L'Ue promuove la blasfemia e ignora il patrono Benedetto
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A nulla sono valse le proteste di numerosi eurodeputati contro la mostra blasfema promossa nella sede del Parlamento Ue che ritraeva un Gesù Lgbt, chiara provocazione anticristiana. Da tempo, intanto, l'euro parlamentare Procaccini (FdI) chiede invano che venga dedicato uno spazio adeguato al patrono d'Europa San Benedetto.
Si è conclusa ieri la mostra delle polemiche nella sede del Parlamento Ue. Nel palazzo istituzionale di Bruxelles sono stati esposti gli scatti di Elisabeth Ohlson che ritraggono, tra gli altri, un uomo vestito come Gesù circondato da bikers in tenuta sadomaso e una coppia di uomini nudi sdraiati su un letto a mo' di croce. La mostra è stata organizzata dall'europarlamentare svedese di Vänsterpartiet, Malin Björk che per l'inaugurazione ha inviato un invito ai suoi colleghi aggiungendo in allegato una delle due foto già citate e provocando le inevitabili rimostranze di alcuni di loro.
Contro l'esposizione ha preso posizione anche il vicepremier e ministro delle infrastrutture italiano, Matteo Salvini che ha commentato la notizia sui social parlando di "volgarità e mancanza di rispetto". Un altro esponente della Lega all'europarlamento, Paolo Borchia, ha preso carta e penna per manifestare il suo sdegno alla presidente Roberta Metsola. La missiva è stata sottoscritta da altri diciassette eurodeputati leghisti (su venticinque totali). Critiche sono arrivate anche dalla delegazione di Fdi, con Carlo Fidanza, Nicola Procaccini, Sergio Berlato e Vincenzo Sofo.
Quest'ultimo ha annunciato di aver chiesto formalmente - insieme ai colleghi francesi Nicolas Bay, François-Xavier Bellamy e allo spagnolo Jorge Buxadé - il ritiro di quella che ha definito "mostra blasfema anti-cristiana". Una lettera di protesta alla presidente Metsola è arrivata anche dall'eurodeputata polacca di Pis, Izabela Kloc per la quale non c'è dubbio che le "fotografie oscene siano una profanazione deliberata e premeditata di simboli e immagini cristiani" chiedendo spiegazioni sulle modalità con cui la mostra è stata autorizzata e osservando come questa vicenda dimostri che "alcune religioni possono essere liberamente offese mentre altre no" producendo un "atto di vera e propria discriminazione contro i cristiani".
L'iniziativa più rilevante è però quella ufficiale del gruppo Ecr, di cui fanno parte gli eletti di Fratelli d'Italia, che ha mandato alla presidenza del Parlamento Ue una lettera di riprovazione a firma dei due presidenti: l'italiano Nicola Procaccini ed il polacco Ryszard Legutko che è anche un noto filosofo. In essa, i due parlamentari hanno rilevato come "alcune delle fotografie presentate hanno lo scopo di offendere il sentimento religioso dei cristiani" e vanno ritenute "dispregiative per la nostra fede", oltre a poter "creare malizia tra i visitatori minorenni delle sedi del Parlamento". Procaccini e Legutko hanno ricordato che "i cristiani sono attualmente le minoranze religiose più perseguitate al mondo" ed hanno esortato Metsola a pronunciarsi "in modo inequivocabile contro qualsiasi forma di insulto a qualsiasi religione".
Dal canto suo, la fotografa Elisabeth Ohlson si è mostrata soddisfatta per le reazioni polemiche suscitate dai suoi scatti ed ha rilanciato di volta in volta gli articoli con le critiche che le piovevano addosso, bollando i detrattori come "fascisti". L'artista svedese ha difeso le sue opere incriminate sostenendo di aver voluto comunicare l'amore di Gesù nei confronti di chi è morto di Aids. Non c'era certamente bisogno di fare ricorso ad immagini dissacratorie che offendono la sensibilità religiosa dei cristiani per trasmettere questo messaggio. Ci ha pensato con ben altri esempi santa Teresa di Calcutta che aprì la prima casa d'accoglienza per malati di Aids nel 1985, tra i grattacieli di New York e la chiamò emblematicamente "Gift of love".
Dal momento che circa vent'anni fa la europarlamentare Marianne Eriksson si era vista rispondere picche alla richiesta di esporre le opere di Ohlson al Parlamento Ue, quello che è accaduto in questi giorni testimonia anche l'avvento di un clima diverso a Bruxelles per ciò che riguarda il rispetto dei simboli e dei contenuti cristiani. L'eurodeputato e vicepresidente di Vox Jorge Buxadé, definendo "disgustosa e miserabile" la mostra e biasimando sia l'autrice che la promotrice, ha espresso augurio che nella "prossima legislatura non sia possibile".
In attesa delle prossime elezioni europee che si terranno tra un anno, però, l'ufficio di presidenza del Parlamento Ue potrebbe parzialmente rimediare dando il via libera ad una proposta avanzata ufficialmente da Nicola Procaccini che ha chiesto di intitolare a Bruxelles una sala o un qualunque spazio a san Benedetto patrono d'Europa. Alla Bussola, il co-presidente del gruppo Ecr ha spiegato che l'iniziativa vuole far rendere omaggio al santo "non solo in quanto protagonista del cristianesimo, ma come riconoscimento al di là dell'aspetto religioso e che riguarda la civiltà occidentale anche laica dal momento che è grazie ai monasteri che i tesori dell'antichità classica furono salvati e tramandati fino a noi".
E' quello che cercò di spiegare, inascoltato, san Giovanni Paolo II quando nella sua visita al Palazzo d'Europa a Strasburgo del 1988 rivendicò come suo dovere quello di "sottolineare con forza che se il sostrato religioso e cristiano di questo continente dovesse essere emarginato dal suo ruolo di ispirazione dell'etica e dalla sua efficacia sociale, non è soltanto tutta l'eredità del passato che verrebbe negata, ma è ancora un avvenire dell'uomo europeo - parlo di ogni uomo europeo, credente o non credente che verrebbe gravemente compromesso".