Mancetta di Stato per imporre l'immigrazionismo
Continua la politica dei bonus del governo. Stavolta tocca ai Comuni che beneficeranno di 500 euro per ogni migrante ospitato. Ma quei soldi serviranno per altro, non per la loro gestione. E' la prova che il governo vuole insistere sull'immigrazionismo come risorsa per cambiare la popolazione. Non per gestire l'emergenza.
Il Governo Renzi ha deciso di proseguire con la politica delle mancette per tenersi buona la popolazione. Non bastavano i giovani o i lavoratori al di sotto di certi redditi. Adesso arriveranno bonus anche per il Comuni che si sono resi accoglienti con i migranti sbarcati in Italia con Mare Nostrum e Triton. E’ previsto in Legge di Stabilità ed è la dimostrazione se mai ce ne fosse bisogno che quella dell’accoglienza non è intesa come pia pratica cristiana, dato che il 90% dei richiedenti asilo viene poi rifiutato come semplice migrante economico, ma un interesse del governo a modificare la base sociale di un’Italia in deficit cronico di popolazione.
500 euro una tantum per ogni migrante sbarcato. A tanto ammonta la cifra che lo Stato garantirà ai comuni che ospitano i richiedenti asilo. Sommato per il numero dei migranti ospitati in suolo italico, 166mila, fanno 83 milioni di euro che si aggiungono al miliardo di euro che lo Stato italiano già stanzia e sborsa ogni anni per garantire vitto e alloggio ai richiedenti asilo. Nella legge di stabilità 2017 infatti sono stati messi a bilancio 100 milioni di euro che arriveranno a pioggia ai comuni definiti virtuosi. Quale parametro decide la virtuosità in oggetto? La capacità di integrarli? Neanche per sogno: il semplice dato numerico. Più migranti hai sul tuo territorio più sei virtuoso. In questa speciale classifica la Regione Lombardia e il Comune di Milano occupano le vette più alte con il maggior numero di migranti ospitati in rapporto alla popolazione.
Con i suoi 3000 migranti accolti, il 90% dei quali poi si è dimostrato o si dimostrerà semplice migrante economico, sotto la Madonnina arriveranno dunque 1 milione e mezzo di euro. Ma il provvedimento fa acqua perché il suo scopo è fumoso e non chiaro. Il governo dice che serviranno a incentivare l’assistenza.
Ma attenzione. Si tratta di soldi che i Comuni potranno spendere anche per altri scopi. Ad esempio l’illuminazione stradale o la manutenzione del verde. E’ la dimostrazione che il sistema Sprar che accoglie i migranti sul suolo italico copre abbondantemente il fabbisogno che oggi è fissato a 35 euro cad/die per ogni richiedente asilo. Qualcuno potrebbe pensare che i Comuni in questo modo vengano ricompensati per il disturbo che arreca loro l’ospitalità. Ma forse nessuno sa che di Comuni che mettono a diposizione strutture di loro proprietà per gestire in proprio i migranti se ne contano sulle dita della mano.
I Comuni in sostanza non ricevono un euro dalle prefetture dato che i migranti sono gestiti interamente da privati che il più delle volte sono cooperative sociali le quali grazie ai subappalti riescono anche a fare la cresta sul vitto e sull’alloggio. Perché allora “ringraziare” i comuni con questo bonus? Semplice: perché la gestione dei migranti sta diventando una problematica sociale di prima grandezza nell’Italia di oggi, altamente impopolare per un sindaco. Ne consegue che dare una mancia agli amministratori perché chiudano un occhio su un sistema di accoglienza che viola la legge italiana è indispensabile.
Anche perché le nostre navi militari sono diventate un servizio taxi a uso e servizio della causa e, si viene a sapere che ormai l’autorità fa fare d’ufficio a tutti gli sbarcati la richiesta di rifugiato politico ingolfando così le commissioni territoriali che provvederanno poi a scremare il grano dal “loglio”, cioè stabilire chi merita lo status di rifugiato, pochissimi (andiamo dal 15 al 10%) e dare il diniego prefettizio a tutti gli altri. I quali però avranno a disposizione ben tre gradi di giudizio prima di essere dichiarati a tutti gli effetti clandestini in suolo italiano. Intanto resteranno a carico nostro per molto tempo.
Un bel business dunque. Per i privati, ma adesso anche per i Comuni, che ormai sono strozzati dai vincoli di bilancio e per i quali anche solo 200mila euro per il “disturbo” possono fare comodo. Con questo bonus anche i Comuni dunque entrano nel business. Che provvederà con le sue strutture a creare il mito del profugo, tacendo sul fatto che solo una minima parte di chi sbarca in Italia verrà poi riconosciuto tale.
A questo punto la domanda sorge spontanea. C’è qualcuno che ha deciso di sostituire La popolazione italiana con popolazione straniera attraverso questo servizio taxi? Ma chi ha preso questa decisione? Chi l’ha ordinata? Sono domande che la politica dovrebbe iniziare a porsi seriamente perché è evidente che con questi “trattamenti” speciali il governo lancia un messaggio inequivocabile: accogliete, accogliete, qualcosa resterà. E a restare è il corollario che l’immigrazionismo è diventata ormai la prassi per giustificare politiche di questo tipo. In sostanza, lo Stato avrebbe potuto spendere quel miliardo e 100 milioni per attività di sostegno alla famiglia ad esempio, per invertire il saldo negativo tra nuovi nati e deceduti. Invece ha scelto di puntare sugli immigrati, non sembra esserci altra spiegazione.
La prova arriva da una voce molto amica al governo, per continuità ideale, che ha parlato proprio in questo senso, ma che in Italia non è stata praticamente ripresa. Nel corso di una recente intervista al giornale spagnolo La Vanguardia, Emma Bonino, ascoltatissima voce di certi ambienti europei, l’ha detto chiaro e tondo: “Bisogna cominciare a dire la verità ai nostri cittadini – ha detto – per esempio sull’immigrazione. Non è una questione di diritti, ma di interessi perché il declino demografico di molti Paesi necessita dell’arrivo di nuovi immigrati”.
Ecco spiegato qual è il trend. Invece di puntare sulla famiglia si punta sugli immigrati, la questione è molto semplice. Ed è davvero incredibile che a dire queste cose sul calo demografico sia un politico italiano di lungo corso, esaltato dai media mainstream, che ha dedicato la vita ad affermare il diritto dell’aborto, che guarda caso è la principale causa dello spaventoso calo demografico europeo. Ma certe idee devono camminare con la complicità di tutti, giornali e politica.
Ecco spiegato il perché di quel bonus ai comuni: il Parlamento non è mai stato coinvolto, a gestire la faccenda sono stati i governi che negli ultimi anni si sono succeduti e le burocrazie hanno fatto il resto. Il tutto contro l’interesse nazionale perché il servizio taxi della nostra Marina è sotto gli occhi di tutti. E i Comuni avevano iniziato ad alzare la cresta. Conveniva metterli a tacere subito con una mancetta di Stato.