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La lettera

Mostra blasfema, l'incoerenza della diocesi di Carpi

La curia di Carpi si trincera dietro lo slogan della sinodalità, ma nel caso della mostra blasfema alla chiesa di Sant'Ignazio dimostra ostinatamente di non voler promuovere il dialogo e la comprensione con i fedeli.

La recente esposizione artistica all'interno della chiesa consacrata di Sant'Ignazio di Carpi ha suscitato una significativa ondata di preoccupazione e malcontento tra i membri della comunità cattolica di Carpi. Le opere dell'artista contemporaneo Andrea Saltini, raffiguranti Nostro Signore Gesù Cristo e la Vergine Maria in contesti controversi, hanno scatenato dibattiti sull'opportunità e il rispetto dei valori e dei simboli religiosi.

La mostra, che include dipinti da molti considerati offensivi per la sensibilità religiosa, ha generato un profondo senso di disorientamento e disagio tra i fedeli. Una petizione avviata dall'Associazione Pro Vita e Famiglia Onlus, volta alla rimozione delle opere, ha raccolto oltre 30.000 firme, evidenziando la forte opposizione di una parte consistente della comunità cattolica all'allestimento.

Particolarmente problematico è stato il posizionamento di un'opera di particolare controversia davanti all'Altare Maggiore, raffigurante Nostro Signore Gesù Cristo in un contesto interpretato da molte persone come osceno. Questo ha sollevato ulteriori preoccupazioni sulla sua idoneità, soprattutto in un luogo sacro dedicato alla celebrazione dell'Eucaristia.

Gli oltraggi ai simboli religiosi spesso alimentano cicli di sdegno. Pertanto, ritengo poco saggia l'ostinata difesa che la diocesi di Carpi sta facendo della mostra. Invece di promuovere il dialogo e la comprensione reciproca, questa ostinazione promuove divisioni, rafforza i pregiudizi e scatena conflitti nella comunità. Sono sorpreso che la curia di Carpi si trinceri comodamente dietro lo slogan della sinodalità, concetto che implica ascolto e realismo. Questo non dovrebbe implicare un'orgogliosa e chiusa autoreferenzialità; l'ostentazione pedante di tali slogan di moda deve essere accompagnata dai fatti, altrimenti chi ne fa uso senza coerenza e realismo perde ogni credibilità.

Bene ha fatto l'avvocato Francesco Minutillo a presentare un esposto a nome di numerosi fedeli che si sono sentiti offesi. Ci appelliamo alla saggezza e al discernimento delle autorità ecclesiastiche della Santa Sede, a cui abbiamo segnalato la situazione, affinché affrontino il problema con compassione e attenzione verso tutte le parti coinvolte, nella speranza di trovare una soluzione ragionevole che promuova pace e unità nella comunità dei fedeli.

Simone Ortolani