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APPROPRAZIONE INDEBITA

Messico-Usa, la droga ora passa il confine lanciata con le catapulte

Sequestrati alla frontiera con l'Arizona dei lanciatori rudimentali costruiti
dai narcos per bypassare gli argini statunitensi. Permettono di superare barriere di 9 metri.

WASHINGTON – Ingegnosi. Determinati. E, soprattutto, criminali. I contrabbandieri di droga messicani continuano a studiare sistemi per trasportare i carichi dall’altra parte del confine. L’esercito ha annunciato di aver scoperto ad Agua Prieta, cittadina che «tocca» l’americana Douglas (Arizona), due catapulte. Una era trainata da un camioncino, la seconda nascosta all’interno di un edificio. Nella medesima operazione i militari hanno sequestrato oltre una tonnellata di marijuana.

«PROIETTILI» DI MARIJUANA - Probabilmente doveva essere lanciata usando proprio le catapulte. Già un anno fa, i servizi di sicurezza ne avevano sequestrato un’altra sempre a Agua Prieta Di recente, a Nogales, l’altra città dell’Arizona seduta sulla frontiera, sono stati recuperati degli insoliti «proiettili»: pacchi di marijuana del peso di 7,7 chilogrammi modellati per dargli una linea più aerodinamica. Secondo la Border Patrol i trafficanti dispongono di lanciatori rudimentali. Potrebbero essere delle catapulte oppure i cosiddetti cannoni ad aria compressa costruiti in qualche officina.

NUOVE BARRIERE - I narcos sono stati costretti a ricorrere a questi sistemi per superare le nuove barriere erette dalle autorità americane in alcuni punti del confine. Fino a pochi mesi fa il muro era costituito da pannelli in metallo, avanzi della guerra in Vietnam. Un ostacolo – si fa per dire - alto circa tre metri. Ora nel settore di Nogales è stata introdotta una nuova palizzata con misure che variano tra i 7 e i 9 metri.

LA «VIA AEREA» - Il modus operandi inventato dai narcos è relativamente semplice. Piazzano il loro lanciatore a ridosso della frontiera in una delle numerose case appoggio di cui dispongono. E poi tirano il proiettile oltre il muro in un punto dove c’è in attesa il «ricevitore». A volte è il cortile di una delle abitazioni color pastello che «guardano» verso sud. In altre è un parcheggio o una delle strade che formano un reticolo nei pressi del muro. La contiguità dei centri abitati messicano e americano, divisi appena dal confine, favorisce l’operazione. Ma è essenziale essere veloci perché la Border Patrol è presente in modo massiccio con le sue pattuglie e può contare su un sofisticato sistema di telecamere collegate al comando. Un apparato costoso che costringe i trafficanti a inventare qualcosa di nuovo. Quella che scherzosamente è definita la «via aerea» rappresenta un’alternativa alla «rotta sotterranea». Nogales è infatti la capitale dei tunnel clandestini scavati sotto la frontiera dagli uomini del cartello di Sinaloa.

Dal Corriere della Sera del 2 novembre 2011.