Mattarella ecumenico, mette d'accordo destra e sinistra
Nel tradizionale discorso di fine anno il presidente della Repubblica ha toccato i temi dei conflitti internazionali e della pace, della giustizia sociale e delle speranze per il futuro. Plausi da destra, per il patriottismo, e da sinistra, per il richiamo alla pace e alla giustizia sociale.
Vola alto Sergio Mattarella nel suo decimo messaggio di fine anno, trasmesso ieri sera a reti unificate. Il centrodestra applaude per i suoi richiami al patriottismo, il centrosinistra lo incensa per i suoi richiami alla pace e alla giustizia sociale. Il democristiano Sergio accontenta tutti e raccoglie un gradimento bipartisan. Il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, lo definisce uno dei migliori discorsi presidenziali degli ultimi anni.
Mattarella ha fatto puntuali riferimenti al convulso scenario internazionale ed ha in primo luogo auspicato la pace: «La pace che la nostra Costituzione indica come obiettivo irrinunziabile, che l’Italia ha sempre perseguito, anche con l’importante momento quest’anno della presidenza del G7. La pace di cui l’Unione Europea è storica espressione. La pace che non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi, ma la pace del rispetto dei diritti umani, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità. Perché è giusto. E - se questo motivo non fosse ritenuto sufficiente - perché è l’unica garanzia di una vera pace, evitando che vengano aggrediti altri Paesi d’Europa. Questo è, quindi, il primo augurio che tutti ci rivolgiamo. Che il nuovo anno porti vera pace ovunque», ha auspicato il Presidente, che ha aggiunto: «Faglie profonde attraversano le nostre società, le opinioni pubbliche sono lacerate».
Ma c’è pure qualche luce, qualche buon motivo per essere ottimisti. In Italia, l’economia. «I dati dell’occupazione sono incoraggianti - ha aggiunto - anche se restano aree di precarietà e salari bassi. L’export registra dati positivi, il turismo esercita una notevole forza di attrazione». Conti in ordine, spread sotto controllo. Con tutte le «difficoltà» e le «distanze da colmare», il Paese tiene. E nel mondo, tra bombardamenti e «barbarie» varie, si è accesa una speranza, alimentata pure dal Giubileo.
Attenzione ai temi sociali e alle questioni internazionali: questa la cifra dominante dei circa 15 minuti di discorso del Capo dello Stato, che si è rivolto direttamente ai cittadini, rimanendo in piedi, con alle spalle il tricolore italiano, la bandiera dell’Unione Europea e l’albero di Natale. I temi centrali: conflitti internazionali e pace, giustizia sociale, speranza per il futuro, Giubileo.
Mattarella ha dunque sottolineato l’urgenza di una pace che non si limiti alla cessazione delle ostilità ma che sappia difendere i diritti umani e promuovere giustizia e ha pronunciato frasi molto nette e perentorie. «La crescita della spesa in armamenti, innescata nel mondo dall'aggressione della Russia all'Ucraina che costringe anche noi a provvedere alla nostra difesa, ha toccato quest'anno la cifra record di 2.443 miliardi di dollari. Otto volte di più di quanto stanziato alla recente Cop 29, a Baku, per contrastare il cambiamento climatico, esigenza, questa, vitale per l'umanità. Una sconfortante sproporzione», ha commentato.
L'auspicio è che le parole concilianti e di ottimismo di Mattarella, che ha evitato considerazioni politiche ma ha parlato direttamente ai cittadini, possano alimentare una cultura del confronto tra maggioranza e opposizione senza interferenze di altri poteri, in primis magistratura e informazione.