Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Maria Maddalena a cura di Ermes Dovico

DONNE E TV

Miss Italia, specchio di un'Italia cambiata

All'origine il concorso era molto trasgressivo per l'epoca, oggi è quasi un programma per educande, visto cosa ci propina la tv ogni giorno.

Attualità 23_09_2011
miss italia 2011
Una scialba edizione sottotono e in crisi di ascolti, quella di Miss Italia 2011, trasmessa in diretta domenica 18 e lunedì 19 settembre su Rai 1 sotto la conduzione di Fabrizio Frizzi. Per la cronaca, ha vinto Stefania Bivone, diciottenne calabrese, studentessa con la passione del canto. Ma il concorso per l’elezione della reginetta tricolore, giunto alla sua 72ª edizione, da tempo non ha più niente a che vedere con ciò che era alle origini.

Le primissime edizioni avevano un sapore decisamente trasgressivo rispetto ai costumi (sociali) dell’epoca, soprattutto perché facevano sfilare in costume (da bagno) ragazze che soltanto su quella passerella potevano permettersi di mostrarsi seminude in pubblico. E che spesso, proprio per questa loro “sfacciataggine”, rischiavano di essere considerate come delle poco-di-buono. Peraltro, molte delle vincitrici di quei primi anni sono diventate famose come attrici di cinema, mentre le reginette di ultima generazione soltanto in rarissimi casi riescono a diventare conduttrici di qualche programma in tv e a guadagnarsi un paio di copertine sui rotocalchi popolari.

L’antesignano della kermesse è il concorso “Cinquemila lire per un sorriso”, lanciato nel lontano 1939 da un’idea di Dino Villani insieme allo scrittore e sceneggiatore Cesare Zavattini per sponsorizzare – o reclamizzare, come si diceva allora – una nota marca di dentifricio. Ma a quel tempo l’esibizione di corpi doveva ancora venire: le aspiranti al titolo di “Miss Sorriso” si limitavano a mandare una foto senza dover sfilare in passerella.

Dopo l’edizione del 1941, la manifestazione subisce uno stop di 4 anni, fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Passata la guerra, Dino Villani cambia nome al concorso, che diventa “Miss Italia” (o anche “La bella italiana”). Per la prima volta, accanto alle selezioni fotografiche, si ricorre alla scelta personale delle candidate. Giornali e riviste vedono aumentare le proprie tirature con la pubblicazione delle foto delle ragazze, crescono i cortometraggi e i film ispirati al concorso, registi e produttori aspettano la manifestazione per reclutare le nuove leve di interpreti.

La successiva evoluzione porta a una crescente popolarità, ma anche a una progressivo e costante adeguamento alla sensibilità della società italiana. Il concorso attraversa (quasi) indenne gli anni della contestazione e del femminismo, pur raccogliendo a ondate critiche per il modo riduttivo, strumentale e un po’ esibizionista in cui viene presentata la donna.
L’approdo in tv della manifestazione avviene nel 1979, prima su un circuito di emittenti locali e nel 1981 su Canale 5; soltanto dal 1989 viene trasmessa in diretta televisiva su Rai 1. Nel tentativo di normalizzare la kermesse e smorzare sul nascere i possibili spunti polemici sullo sfruttamento della figura femminile, si interviene a più riprese: nel 1990 vengono abolite le “misure” delle ragazze (seno-vita-fianchi), nel 1994 il concorso viene aperto anche alle donne sposate e alle mamme, nel 1996 l’elezione di Denny Mendes abbatte un’altra barriera, assegnando per la prima volta il titolo a una ragazza di colore.

Il filone del politicamente – e socialmente – corretto si interrompe bruscamente nel 2007, quando scoppia la polemica sul “lato B” delle aspiranti miss. Tutt’a un tratto qualcuno si è svegliato e si è accorto che il concorso è tornato a essere un po’ troppo trasgressivo: bisogna correre ai ripari. Ma lungo i 72 anni di concorso il mondo è cambiato, si è modificato il comune senso del pudore e si sono moltiplicate le strade per raggiungere la notorietà attraverso la televisione e. Il piccolo schermo pullula di veline, letterine, soubrette e belle statuine di sesso femminile, da guardare più che da ascoltare; al confronto, le concorrenti di Miss Italia sono ingenue educande, nonostante i centimetri di pelle che continuano a esibire.

Oggi le protagoniste della kermesse sono ragazze acqua e sapone, che negli anni più recenti hanno acquistato il dono della parola. Alla tradizionale passerella in costume si sono aggiunte le coreografie in abiti firmati, le riprese fuori scena e le interviste a tu per tu con il conduttore di turno. E così si scopre che le aspiranti reginette sono tutte acqua e sapone, casa e scuola, musica e sport. Credono nella famiglia, nell’amicizia, nell’amore vero e nei buoni sentimenti, antepongono la volontà di formarsi una solida cultura all’aspirazione a entrare nel mondo dello spettacolo. Però, se vincono… sono più contente.

Quanto è ancora “trasgressiva” questa manifestazione, in un’epoca televisiva in cui la figura femminile è tornata a essere molto vicina a quella della donna-oggetto, con buona pace di moralisti e benpensanti? E quanto serve a scoprire nuovi volti da lanciare nel mondo dello spettacolo? Come confermano le cronache recenti, altre sono le “miss” che in questi ultimi tempi fanno parlare di sé, e non è certo la passerella di Miss Italia il luogo più adeguato per guadagnare l’agognata notorietà.