Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Teresa di Gesù Bambino a cura di Ermes Dovico
il voto

Moldavia, l'interferenza europea sa di neocolonialismo

Ascolta la versione audio dell'articolo

In Moldavia vince il partito filoeuropeista, ma solo dopo che i partiti nazionalisti sono stati estromessi per mai provate interferenze filorusse. 

Esteri 30_09_2025

Il più grande scandalo e la maggior interferenza nelle elezioni democratiche di un paese europeo è accaduto sotto i nostri occhi in Moldavia con le elezioni celebratisi domenica per il rinnovo del parlamento. L’Europa e non la Russia, ha svenduto ogni valore e principio democratico pur di manipolare il voto ed imporre propri alleati, comportandosi come spietati colonizzatori, in barba ad ogni libertà dei cittadini moldavi. 

Con la vittoria del “Partito d'azione e solidarietà” (PAS), filoeuropeo, che ha ottenuto una nuova maggioranza alle elezioni parlamentari con il 49,85% dei voti e 55 seggi su 110, mentre il “Blocco elettorale patriottico”, favorevole alla neutralità tra Russia ed Europa, ha ottenuto il 24,36%, 26 seggi, si sancisce il diritto-dovere da parte di Bruxelles e delle capitali europee di interferire pesantemente in ogni elezione politica che si svolga in quei paesi che vogliano divenire membri della stessa Unione europea. L’altro schieramento di opposizione, il “Blocco Alternativa”, filorusso con l’8,02%, 8 seggi, si è classificato al terzo posto, seguito dal partito populista “Nostro Partito” che ha ottenuto il 6,24% dei voti, 6 seggi,  e dal partito nazionalista della “Democrazia Nazionale” con il 5,56%, 6 seggi.

I dati elettorali indicano che il PAS avrà una netta maggioranza, circa 55 dei 101 seggi del parlamento e dunque sarà possibile costituire un governo in linea con i desiderata della Presidente Sandu, delle capitali europee e di Bruxelles. Facile prevedere che la colonia Moldava diventerà una nuova trincea dello scontro con la Russia e altre migliaia di morti si accatasteranno a causa delle follie e miopie europee.

Dopo aver espresso il suo voto domenica, la presidente della Repubblica Maia Sandu aveva ribadito le solite affermazioni e accuse, secondo cui la Russia aveva e stava ancora «interferendo massicciamente» nelle elezioni, affermando di aver votato «per mantenere la pace» e insistendo, ad urne aperte e in diretta televisiva, sul fatto che il futuro del suo Paese è solo all'interno dell'UE. Igor Grosu, leader del Partito d'Azione e Solidarietà, aveva dichiarato dopo la chiusura delle urne che «i tentativi della Russia di dirottare il processo elettorale sono stati enormi» e che le istituzioni statali hanno compiuto sforzi per garantire la sicurezza e l'integrità del voto, nonostante la Russia abbia ripetutamente negato l'ingerenza in Moldavia e la scorsa settimana ha respinto le accuse definendole «infondate». 

Addirittura, a pochi giorni dal voto, era stato il premier moldavo Dorin Recean ad allertare, senza alcuna prova l’intera opinione pubblica del paese e dei paesi europei, su come la Russia stesse spendendo milioni di euro per «prendere il potere» alle elezioni attraverso sistemi di acquisto di voti su larga scala e migliaia di attacchi informatici alle infrastrutture governative. La realtà purtroppo è ben diversa. Per certo tentativi di condizionare pesantemente il voto a favore del partito filo europeo e della presidente in carica Maia Sandu sono stati fatti apertamente. Il 4 luglio António Costa, presidente del Consiglio europeo, e Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, avevano incontrato Maia Sandu, presidente della Moldavia, unitamente ai leader delle autorità moldove a Chisinau per il primo vertice UE-Moldavia, per assicurare fondi europei, discutere di sicurezza e sostenere i partiti pro europeisti, in un momento cruciale dello sviluppo democratico del paese e del suo percorso europeo.

Il 27 agosto invece la presidente moldava accoglieva a Chișinău Emmanuel Macron, Friedrich Merz e Donald Tusk, in occasione delle celebrazioni nazionali per il Giorno dell'Indipendenza dall'Unione Sovietica, dichiarata il 27 agosto del 1991. Una visita con chiaro intento di fornire il pieno sostegno alla Moldavia in termini di sicurezza, di sovranità e di avvicinamento all'Europa, come sottolineato da un comunicato ufficiale dell'Eliseo. Così ieri, dopo la certezza della vittoria del blocco europeista, i leader di Francia, Germania e Polonia, in una dichiarazione congiunta, si sono congratulati con la Moldavia per «lo svolgimento pacifico delle elezioni, nonostante le interferenze senza precedenti da parte della Russia, tra cui schemi di acquisto di voti e disinformazione».

Ben comprensibile il perchè Bruxelles esulti e Von der Leyen abbia confermato aperture e disponibilità europee. Ci sarebbe da vergognarsi perchè l’Europa, custode di democrazia e valori, ha promosso interferenze inaudite per indirizzare il voto e limitare l’espressione libera del consenso al popolo moldavo, pur di evitare il rischio di una vittoria dei partiti moldavi ‘non allineati, Bruxelles ha preferito bruciarsi l’ultimo barlume di credibilità.  

Una prova certa è il silenzio assoluto di ieri sulle decisioni che in pure stile sovietico e tirannico sono state prese dalla Commissione elettorale nazionale che prima ha impedito a 200 mila cittadini elettori della Transnistria e molte decine di migliaia di elettori moldavi che lavorano in Russia di votare, successivamente venerdì 26 settembre la Commissione elettorale ha vietato il voto al partito “Cuore della Moldavia” ed i suoi trentasei candidati nazionalisti e partecipi alla coalizione “Blocco Patriottico” sono stati cancellati dalle liste elettorali a due giorni dal voto. Non contenti e preoccupati di non riuscire ad ottenere una maggioranza pro europeista in parlamento a poche ore dall’apertura dei seggi, sabato 27 settembre, l'autorità elettorale moldava ha escluso il partito politico "Grande Moldavia" dalla partecipazione alle elezioni parlamentari, a causa di sospetti finanziamenti illegali, azzoppando definitivamente la coalizione di opposizione e favorendo la facile vittoria dei cosiddetti europeisti. 

Visti i sondaggi dei giorni precedenti al voto, nei quali era difficile per il PAS europeista avere la maggioranza parlamentare, Bruxelles, Berlino, Varsavia e Parigi sono intervenute per indirizzare poco democraticamente e il voto di un paese estero. Un vergognoso neocolonialismo.