antonio abate è presente una sola ginecologa non obiettrice che pratica gli aborti e tre ostetriche. Al martedì avvengono i colloqui con le donne inviate dal consultorio e al giovedì si fanno gli interventi». Quanti? Chiediamo. «4 o 5 al giorno. Negli anni scorsi l’azienda aveva cercato di «precettare qualche medico in più, ma col passare del tempo si sono tutti sfilati dal servizio e si sono dichiarati obiettori di coscienza».
Resta dunque una sola ginecologa. È “sufficiente” per coprire il servizio? «Assolutamente sì – prosegue la donna – non sono mai emerse lamentele, né richieste particolari. Posso confermare che tutte le donne che chiedono di abortire, possono farlo in pochi giorni e, anche non dovessero farlo con l’aborto chirurgico, a Trapani si somministra anche quello farmacologico, quindi ribadisco: nessun rifiuto».
Dunque, a Trapani, almeno, non c'è nessun problema nell'applicazione della 194. La campagna del Pd è solo una strumentalizzazione per porre il tema della lotta agli obiettori. Peccato che non si accorga che in questo modo sta dicendo che il piccolo Francesco andava ammazzato prima.