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GUERRA IN UCRAINA

Missili sulla Polonia. Si apre la nuova crisi Nato-Russia

Tutta l’Europa resta col fiato sospeso. Przewodów, un paese polacco, vicino al confine con l’Ucraina, è stato colpito da due missili non identificati. Due i morti. Incidente o provocazione? I missili parrebbero essere russi ed era in corso un massiccio bombardamento sull'Ucraina. La Nato aspetta, la Russia denuncia la "provocazione". 

Esteri 16_11_2022
Patrick Ryder, portavoce del Pentagono

Tutta l’Europa resta col fiato sospeso e guarda sulla mappa dove si trovi Przewodów, nella Polonia orientale, a sei chilometri e mezzo dal confine con l’Ucraina. È in quel paese che ieri sono caduti due missili non identificati, provocando la morte di due agricoltori che lavoravano nei campi e incenerendo diversi autoveicoli agricoli. Poteva essere una strage anche peggiore, se uno dei missili avesse colpito degli appartamenti, poco lontani dal punto di impatto. La Polonia ha chiesto l’attivazione dell’articolo 4 della Nato, che prevede consultazioni urgenti per ogni volta che un membro dell’Alleanza ritenga che sia minacciata “l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza”.

C’è molta cautela sull’accaduto, perché potrebbe portare a un incidente militare di prima grandezza fra Nato e Russia. Prima di tutto è bene tener presente il contesto: nella giornata di ieri, i russi hanno lanciato 85 missili contro bersagli militar-industriali ucraini, fra cui anche molte centrali elettriche. Le province più occidentali del Paese, compresa Lviv presso il confine polacco, non sono state risparmiate dal bombardamento. Lviv ha subito il danneggiamento della sua centrale elettrica e l’80% della città è rimasta al buio, senza acqua e senza riscaldamento. E si trova a 70 km dal punto di impatto dei missili in territorio polacco. Quando volano quasi cento missili e le batterie anti-aeree ucraine entrano in azione, un incidente oltre il confine diventa molto più probabile. Resta da risolvere il rebus su chi abbia lanciato gli ordigni e perché.

I missili sarebbero di fabbricazione russa, per i media polacchi e tedeschi, infine anche secondo la conferma data da un alto funzionario dell’intelligence americana, rimasto anonimo, citato dall’Associated Press. Il fatto che i missili siano di fabbricazione russa è stato confermato anche dal portavoce del ministero degli Esteri polacco, Lukasz Jasina. Il governo di Varsavia ha convocato l'ambasciatore russo per "immediate spiegazioni dettagliate". Mariusz Gierszewski, il reporter polacco che per primo ha dato la notizia, ha scritto sul suo account Twitter che quelli caduti in territorio polacco potrebbero essere i resti di un missile russo colpito, dunque deviato, dalla contraerea ucraina. 

Il ministero della Difesa di Mosca ha definito l'episodio una «provocazione deliberata» mirata a «provocare una escalation», dicendo che non c’è stato «alcun attacco» in quella zona. Mosca ha anche detto che le armi mostrate dalle immagini polacche «non sono russe». Immediata la risposta dall’Ucraina: «La Russia ora sta promuovendo una teoria complottista secondo la quale sarebbe un missile della difesa aerea ucraina ad essere caduto nel territorio polacco. Questo non è vero».

Da parte della Nato e degli Usa, l’atteggiamento è molto più prudente e di attesa. «Siamo al corrente delle notizie di stampa sulla caduta di missili russi in Polonia. Al momento non abbiamo altre informazioni che possano confermarle, ma difenderemo ogni centimetro di territorio della Nato», ha detto il portavoce del Pentagono Pat Ryder. Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato ha affermato via Twitter «la necessità di accertare con precisione» i fatti. Anche il portavoce del governo polacco Piotr Müller non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento.

Nel colloquio telefonico con il presidente polacco Andrzej Duda, l'omologo americano Joe Biden ha espresso «le profonde condoglianze per la perdita di vite umane nell’est della Polonia» ed «ha offerto il pieno sostegno ed aiuto degli Stati Uniti per l’indagine polacca» sui missili caduti sul suo territorio. Gli ambasciatori della Nato, oggi, parteciperanno ad una riunione d’emergenza.

La crisi che si apre è imprevedibile. La morte di due persone impone ai governi Nato di fare qualcosa. Ma è proprio quel “qualcosa” che determinerà il successo o l’insuccesso, la pace o la guerra. Ci sono stati pochi altri momenti recenti di tensione peggiori di questo, come quando, nel 2015, un F-16 turco abbatté un caccia-bombardiere russo al confine fra Siria e Turchia. Ma la guerra siriana era lontana sia dalla Russia che dall’epicentro della Nato europea. Per quanto riguarda l'episodio di ieri, uno o due missili erranti non costituirebbero un attacco. È difficile che la Russia abbia deliberatamente mirato a colpire un piccolo paese di frontiera.  Ancor più difficile che si tratti di una provocazione ucraina, come denuncia Mosca (se lo fosse, la Nato sarebbe comunque in grado di scoprirla in fretta). La Russia nega di aver lanciato attacchi nell’area, quindi smentisce anche la tesi dell’incidente. Ma, dall'affondamento del sommergibile Kursk (2000) in avanti la Russia post-sovietica ha una già lunga tradizione di segretezza assoluta sulle questioni militari, difficile che ammetta qualcosa. In ogni caso, si tratta di un incidente avvenuto nel cuore della tensione fra Nato e Russia, di per sé molto pericoloso. E due persone sono morte, nessun può far finta di nulla.

Aggiornamento ore 9: Nella prima conferenza stampa rilasciata alla mattina sull'incidente, il presidente americano Joe Biden, a Bali per il vertice del G20, ha dichiarato che è troppo presto per giungere a conclusioni certe perché si sta ancora indagando, ma che "è improbabile, in linea con la traiettoria, che il missile sia stato sparato dalla Russia".