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ISLAMIZZAZIONE

Nel mese di Ramadan, scene di ordinaria sottomissione

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La cena per l’ifṭār in piazza e le scuole chiuse per la fine del Ramadan, le ragazzine cristiane picchiate perché mangiano e "cene dell'amicizia" nelle parrocchie. Scene così in tutta Italia (ed Europa), ordinaria sottomissione all'islam politico. 

Libertà religiosa 28_03_2025
Ramadan a Roma (La Presse)

Con il patrocinio di Palazzo Marino nella serata di venerdì 21 marzo, in piazza Duca d’Aosta, davanti alla Stazione Centrale di Milano, lunghissime tavolate e centinaia di musulmani si sono incontrati per l’ifṭār -  il pasto con il quale i musulmani interrompono il digiuno durante il mese di Ramadan. Mentre tutt’intorno regnava un religioso silenzio, un imam, con un ottimo impianto audio, ha intonato un solenne canto del muezzin con “Allah Akbar” che è riecheggiato a lungo e poi il via alle danze. In nome della condivisione, certamente, e dell’inclusione, figuriamoci, il piazzale antistante la Stazione Centrale - tristemente noto per essere uno dei principali luoghi di spaccio della città oltre che residenza preferita degli immigrati irregolari -, è stato ripulito in fretta per lasciare spazio all’islam con la benedizione di Sala, dei consiglieri milanesi di Forza Italia e del vicario episcopale dell’arcivescovo di Milano. Chi paga? Consolato del Qatar e sponsor privati. 

Niente di nuovo, intendiamoci.

Del resto, l’ifṭār si festeggia da anni nella cattedrale di Bristol come in quella di  Southwark, a Londra. Ma quest’anno, per la prima volta, anche la Camera dei Comuni del Regno Unito ha ospitato un’ ifṭār, con la partecipazione del primo ministro Starmer.

Come in Francia, appena dopo la riapertura - in seguito all’incendio doloso della chiesa di Saint-Sulpice, la seconda chiesa cattolica più grande di Parigi dopo Notre Dame -, s’è pensato di allestire uno “spazio per la preghiera musulmana”. Ma le polemiche hanno imposto di interrompere  quella che doveva essere una tradizione. Anche le chiese cattoliche di Lilla festeggiano il Ramadan.

A Colonia, Germania, succede che una madre non vuole che la figlia di 9 anni vada in gita scolastica alla grande moschea di Colonia, nel quartiere di Ehrenfeld, per il Ramadan. Allora le arriva direttamente una missiva dalla scuola elementare di Longerich che suona come una minaccia: «se ritira sua figlia dalla gita, non le verrà consentito di partecipare a nessuna delle gite future». Quindi in Germania, se non vuoi mandare tuo figlio alla moschea, vieni punito. 

Siamo nella stessa Colonia dove la chiesa cattolica di San Teodoro ha finanziato la moschea di Erdoğan in nome di un fantomatico dialogo interreligioso, ma soprattutto asserendo che dall’islam e dagli imam ci sia solo da imparare.   

Alla scuola Carl Zuckmayer di Berlino tutti gli studenti sono costretti a festeggiare la fine del Ramadan il 28 marzo. «L’incontro è obbligatorio perché le altre lezioni sono annullate», ha scritto la scuola. Lo ha raccontato il padre di uno studente alla Bild, «a scuola non si festeggia né il Natale, né la Pasqua: in Germania non ci sono eventi obbligatori per nessuna delle feste cristiane. Ma i nostri figli devono osservare il Ramadan?».

Nel frattempo, in Italia, a Cremona, sull’autobus di ritorno da scuola, due ragazze, pochi giorni fa, hanno preso a schiaffi una coetanea italiana perché stava mangiando un panino: «Put***a non puoi mangiare, c’è il Ramadan». Quando poi l’autista è intervenuto per difendere la ragazzine, si è preso un paio di schiaffi anche lui, gli hanno rotto gli occhiali ed è finito al pronto soccorso.

È il secondo anno consecutivo, che il Ramadan fa chiudere, a Pioltello, la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria nel Milanese. Le polemiche che s'inseguono hanno provocato l’indignazione della chiesa cattolica locale. Così i parroci hanno pensato di leggere durante la messa una lettera di solidarietà alla scuola e al preside. 

La Regione Campania ha deciso, invece, di sfidare il Ministero e dare, da due anni a questa parte, la libertà alle scuole di poter chiudere per il Ramadan. 

A Soresina, in provincia di Cremona, una scuola lo scorso anno aveva chiesto di evitare il consumo di cibo e bevande in luoghi pubblici all’interno dell’istituto durante le ore di digiuno del Ramadan. «Vi incoraggio a dimostrare sensibilità culturale e religiosa durante il Ramadan e a rispettare l’islam, siate comprensivi. Non fissate verifiche, interrogazioni, uscite o momenti importanti per la didattica», ha scritto il preside dell’istituto Bertesi che conta le classi dalla materna alla secondaria. I desiderata per gli studenti musulmani hanno suscitato non poche perplessità. E così quest’anno sono stati ritirati. 

A Modena,  una studentessa  è stata picchiata da tre compagne di classe perché non voleva più indossare il velo. A Bologna, qualche anno fa, sono stati i genitori a rasare a zero una quattordicenne perché non volevano si togliesse il velo e andasse in giro come le compagne di classe. 

Al Bachelet di Abbiategrasso, hanno organizzato il “laboratorio di hijab” allo scopo di favorire l’integrazione. Per il preside, «sono le ragazze italiane che hanno chiesto alle arabe di sapere come si indossa». 

A Pordenone, una bambina di 10 anni si è presentata a scuola con il niqab. Alla scuola elementare Parini di Torino, i bambini hanno prima frantumato i due crocifissi trovati nell’aula, e poi li hanno lanciati giù dalla finestra. Si tratta di una scuola che ha la fama di essere multiculturale e, recentemente, è stata invitata al Festival della Pastorale migranti proprio per testimoniare integrazione e accoglienza.

A Firenze, al Don Milani di Calenzano, i genitori hanno ottenuto l’esonero dalla mensa durante il Ramadan. Sono sempre di più gli istituti fiorentini, già dalle elementari, che vedono genitori avanzare richieste halal per i menu e, in particolare, garanzie per il mese del Ramadan.  Al Beato Angelico di Firenze, all’ora di pranzo, i bambini musulmani, per il mese sacro dell’islam hanno il permesso di poter lasciare la scuola. Stessa soluzione è stata presa in una scuola di Trento: gli studenti che osservano il digiuno rituale potranno uscire da scuola durante l’orario della mensa.

I  bambini in classe leggono la Bibbia, ma anche il Corano. Succede alla scuola elementare di Chiavazza, uno dei quartieri più popolosi di Biella, dove c’è una grande concentrazione di case popolari e di immigrati.

Il preside del liceo Chiabrera-Martini di Savona ha chiesto agli studenti di evitare «abiti troppo disinvolti» per non offendere la sensibilità islamica durante il Ramadan. Nel frattempo, in sempre più istituti italiani ci sono proteste per le bambine in aula con il niqab.

E  se a Bolzano era stata avanzata la proposta, poi ritirata, di cancellare le gite scolastiche durante il Ramadan, sono anni che da Ravenna a Bologna le scuole organizzano gite alla moschea locale.

Al Marco Polo di Firenze il preside ha offerto gli studenti un’aula per consentire agli studenti musulmani di raccogliersi in preghiera. 

A Bellizzi la sesta edizione di ifṭār insieme: il più grande evento della Regione Campania legato al Ramadan.

Nelle parrocchie di San Bernardino a Milano, a Cantù, di Renate milanese l’oratorio San Filippo Neri di Romano di Lombardia su iniziativa soprattutto della Comunità di sant’Egidio, si organizzano “cene dell’amicizia” per i musulmani che spezzano il digiuno del Ramadan. Evidentemente qualcosa è rimasta dentro alla Comunità di sant’Egidio quando, nel lontano 2001, invitò a Roma lo spietato Yusuf al Qaradawi, l’imam della Fratellanza Musulmana. Quello che legittimò gli attentati suicidi contro le donne e i bambini di Israele, che, con la fama di “moderato” e “innovatore”, difese le primavere arabe, ma sono i dittatori e i terroristi a commemorarlo. A Belluno la diocesi è dal 2018 che organizza la preghiera comune cattolici e musulmani e la cena di rottura del digiuno durante il mese di Ramadan. Quest’anno stessa cena anche per gli islamici nella parrocchia Maria Santissima Madre  di Dio a Rovigo. 

Messaggio per il Ramadan 2025 dalla diocesi di Padova e Torino. Mentre il vicario generale e il vicario episcopale per la pastorale e l’evangelizzazione della Diocesi di Carpi si sono recati in visita alle comunità islamiche del territorio per portare loro gli auguri in occasione del Ramadan a nome del vescovo Erio Castellucci e della Chiesa di Carpi.

«Che Dio, il Misericordioso, benedica le vostre famiglie e le vostre comunità. Ramadan Karim! Ramadan generoso!», è, invece, il messaggio del vescovo. mons. Prastaro (Asti). Mentre l’arcivescovo di Lecce se ne sta all’ifṭār in piazza con le famiglie musulmane.

C’è tutto della dolce conquista islamica d’Europa immaginata da Michel Houellebecq in 'Sottomissione'.