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LETTERA APERTA AI VESCOVI INGLESI

«Mi vergogno di essere un cattolico inglese»

«Mi vergogno di essere un cattolico inglese». Così scrive Jean Pierre Casey, nipote del filosofo tedesco antinazista von Hildebrand, in una lettera aperta ai vescovi cattolici di Inghilterra e Galles per il loro atteggiamento di pieno sostegno all'Alder Hey Hospital.

Ecclesia 30_04_2018
Cattedrale cattolica di Westminster, Londra

Quella che segue è la lettera aperta che un cittadino cattolico di Londra, Jean Pierre Casey, ha scritto ai vescovi cattolici di Inghilterra e Galles lo scorso 27 aprile criticando il loro atteggiamento nel caso di Alfie Evans. La lettera è stata pubblicata da Lifesitenews. Casey è il nipote del filosofo tedesco, fiero avversario di Hilter, Dietrich von Hildebrand (1889-1977). La lettera, seppure scritta prima, vale anche come risposta alle ultime, stupefacenti, dichiarazioni del cardinale Vincent Nichols, primate della Chiesa cattolica d'Inghilterra, che riportiamo in altro articolo.

Vostre Eccellenze,

benché possa comprendere il desiderio di abbandonare i toni concilianti quando sia la posta in gioco sia le emozioni sono alle stelle, definire spiacevoli le parole che avete usato nella dichiarazione sul caso di Alfie Evans sarebbe una minimizzazione volgare, soprattutto data l’enfasi posta sulla manifesta «integrità» del personale medico e amministrativo dell’ospedale Alder Hey.

Un ospedale che si comporta come un carcere, imprigionando un bambino contro i desideri dei genitori e contro ogni buon senso non agisce con integrità.

Un ospedale che ricorre all’ingiunzione di un tribunale per impedire a quei genitori di esercitare il proprio dovere legittimo di agire nel migliore interesse del proprio figlio non agisce con integrità

Un ospedale che rifiuta di mettere in discussione la propria (possibile anche se improbabile cattiva) diagnosi non agisce con integrità.

Un ospedale che cerca di cacciare il cappellano che sta portando conforto spirituale a una famiglia che soffre e che amministra i sacramenti non agisce con integrità.

Un ospedale che rifiuta di prendere in considerazione alternative non agisce con integrità.

Un ospedale che richiede la presenza della polizia per impedire ai genitori di esercitare il proprio diritto legittimo di togliere il proprio figlio alle cure di esso - minacciando di denunciare quei genitori per aggressione se soltanto avessero toccato il bambino - non agisce con integrità.

Un ospedale che rifiuta di facilitare l’incontro fra il proprio personale medico e la direzione di un altro ospedale pronto a prendere il bambino in cura non agisce con integrità.

Un ospedale che non coopera con altri ospedali che hanno inviato personale, attrezzatura e mezzi di trasporto medici per sostenere il desiderio di quei genitori di avvalersi di altre forme di cura non agisce con integrità.

Un ospedale che rifiuta d’idratare e di nutrire un bambino non agisce con integrità.

Ancora più importante - e fattore peggiore della scelta spiacevole delle parole usate nella vostra dichiarazione - è il modo umiliante con cui avete evitato il nocciolo della questione: il legame privilegiato che esiste tra i bambini e i genitori, che sono i custodi loro assegnati da Dio.

Nella dichiarazione non si fa parola della sacralità e della dignità della vita umana.

Non si fa parola dei diritti dei genitori in quanto educatori primari e unici custodi legittimi del bambino.

Non si fa parola del diritto primario dei genitori - non dello Stato, dei medici o di giudici non eletti e in disaccordo tra loro - di decidere ciò che ritengono essere l’interesse migliore del proprio figlio.

Poiché manca completamente di affermare l’insegnamento cattolico sulla vita e sulla famiglia, quella non deve essere considerata una dichiarazione cattolica. Definirla così sarebbe profondamente fuorviante.

Più evidente ancora è che, oltre alle migliaia di aborti che procurarono ogni anno, gli ospedali facenti parte del servizio sanitario nazionale britannico stanno diventando industrie della morte non solo per i bambini non ancora nati, ma anche per quelli che già vivono. Adesso ogni genitore del Regno Unito, cattolico o altro, si domanderà giustamente se, facendo ricoverare il proprio figlio in un ospedale del sistema sanitario nazionale del Paese, a quel bambino verrà poi permesso di uscire a rivedere la luce del giorno. Che i nostri vescovi continuino a mostrarsi alleati del sistema sanitario nazionale britannico, difendendo l’indifendibile, va al di là di ogni mia comprensione.

Laddove potreste essere tentati di etichettare il sottoscritto e gli altri che condividono le mie opinioni come “sempliciotti” le cui facoltà intellettive non sono sufficienti ad afferrare le sottigliezze etiche e mediche di questo caso, io risponderei: quando vedo la tirannia la riconosco. Quando vedo l’oppressione la riconosco. Quando vedo l’ingiustizia la riconosco. E lo stesso fanno migliaia di altre persone nel mondo. Se le guide della nostra Chiesa, cioè tutti voi, restano zitte davanti a questa tirannia, a quest’oppressione e a questa ingiustizia, allora non solo vengono meno alla missione di proclamare il Vangelo di Gesù Cristo, non solo vengono meno al dovere di difendere pubblicamente la sacralità e la dignità di ogni vita umana, non solo mancano di difendere i diritti dei genitori in quanto educatori primari e unici custodi legittimi dei figli - mancanze da considerare ognuna un grave peccato di omissione -, ma diventano anche complici di atti gravemente malvagi, in realtà partecipando attivamente a essi.

Mi rammarico di dire che con questo tipo di guida - o, meglio, nell’assenza totale di guida che i nostri vescovi stanno dimostrando -, in gravi frangenti di rilevanza pubblica dove una forte testimonianza pubblica a difesa della vita, della famiglia e dei diritti parentali dati da Dio ai genitori sarebbe non solo necessaria quanto in verità un obbligo morale, non meraviglia che il gregge dei cattolici praticanti stia calando tanto velocemente. Chi vorrebbe infatti seguire pastori così?

Temo di dover dire che, essendo tutto questo accaduto a così breve distanza dal caso di Charlie Gard, e avendo questo caso avuto un finale sostanzialmente identico a quello - ovvero la totale mancanza di guida, di convinzione e di coraggio cui stiamo assistendo da parte dei nostri vescovi -, mi vergogno di essere un cattolico inglese.

Come ha detto Edmund Burke, «l’unica cosa necessaria affinché il male trionfi è che i buoni non facciano nulla».

Con la piena speranza che lo Spirito Santo vi induca a mettere in atto le parole profetiche di san Giovanni Paolo II, «Se vuoi la pace, lavora per la giustizia. Se vuoi la pace, difendi la vita. Se vuoi la vita, abbraccia la verità, la verità rivelata da Dio».

NON ABBIATE PAURA!!! *

 

JP Casey

Londra, 27 aprile 2018

(Traduzione di Marco Respinti)

* In italiano nel testo (Ndt)