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Nella chiesa di San Lorenzo, con la graticola del maritirio

Quella di San Lorenzo a Milano, è una delle basiliche più antiche del capoluogo lombardo anche se ancora risultano incerte la datazione. L’intitolazione al martire è documentata solo dal 590, epoca già longobarda e la basilica rappresenta ancora oggi una preziosa testimonianza della magnificenza della città imperiale.

Cultura 18_04_2015
La basilica di san Lorenzo a Milano

Sedici colonne marmoree alte più di sette metri, dai capitelli corinzi, provenienti da un edificio romano, forse un tempio pagano del II o III secolo, erano parte di un colonnato antistante la basilica di San Lorenzo Maggiore a Milano e rappresentano oggi una preziosa testimonianza della magnificenza della città imperiale. La basilica sorge alle loro spalle su un’area un tempo fuori dalle mura, limitrofa all’Anfiteatro, al Circo e a Palazzo imperiale, da cui probabilmente provennero i materiali utilizzati per la sua costruzione. Quella di San Lorenzo è, dunque, una delle basiliche più antiche del capoluogo lombardo, anche se ancora risultano incerte datazione e committenza della fondazione. L’intitolazione al martire è comunque documentata solo dal 590, epoca già longobarda. 

Il tempio era ed è ancora costituito da un corpo centrale mosso da esedre che si aprono a pianterreno su deambulatorio e al piano superiore su matronei, riservati alla corte più che alle donne. È plausibile che il livello inferiore delle pareti fosse rivestito da marmi e quello superiore da mosaici, di cui restano alcune tracce. Punto di raccordo è la grande cupola, interamente rifatta dopo il crollo improvviso del 1573. Durante i lavori di ricostruzione si verificò un episodio miracoloso, predetto da Carlo Borromeo: una donna fu guarita davanti al dipinto della Madonna del latte, ora sistemato sull’altare barocco maggiore, un tempo esposto sulla piazza retrostante.

Il corpo di fabbrica è affiancato da quattro torri campanarie e da tre edifici, all’esterno ottagonali, collegati al tempio. Ad oriente San Ippolito, a croce equilatera, fu utilizzato, fin dall’inizio, per accogliere le reliquie del santo. A nord il più tardo San Sisto fu voluto dal vescovo Lorenzo e da lui destinato alla sepoltura dei vescovi cittadini. A sud, correlata al tempio da un atrio quadrato absidato ai lati, la Cappella della Regina è cosiddetta in onore di Galla Placidia, che ebbe un ruolo importante nella sua costruzione. Dedicata in origine a San Genesio fu intitolata nel Medioevo a S. Aquilino, morto a Milano nel 1015 per mano degli eretici che strenuamente avversava. Nel 1581 S. Carlo Borromeo lo proclamò compatrono della città.  

L’ambiente, cui si accede oltrepassando uno splendido portale di marmo smontato da un edificio del I secolo, conserva da milleseicento anni la struttura originale con nicchie alternativamente rettangolari o semicircolari e un secondo ordine praticabile. E originali sono ancora gli splendidi mosaici che risalgono al VI secolo. La scena della Traditio Legis con Cristo assiso tra i discepoli, è su fondo oro, colore che vuole significare l’abbagliante luce del Paradiso.  Più rara, e frammentaria, è l’iconografia dell’altro catino absidale che riproduce la scena del Sol Invictus con la quadriga trainata da cavalli verso il cielo. All’interno del corpo centrale, sopra i forti pilastri, ricorre come motivo ornamentale la graticola, simbolo di San Lorenzo e strumento del suo martirio, consumato a Roma, durante le persecuzioni di Valeriano, nel 258.