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Maria Ausiliatrice

La devozione a Maria Ausiliatrice ha una storia che attraversa i secoli e ha conosciuto una particolare diffusione grazie all'opera di san Giovanni Bosco.

Santo del giorno 24_05_2023 English Español

San Giovanni Bosco è colui che notoriamente ha fatto di più per propagare la devozione alla Madonna con il titolo di Maria Ausiliatrice. Comunque, il diretto riferimento al soccorso prestato da Maria ai suoi figli era già diffuso nella cristianità di lingua greca dei primi secoli. Lo mostrano antiche iscrizioni in cui la Beata Vergine - oltre che con titoli celebri come Theotókos (Madre di Dio) e Panaghia (Tutta Santa) - era invocata come Boetheia, che sta per “aiuto”. San Giovanni Crisostomo si riferì così alla Madre celeste in un’omelia del 345. E così la invocarono diversi altri santi del primo millennio, come per esempio Germano di Costantinopoli (c. 634-733), il quale diceva: “Noi, allontanatici da Dio nella moltitudine dei peccati, attraverso di te abbiamo ricercato Dio e lo abbiamo trovato; e avendolo trovato, siamo stati salvati. Perciò potente è il tuo aiuto per la salvezza, o Madre di Dio”.

In seguito alla vittoriosa battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571, che indusse san Pio V a istituire la festa di Santa Maria della Vittoria (oggi Beata Vergine Maria del Rosario), l’invocazione Auxilium christianorum, “Aiuto dei cristiani”, venne inserita nelle Litanie Lauretane. Oltre due secoli più tardi, il 15 settembre 1815, Pio VII stabilì la celebrazione della festa di “Maria, Aiuto dei cristiani” al 24 maggio, anniversario del suo ritorno trionfale a Roma (24 maggio 1814) dopo i quasi cinque anni di prigionia sotto Napoleone. In origine la festa, già diffusa tra i Servi di Maria fin dal XVII secolo, era limitata alla diocesi di Roma. Ma poi si è estesa in altri luoghi della cristianità, pur senza essere inserita nel Calendario Romano Generale.

Don Bosco aveva appena trent’anni quando nel 1845 la Vergine gli apparve nel rione torinese di Valdocco (toponimo che tradizionalmente sta per Vallis occisorum, “Valle degli uccisi”). E qui gli ordinò la costruzione di una chiesa nel punto esatto del martirio dei santi Avventore e Ottavio, due soldati del III secolo, ritenuti i primi martiri di Torino e celebrati insieme al compagno d’armi san Solutore (decapitato ad alcuni chilometri di distanza dai due). “In questo luogo - disse la Madonna - dove i gloriosi martiri di Torino Avventore e Ottavio soffrirono il loro martirio, su queste zolle che furono bagnate e santificate dal loro sangue, io voglio che Dio sia onorato in modo specialissimo”. Mentre diceva queste parole, trascritte da don Bosco nelle sue Memorie, Maria “avanzava un piede posandolo sul luogo ove avvenne il martirio e me lo indicò con precisione”. Vent’anni più tardi fu posata la prima pietra. E il 9 giugno 1868 avvenne la consacrazione del Santuario di Maria Ausiliatrice.

Il santo educatore commissionò a Tommaso Lorenzone la pala dell’altare maggiore. Questo dipinto raffigura Maria con Gesù Bambino nel braccio sinistro e lo scettro - terminante con un piccolo globo sormontato dalla croce - nella mano destra. Attorno ci sono gli apostoli, gli evangelisti e degli angioletti, e in alto l’irradiazione dello Spirito Santo, rappresentato da una colomba. L’immagine ricevette l’incoronazione canonica nel 1903, sotto Leone XIII, per mezzo dell’arcivescovo Agostino Richelmy.

Il titolo di Ausiliatrice venne poi riportato nella Lumen Gentium, la costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II sulla Chiesa che sottolineò la speciale cooperazione di Maria alla Redenzione operata dal divin Figlio: “Questa maternità di Maria nell’economia della grazia perdura senza soste dal momento del consenso prestato nella fede al tempo dell’Annunciazione, e mantenuto senza esitazioni sotto la croce, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti. […] Per questo la Beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice” (LG 62).