Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
PERDITA DI VALORI

Meno religiosi, meno patriottici: i nuovi americani

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La prima potenza economica e militare del mondo si esamina e scopre di essere molto cambiata. Un sondaggio del Wall Street Journal svela un'America meno religiosa, meno patriottica, con poca voglia di mettere al mondo figli e sempre meno di impegnarsi per la comunità. Sono tendenze molto forti soprattutto fra i giovani. 

Esteri 29_03_2023
Saluto alla bandiera

I giovani d’oggi non hanno più valori, d’ora in avanti, non sarà più solo un luogo comune. Negli Stati Uniti, un sondaggio di Wall Street Journal con l’istituto Norc, rivela che per sempre meno persone, il patriottismo, la religione, fare figli, impegnarsi per la comunità sono da considerarsi importanti per la loro vita. Si nota un crollo verticale, in tutti questi campi, nello spazio di una sola generazione, dal 1998 ad oggi.

Nel 1998, il 62% dei rispondenti riteneva la religione molto importante nella propria vita. Oggi lo ritiene solo il 39%. In generale, chi crede in Dio è oggi meno della metà della popolazione: il 49%. Più un 13% che dichiara di pensare di crederci, pur nutrendo ancora dubbi. Solo il 17% si ritiene “molto religioso” e il 31% “moderatamente religioso”, il 52% è poco o per nulla religioso.

Di pari passo, cala anche l’amore per la propria nazione. Se siamo abituati a vedere molto patriottismo nei film americani fino agli anni Novanta e poi non lo abbiamo visto più, è perché nel 1998 si riteneva patriottico il 70% della popolazione, oggi solo il 38%. Anche altri principi cristiani, come la convinzione di lavorare per la propria comunità e mettere al mondo figli, sono in caduta libera. Mettere in piedi una famiglia con figli era ritenuto importante dal 60% degli americani nel 1998, oggi solo dal 25%. Impegnarsi per la propria comunità interessa realmente al 21%, mentre una generazione fa a più del doppio degli americani intervistati.

Questo crollo di importanza attribuita ai valori riguarda, appunto, soprattutto i giovani. Il patriottismo, sotto i 30 anni, è condiviso solo dal 23% della popolazione, mentre sopra i 65 anni dal 60%. La religione, sotto i 30 anni è ritenuta importante dal 30% della popolazione, sopra i 65 dal 54%. Solo il 23% dei giovani ritiene importante avere figli.

Lo scenario cambia, e di molto, a seconda della filiazione politica. Fra coloro che si inquadrano Democratici, il patriottismo è condiviso dal 23%, la religione è importante per il 27%, l’importanza dell’avere figli dal 26%. Fra i Repubblicani, questi valori crescono rispettivamente al 59% (patriottismo), 53% (religione) e 38% (figli). I ruoli si invertono nella domanda sull’impegno per la propria comunità, importante per il 32% dei Democratici e per il 26% dei Repubblicani.

La polarizzazione maggiore si nota sui temi che riguardano i “nuovi diritti”. Alla domanda se la società americana sia andata troppo avanti per accettare i transgender risponde affermativamente solo il 15% dei Democratici, contro il 75% dei Repubblicani. Alla domanda se le università siano troppo ossessionate dalle politiche di diversità (quote rosa, nere, ecc…), risponde affermativamente solo il 6% dei Democratici contro il 55% dei Repubblicani. Risultati simili alla domanda se le aziende siano troppo fissate sulle politiche di diversità. Quanto all’accettazione dei gay, il 52% dei Repubblicani ritiene che la società americana sia andata troppo avanti, contro il 6% dei Democratici.

L’America del futuro, insomma, appare più lontana dai valori che l’hanno finora caratterizzata, anche se persiste una marcata differenza fra Democratici (dunque liberal e progressisti) e Repubblicani (sia conservatori che nazionalisti). L’America potrebbe cessare di essere quella che abbiamo sempre conosciuto con la crescita della nuova generazione e la morte dei baby boomers nati negli anni ’40 e ’50. Sarà un Paese meno religioso, molto meno patriottico, meno attento alla comunità e in calo demografico, stando alle preferenze e alle priorità di chi oggi è ventenne. Rimarrà (ma per quanto?) una differenza fra destra e sinistra che, allargandosi, rischia di provocare sempre più attriti politici. Finiranno col non riconoscersi più come appartenenti alla stessa patria.

Chi sono i responsabili di un cambiamento così drammatico? Il Wall Street Journal elenca una serie di eventi che considera cataclismatici: l’11 settembre, la crisi finanziaria del 2008, l’elezione di Donald Trump (la più divisiva dei tempi recenti), il Covid. In generale, il quotidiano economico rileva, nello stesso sondaggio, un pessimismo crescente sul futuro del Paese e sulle prospettive di benessere della popolazione. Però, di fondo c’è l’elefante nella stanza che non viene nominato: la secolarizzazione. Se sempre meno persone ritengono che la religione sia importante nella loro vita e se le nuove generazioni nei campus registrano percentuali più alte di atei e agnostici, ciò non è causato né dal pessimismo sul futuro economico, né da eventi cataclismatici. Semmai è la perdita di fede che sta causando tutto il resto: pessimismo, meno fiducia, meno volontà di procreare, anche meno motivazione a difendere il paese.