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DISCRIMINAZIONI

Medico nega certificato a paziente no vax: denunciato

Un medico della provincia di Venezia ha rifiutato al suo paziente non vaccinato il certificato di fine malattia dopo i 21 giorni trascorsi a casa col covid. «Così impari a non vaccinarti». Il professionista è stato denunciato per discriminazione razziale. Ma il gesto, pur nella sua banalità, è indice di un clima da caccia alle streghe ormai insostenibile. La minoranza non vaccinata vale meno di altre minoranze a favore delle quali si protesta.

- A CHI PIACE LA GOGNA IN STILE CINESE di Stefano Magni

Attualità 31_12_2021

Denunciare il proprio medico non deve essere certo una delle aspirazioni principali di un paziente. Ma se è l’unico modo per ottenere giustizia per un’ingiustizia subita, allora anche querelare per discriminazione razziale diventa un atto contemplato. Il medico si era semplicemente rifiutato di rilasciare un certificato medico ad un paziente affetto da covid. Un certificato di fine malattia per poter tornare al lavoro dopo aver completato l’iter previsto dall’Ast di riferimento e non più di tanto sindacabile dal medico. Il quale invece si è impuntato fino a rifiutarsi di non rilasciare il certificato se prima il paziente non si fosse vaccinato.

Eh sì, perché in questo caso il paziente affetto da covid era pure non vaccinato e la cosa ha irritato il professionista.

Siamo in provincia di Venezia ed è qui, a Portogruaro, che i carabinieri della locale stazione si sono visti recapitare l’insolita richiesta da parte di un uomo di 43 anni.

Il racconto del quarantatreenne è così riassunto: dopo il tampone positivo il 22 novembre, l’uomo si reca dal medico, il quale, dopo aver saputo che non è vaccinato, non gli prescrive nulla. Ma questo è solo l’antefatto e spiega l’ostilità del dottore.

L’isolamento dell’uomo dura per tutti e 21 i giorni previsti e quando a fine quarantena il Sisp dell’Asl dichiara la sua fine quarantena, il quarantatreenne telefona di nuovo al medico per ottenere il certificato di malattia da inviare al datore di lavoro.

E qui, una volta entrato in ambulatorio, la sorpresa: «Così impara a non fare il vaccino», è stata la sua prima motivazione alla risposta negativa a emettere il certificato di fine malattia. Consapevole dei suoi diritti, il paziente ha poi chiesto il motivo di tanta durezza nei suoi confronti e la risposta messa nero su bianco nella denuncia in mano ai carabinieri lascia di sasso: «È tutto il pomeriggio che mi state distruggendo la vita, vada a farsi il vaccino e poi le do il certificato Inps». Poi ha riagganciato. L’uomo ha detto ai militari di Portogruaro di essere in possesso anche di una registrazione della conversazione.

Ora la palla passa alla Procura di Venezia che dovrà decidere come muoversi: se dare credito all’accusa o se invece dare ragione al medico e lasciare il paziente cornuto e mazziato.

L’episodio è esaustivo di un clima ormai irrespirabile nel Paese: l’odio verso il no vax è ormai giustificato sui giornali, nella politica e ora si sta trasmettendo anche alle regole più elementari del rispetto umano. Ma anche della logica: anche se non vaccinato, l'uomo, al termine dei 21 giorni canonici risulta de facto guarito dal covid e pertanto non necessita nell'immediato di un vaccino. 

Certo, probabilmente molti vedranno in questo gesto del medico un’esagerazione da stigmatizzare, ma quanti saranno in grado di vedervi un reato perseguibile per legge? Il rifiutarsi di emettere un certificato medico, qualora nel sussistano i requisiti, può essere classificato come un abuso della professione, ma per arrivare al reato bisogna riconoscere che la persona che si è vista rifiutare il pezzo di carta con la motivazione del mancato vaccino ha subito un grave torto che mina la sua libertà.

Che cosa sarebbe successo se il dottore avesse rifiutato il certificato a causa del colore della pelle del richiedente? O per il suo orientamento sessuale? O ancora, per le sue scelte in fatto di fede e religione? Sarebbe successo che si sarebbe levata indignata una protesta che sarebbe finita sui giornali come esempio di un’Italia retrograda, da buio oltre la siepe, un’Italia sicuramente fascista e oscurantista. Ebbene: al no vax oggi sembra essere proprio negata la tutela giuridica e mediatica riservata a tutte le altre minoranze.

Non tutte le minoranze evidentemente sono uguali tra loro. Alcune sono più uguali di altre. Queste denunce almeno servono per ricordarci che quando l'abuso si fa nella violenza diventa sopruso.