Mons. Kräutler: "Il prossimo Papa dovrà fare un concilio"
Deluso da almeno un paio di Sinodi non abbastanza rivoluzionari, il presule auspica il ritorno della "primavera" conciliare: anche gli anni '60 hanno i loro "indietristi".
Ciclicamente qualche nostalgico della "primavera conciliare" auspica un nuovo concilio. Deja vu, si direbbe leggendo l'intervista del vescovo austriaco Erwin Kräutler, 84enne prelato emerito di Xingu, in Brasile.
Mons. Kräutler non è molto entusiasta del Sinodo, ma per motivi opposti a quelli espressi più volte qui su La Bussola: «Non ne verrà fuori nulla», dice intervistato da Kath.ch. «A parte i costi, non è stato fatto nulla. Il problema è che non tutti i temi della riforma vengono affrontati». E cosa manca? «Inizialmente l'ordinazione degli uomini sposati, poi il diaconato femminile. L’ordinazione delle donne sarebbe il passo successivo». Sul punto era rimasto deluso anche dal Sinodo dedicato all'Amazzonia: «perché papa Francesco aveva dichiarato a noi – vescovi – prima del sinodo: "Fatemi proposte coraggiose". Ma alla fine non l'ha accettato, il che mi ha davvero frustrato e deluso. Durante il sinodo l'80% dei vescovi ha votato a favore dei viri probati e del diaconato femminile. È inconcepibile che papa Francesco non ne abbia parlato nella sua esortazione apostolica».
Se Francesco in parte lo ha deluso, si è detto invece «irritato» dal «Papa polacco» (che neanche nomina), e sempre per le solite ragioni, con in più la colpa di aver «lottato a lungo contro la teologia della liberazione». Mons. Erwin è comunque convinto che «la Chiesa non può cancellare le iniziative che Papa Francesco ha lanciato. Ma spetterà al prossimo Papa convocare un concilio», perché, ricorda: «Ho vissuto il Concilio Vaticano II quando ero giovane. Fu una primavera per la Chiesa. Questa primavera è di nuovo necessaria».
Anche il Sessantotto ecclesiale ha i suoi "nostalgici" e "indietristi": è l'avanguardia di ieri.