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IL CASO

Mortara sbarca negli Usa e il "kolossal" di Spielberg sfuma

Steven Spielberg lavorava a un film sul “caso Mortara”, il bambino ebreo diventato cristiano e che la vulgata anticlericale ha descritto come "rapito" e battezzato a forza da Pio IX. Ma negli Usa è uscita la traduzione dell'autobiografia scoperta da Messori. Così il regista, accampando scuse, ha abbandonato il progetto. 

Ecclesia 02_02_2018

Il celebre regista e produttore americano, ebreo praticante, Steven Spielberg, stava per iniziare le riprese di un film sul “caso Mortara”. Naturalmente, la pellicola (distribuita nel mondo intero) avrebbe seguito la vulgata, secondo la quale il piccolo Edgardo Mortara, su ordine di Pio IX, a sette anni sarebbe stato crudelmente strappato dalle braccia dei genitori, israeliti di Bologna, portato a Roma e allevato in collegi cattolici, imponendogli di diventare cristiano. E questo perché, quando era neonato e rischiava di morire, una domestica cristiana lo aveva nascostamente battezzato.

Gli anticlericali laici e le comunità ebraiche ne fecero un caso clamoroso, a livello mondiale, per denunciare la disumanità della Chiesa. Ma nel 2004 Vittorio Messori, lavorando negli archivi romani dei Chierici Regolari Lateranensi, fece una scoperta imprevista e anche, sul piano storico, clamorosa: scoprì l’autobiografia inedita che lo stesso Mortara, fattosi religioso fervoroso ed esemplare, scrisse nel 1888, quando aveva 37 anni. Stanco delle menzogne sul suo “caso”, padre Mortara spiegò come erano andate davvero le cose.

La sua è un'apologia commossa di quel papa diffamato che, in realtà, fu per lui un vero padre. Ma anche un’apologia della Chiesa cattolica, di cui volle a ogni costo divenire un monaco, instancabile nell’apostolato. Messori ha pubblicato il documento, presso la Mondadori, con il titolo: “Io, il bambino ebreo rapito da Pio IX” premettendo una introduzione di ben 70 pagine. Sul libro vi sono stati malumori ma nessuno ha potuto polemizzare, essendo inconfutabile l’autobiografia di mano dello stesso protagonista.  

Spielberg stava lavorando al progetto del suo film tenendo come base (come aveva detto egli stesso in una intervista) autori che danno versioni faziose e diffamatorie sul “caso” che viene ancora usato come arma contro i cattolici. Ora, finalmente, dopo vari tentativi di bloccare la traduzione americana, il volume curato da Messori è uscito col titolo “Kidnapped by the Vatican?” e con l’introduzione di celebri storici statunitensi. Editrice è la Ignatius Press di San Francisco, la nota e stimata casa editrice dei gesuiti americani.

A questo punto, un colpo di scena: Spielberg ha annunciato di avere sospeso il lavoro per il film. Motivazione ufficiale: si era recato in Italia per trovare un ragazzino che potesse sostenere la parte del giovanissimo “rapito”. Ha detto in una intervista: “Ho visto un migliaio di giovanissimi ma non ne ho trovato alcuno che mi soddisfacesse”. Singolare spiegazione per il blocco di un colossal per il quale tutto era preparato. Non è dunque a caso se molti, in America, sospettano che il dietrofront del celebre regista sia stato imposto dalla pubblicazione della autobiografia dello stesso Mortara che mostra la falsità di tante cose uscite in quasi un secolo e mezzo sul suo “caso”.