Mattarella lancia un sobrio appello agli italiani
Fin dalle anticipazioni filtrate nelle ultime ore si era capito che, quello del Presidente, sarebbe stato un messaggio profondamente diverso dai precedenti. Parlando da casa sua e non dal Quirinale, Mattarella rivolge un appello agli italiani. Onestà, trasparenza, sobrietà sono le parole più ricorrenti. E il capo dello Stato conferma il suo ruolo vigile e discreto sulle istituzioni.
Fin dalle anticipazioni filtrate nelle ultime ore si era capito che sarebbe stato un messaggio profondamente diverso dai precedenti. Più che di un messaggio, anzi, si dovrebbe parlare di appello agli italiani.
Sergio Mattarella ha parlato al cuore dei suoi concittadini e si è subito distinto per sobrietà e familiarità, ambientando il suo saluto di fine anno, non nel tradizionale studio del Presidente della Repubblica, dietro la consueta imponente scrivania settecentesca, che trasmetteva autorevolezza istituzionale ma anche distacco, bensì nel salotto del suo appartamento. Un elemento che ha fatto sin da subito la differenza rispetto ai suoi precedecessori e che si aggiunge ai segnali già lanciati in questo suo primo anno di lavoro dallo stesso Mattarella: apertura di gran parte del Quirinale al pubblico, scelta di prendere voli civili per le sue trasferte private,sobrietà come cifra dominante del suo agire istituzionale. Ma anche nello stile del discorso, compassato e asciutto, il Capo dello Stato ha subito trasmesso il suo imprinting originale, distaccandosi nettamente da quello, più solenne e a tratti battagliero,mostrato da lui stesso in occasione del discorso alle Alte Cariche dello Stato, qualche giorno fa.
Fedeltà alla Repubblica, orgoglio dell'appartenenza alla comunità nazionale, coesione sociale, senso delle istituzioni: concetti forti richiamati ieri sera a reti unificate e che hanno ricordato il suo discorso di insediamento, giunto al termine di una conflittualità esasperata e prolungata tra le principali forze politiche,meno di un anno fa. Il clima oggi è molto diverso da allora e lo è ancor più rispetto agli anni scorsi, contrassegnati da un'emergenza istituzionale e democratica, rispetto alla quale Giorgio Napolitano fu più volte costretto ad alzare i toni, per richiamare le forze politiche a un maggiore e più maturo senso di responsabilità. Mattarella, invece, ha volato alto. Non è sceso sul terreno della dialettica tra i partiti, non ha lasciato trapelare alcun suo marcato punto di vista sul merito dei provvedimenti o delle scelte operate dal governo. Nessun giudizio sulle riforme varate da Palazzo Chigi e sulle altre decisioni che l'esecutivo si accinge a prendere. Ha preferito ricordare le tragedie che angustiano la comunità internazionale, le minacce del terrorismo di matrice islamista alla nostra sicurezza ("Non cedere alla paura, preservare la nostra civiltà"), le sfide ambientali ("il rispetto dei beni comuni, la necessità di combattere gli sprechi e i consumi distruttivi"), quelle dell'integrazione tra etnie e culture ("spirito di accoglienza,ma anche rigore nei confronti degli immigrati che non rispettano le leggi"), le difficoltà della nostra economia, la necessità di rilanciare il valore del lavoro e di premiare le eccellenze italiane. Onestà, correttezza, trasparenza, sobrietà, rispetto dei diritti e dei doveri sono state le parole più ricorrenti nel discorso di ieri sera di Mattarella, che ha elogiato i numerosi esempi di ribellione all'arbitrio e alla corruzione, posti in essere da tantissimi cittadini onesti. Il richiamo piu' pressante del Capo dello Stato ha riguardato l'attuazione della Costituzione ("realtà viva di principi e valori, a 70 anni dalla nascita della Repubblica") e il rispetto delle regole della sana e pacifica convivenza civile.
Anche nella durata del suo discorso ha voluto essere stringato: circa venti minuti, per non abusare del tempo degli italiani e per affidare alla loro riflessione pochi ma preziosi input. Dalle parole dell'inquilino del Quirinale è emerso l'invito a ritrovare la fiducia, visto e considerato che il peggio è passato ma che la crisi attanaglia ancora i bilanci delle famiglie. Si è avuta la conferma del suo ruolo di arbitro, vigile e discreto, delle dinamiche istituzionali, che non intende in alcun modo compiere ingerenze nel naturale dispiegarsi dei poteri. Il Presidente Mattarella intende consolidare il suo spirito notarile, senza intervenire nel gioco politico, ma facendo sentire la sua presenza rassicurante sui diversi attori in campo, dal Parlamento al governo agli altri organi costituzionali. Un altro segnale che si coglie dalle parole del primo messaggio di fine anno del Presidente Mattarella è la sua costante tensione a riconnettere il Paese alle sue istituzioni, attraverso un dialogo vivo tra chi amministra la cosa pubblica e i cittadini.