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CLANDESTINI

Mare Nostrum o no, è stato un vero disastro

Non è ancora chiaro se all’inizio di novembre l’operazione Mare Nostrum verrà sospesa e sostituita dall’operazione europea Triton o se il dispositivo della Marina Militare italiana che in un anno ha raccolto in mare la gran parte dei 170 mila immigrati clandestini continuerà a restare operativo. Di certo, l'operazione è stata un fallimento.

Editoriali 31_10_2014
Clandestini salvati da Mare Nostrum

Non è ancora chiaro se all’inizio di novembre l’operazione Mare Nostrum verrà sospesa in concomitanza con l’avvio dell’operazione europea Triton o se il dispositivo della Marina Militare italiana che in un anno ha raccolto in mare la gran parte dei 170 mila immigrati clandestini sbarcati in Italia verrà mantenuto ancora operativo. Di certo, le poche motovedette e mezzi aerei messi in campo dall’Unione europea non risolveranno i nodi centrali del problema. Non sarà possibile pattugliare il mare aperto e i clandestini continueranno a venire sbarcati in Italia e non certo accolti presso i nostri partner Ue.

Il raggio d’azione di Triton sarà limitato a 30 miglia dalle coste siciliane impedendo così di “intercettare” i barconi dei clandestini a ridosso delle coste libiche come è stato fatto finora dalla Marina. L’unico vantaggio per l’Italia sarà il taglio o quanto meno la riduzione dei costi sostenuti per tenere in mare navi ed equipaggi pari a circa 10 milioni di euro al mese. Triton ne costerà ai contribuenti europei solo 2,5 al mese ma non avrà certo le capacità della flotta italiana che nell’ultimo anno ha destinato la gran parte delle sue navi a questa operazione senza precedenti nella storia. Lo sviluppo più probabile è che senza Mare Nostrum i barconi tornino a puntare su Lampedusa come facevano prima dell’avvio dell’operazione e con gli stessi rischi che si verifichino tragedie.

I flussi potrebbero forse ridursi col sopraggiungere dell’inverno e perché per raggiungere Lampedusa occorrono barche in condizioni quasi dignitose mentre nell’ultimo anno i trafficanti di esseri umani hanno messo in mare qualsiasi cosa fosse in grado di galleggiare anche in modo sommario approfittando dei “saldi” determinati dalla presenza della Marina italiana davanti alle coste libiche che ha permesso agli scafisti di ridurre il costo del passaggio a soli mille dollari. L’impiego di imbarcazioni di fortuna ha però determinato un elevato numero di morti per lo più affogati nelle acque libiche. Per questa ragione, nonostante il governo e la Marina italiani difendano strenuamente Mare Nostrum, l’operazione non ha impedito che vi fossero vittime in mare anche se di certo ne ha ridotto il potenziale numero. É questo l’unico “successo” di Mare Nostrum che per il resto si è rivelata un’operazione fallimentare e per molti versi assurda. Invece di scoraggiare l’immigrazione clandestina l’ha incentivata come sostiene con ragione Londra che non intende appoggiare il “mini sforzo” europeo nelle acque siciliane.

Il ministro degli Interni, Angelino Alfano, aveva parlato di “ruolo deterrente” di Mare Nostrum che invece ha solo traghettato in Italia quasi 200 mila persone che a nessun titolo sarebbero potute e dovute sbarcare. Dei quasi 400 scafisti catturati la gran parte sono già stati liberati e rimpatriati (a spese nostre) e hanno già ripreso la loro lucrosa attività. L’unica operazione che giustificherebbe l’impiego in forze della Marina è il blocco al porto di Zuara e agli altri da cui salpano i barconi. Le navi italiane potrebbero fermare rapidamente i clandestini, imbarcarli poi sbarcarli nuovamente in Libia, una sorta di respingimento protetto perfettamente attuabile in sicurezza grazie alle forze militari. Certo la Libia non è la Svizzera, ma i clandestini vi hanno vissuto per mesi prima di imbarcarsi. Un respingimento sistematico e prolungato per una settimana non solo salverebbe tante vite, ma determinerebbe la fine dei flussi migratori per la semplice ragione che nessuno paga i trafficanti per ritrovarsi sulla sponda africana del Mediterraneo.  

L’impiego di costose navi da guerra come traghetti è un’assurdità senza precedenti. Nessuno Stato aveva mai impiegato le forze armate per consentire a chiunque abbia pagato il pizzo a organizzazioni criminali di superare i confini nazionali. Mettendo da parte il linguaggio buonista e terzomondista va detto che la gran parte dei clandestini accolti in Italia non sono profughi di guerra né fuggono da brutali dittature, ma da Stati di cui l’Italia riconosce i governi e con i quali abbiamo normali rapporti economici e diplomatici. Semplicemente vengono in Europa per ragioni economiche, perché grazie al nostro assistenzialismo e alla possibilità che diamo a tutti di chiedere lo status di rifugiato, incassano in un giorno quello che al loro Paese guadagnerebbero in un mese di duro lavoro. In Africa Occidentale c’è chi vende case e attività per pagarsi il viaggio e il sogno di vivere meglio a spese nostre. Molti siriani ed eritrei scappano per sfuggire alla leva militare e quasi tutti gli altri cercano solo migliori condizioni economiche che l’Europa non vuole più offrire (infatti alla Ue pretendono tutti che i clandestini restino in Italia) e noi italiani non possiamo certo garantire. Già oggi la distribuzione dei clandestini in quasi tutti i Comuni d’Italia solleva decise reazioni e malumori popolari e continuando di questo passo non potranno che dilagare a macchia d’olio razzismo e xenofobia.

Mentre il governo spende un miliardo di euro quest’anno per ospitare immigrati clandestini, taglia o rende più cari tutti i servizi per i cittadini italiani, persino i disabili. Per l’Istat un italiano su tre è a rischio di povertà mentre uno studio della Coldiretti ha rivelato che 10 milioni d italiani (+ 35% dal 2012) non riescono a permettersi un pasto proteico adeguato almeno ogni due giorni. La punta dell'iceberg di questa situazione sono i 4.068.250 poveri che nel 2013 in Italia sono stati addirittura costretti a chiedere aiuto per il cibo. Tra questi si contano ben 428.587 bambini con meno di 5 anni di età e 578.583 over 65. Ben 303.485 persone hanno beneficiato dei servizi mensa e sono ben 3.764.765 i poveri che nel 2013 hanno avuto assistenza con pacchi alimentari. In queste condizioni solo dei folli possono aprire le frontiere indiscriminatamente a gente che peraltro non è sempre riconoscente come invece dovrebbe.

Oltre ai danni  alle violenze registrati in alcuni centri di prima accoglienza ci sono anche episodi che hanno il sapore della beffa. il 25 ottobre 221 “naufraghi” siriani salvati in mare da un mercantile si sono rifiutati di sbarcare a Malta. Volevano andare in Italia per tentare di raggiungere illegalmente altri Paesi Ue. Sono stati accontentati e sbarcati a Catania. Su molti clandestini i controlli sanitari sono sommari o inesistenti, di certo inadeguati mentre, come ha candidamente ammesso l’ammiraglio Filippo Maria Foffi, comandante della squadra navale, i clandestini non vengono neppure obbligati a farsi identificare. 

Parlando in una conferenza organizzata dall'Ecre (il Consiglio Europeo per i Rifugiati e gli Esuli) Foffi h detto che “non possiamo da un lato salvare della gente che sta annegando e dall'altro costringerli con la violenza a essere identificati. Ci sono regole a livello di Unione Europea che sono ferree, ma poi c'è la realtà. Noi salviamo vite in mare e poi chiediamo agli immigrati di farsi identificare, facciamo loro delle foto, ma se non vogliono farsi identificare non li costringiamo. D'altro canto il diritto comunitario è paradossale in tal senso: c'è un siriano che, per esempio, ha un fratello, una sorella o un genitore in Svezia, lì ha una casa, un posto letto, una famiglia, un lavoro, un sostegno economico. Ma per la Convenzione di Dublino lui dovrebbe essere identificato in Italia e non potrebbe lasciare l'Italia per un altro Paese. E' normale che non voglia farsi identificare no? Noi ci atteniamo all'obbligo di salvare vite sancito dal diritto internazionale, poi per l'identificazione ovviamente incoraggiamo i migranti a farlo, ma non li costringiamo di certo con la forza".

Il fatto che la Marina Militare consenta ai clandestini di eludere le leggi italiane e comunitarie è già di per sé grave e spiega perfettamente perché in Europa diffidino di noi ma l’aspetto paradossale è che nessun cittadino italiano può sottrarsi alla richiesta di identificazione mentre un immigrato clandestino ha evidentemente la facoltà di scegliere. Che termini domani o venga prolungata, la farsa di Mare Nostrum è solo uno degli esempi più eclatanti del crollo di ogni residua credibilità dell’Italia sommersa da clandestini che altri Paesi della Ue si rifiutano di accogliere. Come Malta o la Bulgaria che ha respinto profughi siriani in arrivo dalla Turchia sostenendo di non potersi permettere di assisterli poiché tanti bulgari versano in gravi condizioni economiche. Del resto in ambito Ue ogni Paese è sovrano e può decidere quale politica attuare di fronte all’immigrazione clandestina e in tema di solidarietà si sarebbe potuto fare ben altro.

Nel 1979 un gruppo navale italiano raggiunse le acque del Golfo del Tonchino per contribuire a soccorrere i boat-people sudvietnamiti in fuga dal regime comunista. La Marina portò in Italia un migliaio di persone integratesi perfettamente. Se Roma volesse oggi esprimere solidarietà verso popoli bisognosi potrebbe accogliere cristiani e yazidi iracheni cacciati dalle loro case dai terroristi islamici e riparati in campi profughi che l’inverno imminente renderà invivibili. Invece dei bisognosi e dei profughi di guerra l’Italia preferisce diventare complice dei trafficanti di esseri umani e accogliere chiunque abbia qualche migliaio di euro da spendere per pagare organizzazioni criminali che sono tra i finanziatori del terrorismo islamico.