Misericordia, ecco dove sta la novità del cristianesimo
Scade alla mezzanotte di oggi la possibilità di lucrare l’indulgenza plenaria concessa dal Perdono d’Assisi, questa volta, prezioso anticipo dell’Anno della Misericordia. Ecco qual è il senso di questa ricorrenza e quali sono le condizioni che ogni fedele deve rispettare per ottenere il perdono.
Scade alla mezzanotte di oggi la possibilità di lucrare l’indulgenza plenaria concessa dal Perdono d’Assisi, questa volta, prezioso anticipo dell’Anno della Misericordia. Occorre ricordare che per ottenere l’indulgenza occorre rispettare queste condizioni:
1 - Visita, entro il tempo prescritto, a una chiesa Cattedrale o Parrocchiale o ad altra che ne abbia l'indulto e recita del “Padre Nostro” (per riaffermare la propria dignità di figli di Dio, ricevuta nel Battesimo) e del “Credo” (con cui si rinnova la propria professione di fede).
2 - Confessione Sacramentale per essere in Grazia di Dio (negli otto giorni precedenti o seguenti).
3 - Partecipazione alla Santa Messa e Comunione Eucaristica.
4 - Una preghiera secondo le intenzioni del Papa (almeno un “Padre Nostro” e un'“Ave Maria” o altre preghiere a scelta), per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice.
5 - Disposizione d'animo che escluda ogni affetto al peccato, anche veniale.
Le condizioni di cui ai nn. 2, 3 e 4 possono essere adempiute anche nei giorni precedenti o seguenti quello in cui si visita la chiesa; tuttavia è conveniente che la Santa Comunione e la preghiera secondo le intenzioni del Papa siano fatte nello stesso giorno in cui si compie la visita.
Il cristianesimo crea un uomo nuovo e un mondo nuovo. Dagli Atti degli Apostoli in poi, da San Benedetto fino ai giorni nostri, l’abbiamo constatato in persone, nelle famiglie e nella società, quando un sussulto di novità ha donato un sobbalzo di grazia. Tuttavia il tempo che passa lascia intravvedere crepe nell'edificio della Chiesa e nelle singole persone. Anche nel giro di esperienze vicine risaltano i limiti di buoni tentativi conclusi malamente. Dov’è dunque la novità del cristianesimo?
Forse la potremmo intravvedere nei tempi lunghi di una storia che ogni volta rinasce contro ogni male e tradimento. Più in profondità, vediamo aprirsi l’alveo nel quale scorre l’ampio fiume della misericordia. La salvezza non consiste solo nelle costruzioni di bene, ma anche e di più nel pentimento e nella conversione, nel perdono e nella misericordia. Davanti ai carcerati della Bolivia, Francesco dice: «Chi c’è davanti a voi?... Quello che sta davanti a voi è un uomo perdonato. Un uomo che è stato ed è salvato dai suoi molti peccati. Quello che ho e quello che amo, voglio condividerlo: è Gesù, Gesù Cristo, la misericordia del Padre». Se anche il Papa si proclama peccatore, dove sta la salvezza e la novità del cristianesimo? Dove sono l’uomo nuovo e la nuova società?
Abitano in un cuore perdonato e che perdona, in una vita riconciliata che torna a sperare; in chi, riconoscendo il male, domanda perdono e intraprende una via di pace. Gesù ci raccoglie dal profondo di un’umanità ferita, dall’abisso della perdizione, e ci porge la mano come alla bambina morta e alla suocera ammalata, rivolge una parola di consolazione come alla donna di Naim, ci lancia uno sguardo imperioso come a Levi-Matteo al banco delle imposte. Il ragazzo pigro e smarrito viene accolto, lo svampito viene incoraggiato e risospinto; la madre sconsolata viene sostenuta, l'uomo indurito viene abbracciato. La debole fede non viene contestata ma promossa al passo successivo; la comunità appassita è accolta e rilanciata dal rinnovarsi dell’annuncio e dal riproporsi della testimonianza; la stortura liturgica accetta di essere corretta e guidata; la solitudine trova compagnia.
Una sovrabbondanza di misericordia ci lava attraverso l’indulgenza plenaria che ogni anno ci attende nei giorni agostani del Perdon d’Assisi: questa volta, prezioso anticipo dell’Anno della Misericordia. La gioia della vita nuova esplode più vivace, e si espande in parole e opere, come chi emerge alla luce e la irradia. E’ il grido del cieco guarito, del lebbroso sanato, del figlio riaccolto. La casa diventa nuova e bella; sperimentiamo la gioia di amare perché siamo amati, di perdonare perché siamo perdonati, di sanare perché siamo sanati. Io e te e noi e tutti insieme, resi vivi dalla misericordia, rinnovati da un Amore più grande.