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CORONAVIRUS

Medici di Codogno senza pace, dopo Conte anche i giudici

Coronavirus. Dopo le clamorose quanto infondate accuse del presidente del Consiglio Conte ai medici dell'Ospedale di Codogno - che hanno già procurato gravissimi danni all'Italia - ecco che sulla base di quelle parole la Procura di Lodi ha aperto un fascicolo. Decisione ingiusta e inopportuna, ma frutto del giustizialismo di 5Stelle e PD.

Attualità 02_03_2020

Avete presente l’Ospedale di Codogno? È un piccolo Ospedale di provincia, ben attrezzato perché siamo in Lombardia, ma comunque piccolo, dove un pugno di medici e di infermieri combatte da due settimane una battaglia difficilissima che concerne la salute di tutti i nostri concittadini e l’immagine dell’Italia nel mondo. 

Codogno è al centro della zona rossa, la zona dove risiedono i primi infettati dal coronavirus, dove 50.000 persone vivono recluse nelle loro case. E dove l’Ospedale, i medici e gli infermieri, spesso senza riposo perché molti colleghi si rifiutano di dare il cambio, combattono la battaglia decisiva lottando notte e giorno per guarire i malati e impedire il diffondersi del contagio.

Bene, come se tutte queste difficoltà non bastassero, il Presidente del Consiglio Conte, nei giorni scorsi, ha pubblicamente messo in dubbio, in diretta televisiva, l’adeguatezza e le capacità dei medici nel fronteggiare il virus. Un capolavoro di idiozia! Non credo che la parola sia affatto eccessiva, vista la gravità del momento e il rilievo del personaggio che ha pronunciato quelle parole. Pensate come devono essersi sentiti medici e infermieri che stanno svolgendo al meglio il loro lavoro (lo hanno certificato nei giorni successivi le autorità sanitarie regionali e nazionali), pensate le reazioni dei malati cui è stato autorevolmente detto che sono nelle mani di incompetenti!

Ma ancora più gravi, se possibile, sono state le conseguenze sul piano internazionale.
Il mondo intero ha sentito dire dalla voce della massima autorità politica italiana che il nostro paese non è affidabile, non è in grado di impedire nè controllare il diffondersi del contagio, addirittura che l’ospedale, che è il più decisivo perchè il più direttamente interessato, sbaglia le procedure! Un autogol di dimensioni clamorose. Subito è scattata la corsa a isolare il nostro Paese, le linee aeree internazionali hanno chiuso i voli per l’Italia, le compagnie di turismo cancellato il 90 per cento delle prenotazioni, gli ordinativi industriali sono stati sospesi.

E in tutto questo la Procura di Lodi non ha trovato nulla di meglio da fare che aprire un'inchiesta sulla base delle parole di Conte. Non un'inchiesta su Conte, come forse sarebbe stato e sarebbe ancora opportuno fare (un'inchiesta per procurato allarme e per diffusione di notizie infondate atte a generare panico), ma un'inchiesta sull’operato dell’Ospedale di Codogno. C’era bisogno di questa inchiesta? Assolutamente no: le autorità sanitarie, cioè le uniche competenti in materia, garantiscono sulla piena correttezza delle procedure seguite dall’Ospedale. Era opportuna questa inchiesta? Per nulla, per tutti i motivi già sopra menzionati.

E allora? La Procura di Lodi si giustifica in nome dell’obbligatorietà dell’azione penale. E in effetti questo è il punto cruciale, non solo di questa vicenda, ma di tante vicende che concernono l’azione della magistratura in questi anni. Tutti sanno, anche se pochissimi osano dirlo, che l’obbligatorietà dell’azione penale è un flatus vocis, che in realtà copre l’assoluta discrezionalità dell’azione penale. È questo uno dei punti neri dell’amministrazione della giustizia in Italia, lo strapotere assoluto dei pubblici ministeri e della magistratura inquirente che, dietro la giustificazione impossibile a realizzarsi della "obbligatorietà", spesso agiscono in clima di discrezionalità. Scelgono che inchieste aprire, spesso le più esposte mediaticamente, scelgono come e chi indagare. E non scatta mai alcuna censura: non da parte del CSM, sempre più espressione delle correnti degli stessi magistrati; non da parte della stampa, che anzi si nutre dei titoloni che le sono forniti gratuitamente.

Dovrebbe essere il Parlamento a intervenire, con norme più rigorose. Ma anche lì, ahimè, prevale il giustizialismo dei 5Stelle e del PD che gli regge la coda. Bisognerebbe cambiare il governo. Campa cavallo...