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Nella disputa siro-malabarese ci mancava solo il "Filioque"

I sacerdoti di Ernakulam che rifiutano di "volgersi a Oriente" trovano un nuovo argomento nella clausola del Credo.

Borgo Pio 08_03_2024
Wikimedia Author: Logosx127

Credo nello Spirito Santo (...) che procede dal Padre... e dal Figlio. Mille anni dopo lo Scisma d'Oriente, la clausola "e dal Figlio" (Filioque) torna a far discutere all'interno di una Chiesa orientale, ma in comunione con Roma. Come è noto, la Chiesa siro-malabarese da anni è divisa sulla liturgia "uniforme", ovvero un ritorno parziale a celebrare rivolti ad orientem, sancita da un sinodo e caldeggiata dalla Santa Sede, ma osteggiata dalla maggioranza dei sacerdoti dell'arcieparchia di Ernakulam. E che c'entra il Filioque? Lo racconta Pillar Catholic.

Nella querelle entra in gioco una lettera di Mar Joseph Perumthottam, vescovo di Changanacherry, che afferma la possibilità di omettere il Filioque poiché, essendo inserito fra trattini nei libri liturgici siro-malabaresi, sarebbe di conseguenza facoltativo (senza che questo però comporti la negazione della relativa dottrina). Possibilità già affermata nel 1959 dalla Santa Sede tramite l'Ordo Celebrationis Quddasa iuxta usum Ecclesiae Syro-Malabarensis. Dall'argomento traggono pretesto ora i preti di Ernakulam per rifiutare la "liturgia uniforme": se è possibile scegliere addirittura su una clausola del Credo, dunque su una questione de fide, perché doversi adeguare per forma a una specifica modalità rituale?
Dopo l'invio di un visitatore apostolico, con relative minacce di scomunica, dopo la rinuncia del cardinale Alencherry (altro bersaglio polemico dei "ribelli"), un altro argomento torna a infiammare i mai sopiti animi siro-malabaresi.