Minestra da orz
Sarebbe stato normale forse condividere con i lettori il “piatto del pellegrino” menzionato nell’articolo (vedi qui) e che viene offerto al Santuario di San Romedio. Ma è una tradizione recente (ha una cinquantina d’anni) e inoltre è a base di trippe, che non a tutti piacciono.
Ho preferito perciò una ricetta tipica del Trentino, che esisteva al tempo di Romedio: questa zuppa veniva ispessita con la farina, ma nel corso dei secoli è stata sostituita dalle patate, quando queste sono state “importate” in Europa.
Ingredienti per 6 persone
500 g di orzo perlato
300 g di speck
3 carote
2 patate grosse
Una cipolla
3 gambi di sedano
3 spicchi d’aglio
Brodo
Burro
1 rametto di rosmarino
Una foglia di alloro
Sale
Pepe nero
Preparazione
La sera prima mettere a mollo in acqua l’orzo.
Il giorno dopo, in una pentola larga e bassa fare rosolare le carote, la cipolla, l’aglio e le patate tagliate a dadini, usando una noce di burro. Stemperare il soffritto con un mestolo di brodo caldo.
Cuocere per qualche minuto, poi versare nella pentola l’orzo e lo speck. Abbrustolite per qualche istante, poi versate il brodo, fino a coprire gli ingredienti. Aggiungere anche le erbe e continuare fino alla cottura, che deve essere lenta. Aggiustare di sale.
Alla fine condire con pepe nero macinato fresco.
La “minestra da orz” è buona subito ma è ancora migliore consumata qualche giorno dopo, riscaldata.
(Liana Marabini)