Maria nella storia
«Il tempo remoto è nelle mani degli angeli/ ed è tutto compiuto./ Il tempo futuro è nelle mani dei santi/ ed è il compimento di ciò che è compiuto», ha scritto Antonella Lumini. E Maria? Maria ha sempre la sua parte. Ciò che si è compiuto poggia anche sul suo sì e per giungere a ciò che desideriamo abbiamo bisogno del suo aiuto.
«C'è il tempo remoto e il tempo futuro./Il tempo remoto è nelle mani degli angeli/ ed è tutto compiuto./ Il tempo futuro è nelle mani dei santi/ ed è il compimento di ciò che è compiuto./ L'eterno presente/ è compiuto e compimento insieme./ Tra compiuto e compimento/ c'è l'incompiuto che è la storia/ tempo necessario all'espansione /della divina-umanità».
È un pensiero che Antonella Lumini, una mistica che canta nelle sue poesie quel Dio che ha scoperto nel silenzio di una vita, mi ha inviato con gli auguri. Mi ha colpito perché mi sembra che, in poche espressioni, riassuma efficacemente il significato di quel Natale e di quel Capodanno che abbiamo appena festeggiati.
Vediamo di comprendere meglio. Ecco il Capodanno, una convenzione introdotta dall'uomo che ha diviso e dato un nome a quel susseguirsi di giorni e di stagioni che tuttavia già esistevano nel Creato; un ordine voluto da Dio, che ci preesisteva e che noi abbiamo solo “scoperto” ed evidenziato. Una tappa dunque, di quella storia naturale che periodicamente si ripete alla quale tuttavia, per chi crede nel soprannaturale, si intreccia un'altra storia: quella sacra del rapporto che Dio ha voluto stabilire con la più bella tra le creature. Quell'uomo, al quale ha desiderato donare la partecipazione alla sua stessa vita.
Una storia che è iniziata con la chiamata di Abramo. Che è proseguita e che si è arricchita nel corso dei secoli, durante i quali Dio ha rivelato in modo sempre più esplicito, ad un uomo spesso infedele, il suo grande disegno di salvezza. Tradimenti, ritorni, ribellioni, perdoni che, nonostante tutto, hanno portato a quella “pienezza dei tempi” nella quale avviene l'inaudito. Dio stesso che, nel suo Verbo, si incarna in Gesù di Nazareth. In quel Gesù che, attraverso la sua umanità perfetta, capace di ricambiare il Padre con un amore totale, imprimerà una svolta nella storia, permettendo ad ogni singolo uomo, da quel momento in poi, di accedere con pienezza alla vita trinitaria. È quella Redenzione che ha aperto sentieri nuovi di grazia e che l'anno liturgico, sullo sfondo di quello naturale, periodicamente rinnova, nel ricordo ma anche nell'efficacia.
Due storie, dunque, che per il credente si fondono in una sola; la quale accoglie in sé anche la rivelazione primordiale del Creato per portarla, in Gesù, al suo compimento finale. Una storia nella quale il più - cioè l'evento grande dell'Incarnazione, che permetterà la redenzione - si è compiuto. Ma che, proprio in quanto storia, prevede uno sviluppo futuro. Quel futuro che dovrà appunto essere “il tempo necessario all'espansione della divina-umanità”, cioè al realizzarsi di quel Regno di Dio per il quale Gesù ha dato la vita. E che per questo è nelle mani dei “santi”, cioè di coloro che, coscienti della grandezza di ciò che si è compiuto, vogliono entrare a farne parte, dandogli compimento in se stessi e nel mondo.
E Maria in tutto questo? Conta e assai. Conta per il passato, perché ciò che si è compiuto poggia anche su di lei, la “tutta santa”, così vuota di sé da saper accogliere la “pienezza”, appena le si è manifestata, restandole poi fedele per tutta la vita.
Ma conta anche per il futuro, perché a lei, già gloriosa insieme al Figlio in Cielo, è stato affidato il prezioso compito di essere “l'aiuto dei cristiani”. Cioè di coloro che vorrebbero essere “santi” partecipando in prima persona alla redenzione, per poi contribuire ad espanderla attorno a sé.
Del resto, se ci pensiamo bene, che senso hanno, se non questo, anche le tante apparizioni mariane che hanno costellato la storia? Nulla aggiungere di nuovo a ciò che nel Figlio si è già perfettamente compiuto. Stimolare invece, con la presenza materna, i fratelli in umanità di quel Figlio, affinché in loro avvenga ciò che ancora deve compiersi. Suggerendo semplici modi di conversione e di preghiera che molti, anche tra i cristiani, talvolta snobbano. Che invece gli umili sanno accettare perché intuiscono che, dietro ad essi, c'è la mano salvatrice di Dio.