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Dottrina sociale
a cura di Stefano Fontana

La decisione

Louisiana, nelle aule poster con i 10 Comandamenti

Alla base della nuova legge una motivazione storica e un’altra ecumenica. È un passo interessante ma insufficiente, perché bisognerebbe riconsiderare anche l’idea di libertà di religione.

Dottrina sociale 24_06_2024

Per legge le scuole pubbliche della Louisiana dovranno esporre in classe un poster con i 10 Comandamenti [vedi qui]. La motivazione di questa legge è prima di tutto storica: all’origine degli Stati americani ci sono state comunità religiose che si rifacevano ai Comandamenti. La seconda motivazione è ecumenica: ai Comandamenti farebbero riferimento le confessioni cristiane, gli ebrei e anche i musulmani. La terza è giuridica: dare in pubblico la preferenza per una confessione non significa che lo Stato ne preferisca una alle altre, come ha dimostrato una sentenza circa un allenatore di una squadra di football di una scuola che faceva pregare i suoi giovani giocatori prima della partita. Naturalmente si prevedono battaglie legali.

Questa decisione ha aspetti positivi, ma manca alla fine di un solido fondamento. Essa rimane concentrata sul principio del diritto soggettivo alla libertà religiosa, però i diritti soggettivi sono incapaci di auto-fondarsi, prescindendo da un diritto oggettivo. Il riferimento al diritto oggettivo chiamerebbe in causa il diritto naturale, ma in questo caso nascerebbero difficoltà per la concezione della libertà religiosa che sottostà a questa legge della Louisiana, dato che il diritto naturale di conoscere Dio e di aderirvi liberamente non riguarda un Dio generico e indeterminato ma il Dio vero, altrimenti si tratterebbe di indifferentismo religioso. In natura esiste un diritto, e quindi un corrispettivo dovere, di raggiungere con la ragione, fino a che si può, e con la fede, l’unico Dio vero. Questo è anche espresso nel primo dei 10 Comandamenti: «Non avrai altro Dio all’infuori di me».

Per religione naturale non si deve intendere una religione chiusa nella natura, non c’è un diritto naturale ad adorare falsi dèi, la religione naturale è originariamente già orientata a trascendere il piano solo naturale e, come espressione di una natura umana tesa al vero, essa mira a raggiungere non qualsiasi trascendenza, comprese quella mitica o immaginaria, ma quella del Dio vero. In altri termini le esigenze religiose presenti nella natura umana sono interne ad un ordine finalistico che conduce al vero Dio e l’uomo conferma la propria dignità quando percorre questa strada finalisticamente orientata.

Per questo, se la legge della Louisiana volesse andare ai propri fondamenti ultimi dovrebbe anche riconsiderare l’idea di libertà di religione su cui essa si basa. Insomma: un passo interessante ma insufficiente.

Stefano Fontana