Nel Purgatorio brilla la virtù dell'amicizia
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Nel canto XXIII del Purgatorio continua il percorso sulla poesia intrapreso da Dante nel canto XXI. Ora la riflessione è passata dalla letteratura antica (i poemi epici di Stazio e di Virgilio) a quella contemporanea, in particolare a quella comico – realistica. Lo stesso Dante si è cimentato in componimenti giocosi, come nella tenzone con il senese Cecco Angiolieri (suo antagonista) o in quella con Forese Donati, suo amico.
Una moltitudine di anime, «oscura e cava» negli occhi, smunta ed emaciata nel volto tanto che le ossa sembrano perforare la pelle, procede guardando Dante e Virgilio con grande meraviglia. Sono i golosi della sesta balza del Purgatorio che sembrano portare impresso nel viso la scritta «OMO». Le due O sono i due occhi mentre la M è disegnata dal naso. Tra di essi Dante incontra proprio l’amico Forese Donati, morto da pochi anni.