Muller lascia con lo stop ai lefevbriani
Secondo l'agenzia francese Media-presse l'ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, Muller ha sottoposto una lettera alla Fraternità San Pio X ponendo tre condizioni: una nuova professio fidei, una dichiarazione dottrinale in cui accettare il Vaticano II e la legittimità della messa novus ordo. E questo avrebbe gelato la trattativa.
Domenica scorsa presso le Cappelle della Fraternità S. Pio X, la comunità sacerdotale fondata dal vescovo Marcel Lefevbre, sarebbe stata resa nota una lettera inviata dall'ormai ex prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, cardinale Gherard Muller, a monsignor Bernard Fellay, superiore della Fraternità.
Si tratterebbe, si può ben dire, di un ultimo atto piuttosto rilevante dell'ex prefetto. Secondo gli estratti della lettera resi noti dall'agenzia francese Media-presse, il contenuto è così importante che potrebbe mandare all'aria l'accordo tra Fraternità S. Pio X e Santa Sede, accordo dato ormai per concluso con la predisposizione di una prelatura personale per i seguaci di Lefevbre, simile a quella dell'Opus dei.
In estrema sintesi, questa missiva pone delle condizioni da sottoscrivere da parte di Fellay per far rientrare nella piena comunione con la Chiesa la Fraternità. «...con l'approvazione del Sovrano pontefice», si legge negli estratti pubblicati da Media-presse, «ho giudicato necessario di sottoporre alla Sessione ordinaria della nostra congregazione, riunita il 10 maggio scorso, il testo della Dichiarazione dottrinale che vi è stata consegnata durante l'incontro del 13 giugno 2016, come condizione necessaria in vista del pieno ristabilimento della comunione. Ecco le decisioni unanimi di tutti i membri del nostro dicastero:
- E' necessario esigere dai membri della Fraternità S. Pio X l'adesione alla nuova formula della Professio fidei del 1988. Di conseguenza non è più sufficiente domandare loro di emettere la Professio fidei del 1962;
- Il nuovo testo della Dichiarazione dottrinale deve comportare un paragrafo nel quale i sottoscrittori dichiarano, in maniera esplicita, la loro accettazione degli insegnamenti del Concilio Vaticano II e quelli del periodo post conciliare, accordando a queste affermazioni dottrinali il grado di adesione che è loro dovuto.
- I membri della Fraternità S. Pio X devono riconoscere, non soltanto la validità, ma anche la legittimità del Rito della Santa Messa e dei Sacramenti secondo i libri liturgici promulgati dopo il Vaticano II».
Se le indiscrezioni fossero confermate è chiaro che le già presenti difficoltà, soprattutto interne alla Fraternità, per concludere l'accordo con il Vaticano potrebbero diventare insormontabili. Queste richieste che sarebbero presenti nella missiva Muller si avvicinano di molto a quelle che, di fatto, impedirono che si chiudesse la partita nel 2012, regnante Bendetto XVI.
Finora le notizie ufficiose che sono pervenute da parte vaticana parlavano di un accordo molto più soft, fortissimamente voluto proprio da Papa Francesco, senza porre troppe questioni dottrinali. Nell'attesa di capire se le notizie che trapelano dalla Francia trovino conferme, qualcuno dice che, ancora una volta, il cardinale Muller ha fatto valere la sua contrarietà a un accordo al ribasso con la Fraternità.