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IL NUOVO DIRETTORE

Mi mandano Bill & Bill: l'Oms in mano all'abortista

Tedros Adhanom è il nuovo direttore dell'Oms. Etiope, è noto per aver dato una spinta decisiva alla legalizzazione dell’aborto nel suo paese dove collaborò con le fondazioni Clinton e Gates, tra le maggiori sostenitrici delle campagne pro-aborto. Le stesse che ora lo hanno messo ai vertici dell'Organizzazione mondiale della sanità. 

Vita e bioetica 31_05_2017
Tedros Adhanom con Bill Gates

Si chiama Tedros Adhanom ed è il primo africano eletto a direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), carica che ricoprirà per i prossimi cinque anni a partire dall’1 luglio, quando prenderà il posto della cinese Margaret Chan, ormai agli sgoccioli del suo secondo mandato consecutivo. Adhanom, etiope di 52 anni, è stato nominato il 23 maggio dopo tre sessioni di voto, avendo la meglio sulla pachistana Sania Nishtar e sull’inglese David Nabarro. Accademico e politico avvezzo al potere, ministro della Salute dal 2005 al 2012 (in quel periodo si diffuse un’epidemia di colera, ma il governo etiope cercò di coprirla, camuffando il nome della malattia per evitare ripercussioni su turismo ed esportazioni alimentari), ministro degli Esteri nei quattro anni successivi, il suo nome è conosciutissimo fuori dal suo Paese anche e soprattutto per essere stato a capo di varie organizzazioni internazionali operanti in campo sanitario, tanto che nel 2012 la versione britannica della rivista Wired lo incluse nell’elenco dei cinquanta uomini che cambieranno il mondo. Possibile, ma il punto è capire in quale direzione.

L’elezione di Adhanom - l’unico tra i candidati a stipulare un contratto con un’azienda americana di pubbliche relazioni, che lo ha aiutato nella sua campagna - è stata immediatamente accolta con entusiasmo da alcuni dei maggiori gruppi abortisti del mondo, che hanno espresso la loro soddisfazione con articoli sulla stampa, videomessaggi e post sui social media. Julia Bunting, presidente del Population Council, una delle organizzazioni più attive nel campo del controllo delle nascite, lo ha definito “un campione dell’uguaglianza di genere e della salute sessuale e riproduttiva”, espressioni che la neolingua usa per veicolare l’agenda gay e l’aborto. Ancora più esplicita Shannon Kowalski, in precedenza ai vertici dell’Open Society di George Soros e oggi all’International Women’s Health Coalition, che in un editoriale ha chiesto ad Adhanom di impegnarsi a “sostenere i Paesi verso l’espansione dell’accesso all’aborto sicuro e legale”, nonostante parlare di aborto sicuro sia paradossale.

La Kowalski si è spinta perfino a rilanciare la propaganda su Zika, rinnovando la menzogna degli “effetti devastanti” su donne e bambini, con il solito intento di arrivare alla legalizzazione dell’aborto in tutto il Sudamerica: ricordiamo che si tratta di un virus sostanzialmente innocuo, con sintomi rari e lievi che passano nel giro di una settimana. La scienza non ha poi trovato alcuna prova di legami diretti tra il virus e le malformazioni fetali, il cui numero nelle aree interessate è stato tra l’altro ridottissimo. Il clima di terrore diffuso ad arte prima delle Olimpiadi brasiliane è stato perciò smentito dalla realtà, tanto che lo scorso novembre la stessa Oms - inizialmente scesa in campo al fianco dei gruppi abortisti, appoggiandone le previsioni allarmistiche - ha dovuto ammettere che non esiste nessuna emergenza legata a Zika. Se adesso c’è chi, come la Kowalski, cerca di riproporre la bugia è perché conosce bene il background del neo direttore generale dell’Oms.  

Adhanom, infatti, è noto per aver dato una spinta decisiva alla legalizzazione dell’aborto in Etiopia mentre era alla guida del ministero della Salute. In quella fase, il politico africano collaborò strettamente con la Fondazione Clinton e la Fondazione Gates, tra le maggiori sostenitrici mondiali delle campagne pro-aborto. Proprio la Fondazione Gates è tra i principali finanziatori dell’Oms e ne condiziona le scelte, specie in tema di controllo delle nascite, come dimostra per esempio l’ostinazione dell’agenzia dell’Onu nel promuovere l’uso del famigerato Depo Provera, un contraccettivo iniettabile che ancora oggi viene diffuso nei Paesi poveri, malgrado sia nota la sua correlazione con l’osteoporosi e si sappia anche dell’aumentato rischio di contrarre l’Hiv.

È plausibile pensare che l’influenza dei “filantropi” coniugi Gates sull’Oms possa ulteriormente rafforzarsi sotto la direzione di Adhanom. L’attivismo ideologico di quest’ultimo è ancora più evidente se si pensa che a inizio marzo ha partecipato alla conferenza internazionale She Decides, tenutasi a Bruxelles per raccogliere denaro a favore dell’aborto, come risposta alla decisione di Trump di reintrodurre la Mexico City Policy, una misura che impedisce di finanziare con fondi federali i gruppi che operano all’estero per diffondere l’uccisione legale dei bambini in grembo come metodo di pianificazione familiare.