Nadeem Joseph, vittima dell’intolleranza religiosa in Pakistan
L’uomo, cristiano, ha pagato con la vita il rifiuto di lasciare il quartiere popolato da musulmani nel quale si era da poco trasferito con la famiglia
È deceduto il 29 giugno, nonostante cinque interventi chirurgici, Nadeem Joseph, il cristiano che era stato ferito gravemente il 4 giugno da alcuni vicini di casa musulmani (Blog Cristiani perseguitati, 9 giugno 2020). Nadeem aveva acquistato una casa in un quartiere a maggioranza musulmana di Peshawar, Pakistan, e vi si era da poco trasferito con i suoi famigliari. Ma ad alcuni abitanti del quartiere e in particolare alla famiglia di Salman Khan la presenza di una famiglia cristiana è parsa intollerabile. Sono presto nati dissapori, episodi di intolleranza, culminati nell’ingiunzione a Nadeem di lasciare il quartiere. Poi Khan e i suoi figli sono passati alle vie di fatto. Il 4 giugno si sono recati armati a casa di Nadeem, gli hanno nuovamente ordinato di lasciare il quartiere, dandogli 24 ore di tempo per farlo. Quando ha cercato di chiamare la polizia, hanno aperto il fuoco su di lui e i suoi famigliari. Sabir Michael, un cristiano impegnato nella difesa delle minoranze, intervistato dall’agenzia Fides, ha espresso profonda apprensione per questo episodio estremo di intolleranza: “bisogna notare con preoccupazione che sono in aumento simili episodi di attacchi alle comunità più vulnerabili”. “Questo attacco a Nadeem Joseph è la forma peggiore esistente di discriminazione e persecuzione verso le minoranze religiose del Pakistan” ha commentato a sua volta Samson Salamat, presidente del Movimento per la tolleranza in Pakistan, una associazione nata per sostenere il pluralismo e l’armonia interreligiosa.