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L'ANALISI

Ma il Papa non si tratta così

La trasmissione di Rai1 sulle domande al Papa è stato uno spettacolo sconcertante, per il modo in cui è stata condotta.

Attualità 22_04_2011

Si può usare il Papa per promuovere un programma tv? Purtroppo sì, si può ed è quello che è accaduto – addirittura nel pomeriggio del Venerdì Santo - nella trasmissione religiosa di Rai 1 “A sua immagine”, che dovrebbe fare proprio il contrario, servire cioè le parole del Papa. Sono ormai giorni che sui giornali si inseguono anticipazioni sulla trasmissione del Venerdì Santo: «il Papa risponde alle domande della gente», così viene presentata. E ovviamente c’è stata la sapiente diffusione di stralci delle risposte del Papa, o risposte integrali, sul terremoto in Giappone, sugli stati vegetativi, distribuiti sapientemente giorno dopo giorno. Così che tutta la Settimana Santa si è giocata su questa attesa per un evento unico, che sicuramente è stato seguito da milioni di telespettatori.

Che saranno però in gran parte rimasti delusi e contrariati. Non per le parole del Papa, precise e delicate come sempre, con la capacità di rispondere in modo comprensibile e ragionevole a ogni genere di domanda. Ma perché era chiaro che le parole del Papa facevano soltanto da marginale contorno a un programma che in gran parte si è svolto con ospiti in studio, con altre domande raccolte tra la gente che non avevano niente a che vedere con quanto affermato dal Papa. Così che le parole di Benedetto XVI si sono perse in un mare di altre parole, molto spesso inutili, anche per lo stile della conduzione, più adeguato a una tv commerciale locale che non alla rete ammiraglia della Rai. Per non parlare degli stacchetti che lanciavano le domande del Papa, che sembravano quelli della trasmissione Voyager o similari.

Uno spettacolo che a dir poco lascia perplessi, e che se da una parte rivela un uso spregiudicato della tv che non si fa scrupolo di usare il Papa, dall’altra ripropone la domanda sul modo in cui in Vaticano viene gestita l’immagine di Benedetto XVI. La partecipazione del Papa a un programma tv era un evento unico, che ovviamente avrebbe avuto una grossa risonanza. Era logico aspettarsi che i collaboratori del Papa avessero richiesto precise condizioni e garanzie, che avessero controllato la scaletta del programma e le intenzioni della conduzione. Invece si è avuta l’impressione che nulla di questo sia stato fatto. Né la dirigenza Rai si è evidentemente posta il problema di gestire nel modo migliore un evento del genere, tra l'altro mandato in onda in una fascia d'ascolto penalizzante. Sembra così che sia stata lasciata alla pura discrezione del conduttore di “A sua immagine” la gestione degli spazi del Papa, come se fosse un ospite qualunque.
Con il risultato sconcertante che milioni di telespettatori hanno potuto verificare.