Lobby Usa per rivoluzionare la Chiesa
Uno scambio di mail emerso da Wikileaks rivela l'ingerenza dell'entourage Democrat della Clinton per rivoluzionare la Chiesa Cattolica. Una lobby lavora per far slittare la Chiesa verso tematiche di giustizia sociale per una rivoluzione della dottrina e della prassi su persone Lgbt, contraccezione e l’aborto. E il portavoce della candidata Dem approva di buon grado.
Secondo qualche scambio di mail emerso da Wikileaks, e rilanciato da vari media alcune importanti figure del mondo democratico statunitense operano da tempo per rivoluzionare la Chiesa Cattolica. Non si tratterebbe di una operazione per far aumentare l’odio verso la Chiesa da parte di chi già non la può soffrire, ma si tratterebbe a tutti gli effetti della più classica operazione “cavallo di Troia”.
Nel febbraio 2012 Sandy Newman, presidente e fondatore di «Voices of progress», un gruppo di pressione che si occupa di cambiamenti climatici, migrazione e altro, inviava una mail a John Podestà, oggi capo della campagna elettorale di Hillary Clinton per le presidenziali (dal 1998 al 2001 era capo di gabinetto del marito, il Presidente Bill Clinton). John Podestà è stato anche co-presidente nella fase di transizione iniziale della amministrazione Obama ed è nel consiglio di amministrazione del Center for American Progress, pensatoio liberal molto influente con sede a Washington DC.
Sandy Newman, nel 2012, chiedeva al ben introdotto Podestà come “piantare i semi di una rivoluzione” nella Chiesa Cattolica. Il punto su cui far leva in questo caso era indicato nella contraccezione, ma l’obiettivo era molto più a largo raggio. Per Newman, si legge nel leaks, c’è «la necessità di una primavera cattolica, in cui i cattolici stessi domandino la fine di una dittatura medioevale e l’inizio di una democrazia e rispetto per la parità di genere [gender equality] nella Chiesa Cattolica». L’obiettivo è chiaro: rivoluzionare la Chiesa dall’interno, una pensata non proprio originale, ma sempre efficace. E per farlo bisogna mettere sotto pressione quei vescovi che resistono all’avvento di questa Primavera.
La risposta fornita da John Podestà dice sostanzialmente che si sta lavorando per quello. «Abbiamo creato per questo Alliance for the Common Good», si legge nella mail di risposta. «Ma penso che non vi sia la leadership per farlo ora. Allo stesso modo per Catholics United [altra associazione indicata utile allo scopo, nda]. Come la maggior parte dei movimenti di Primavera», sottolinea Podestà, «penso che questa dovrà avvenire dal basso verso l’alto».
Quindi questo scambio di mail mette in evidenza che si lavora per far slittare la chiesa verso tematiche di giustizia sociale, includendo ovviamente una rivoluzione della dottrina e della prassi sulle questioni etiche più delicate, vale a dire i diritti delle persone Lgbt, la contraccezione, l’aborto. Questi sono obiettivi che si ritrovano, più o meno chiari, nelle azioni di queste associazioni. Catholic United ad esempio ha sostenuto, anche finanziariamente, i candidati del Congresso che appoggiavano la discussa riforma sanitaria di Obama, quella che, tanto per capire, metteva in discussione la libertà religiosa in merito a pratiche quali la contraccezione e l’aborto.
Qualche commentatore oltreoceano, a proposito di questi leaks, ha parlato di un nuovo modo di risolvere l’affare della libertà religiosa, cioè ridurlo ai desideri della piattaforma democratica.
Altri scambi di mail, che risalgono al 2011, sono emersi da Wikileaks sempre su questo contesto. Si tratta di uno scambio, intitolato “cattolicesimo conservatore”, avvenuto tra John Halpin, esperto senior del Center for American Progress, e l’influente Jennifer Palmieri, oggi responsabile per la comunicazione di Hillary Clinton, allora presidente proprio del Center for American Progress. Lo scambio di mail raggiunge l’apice quando Halpin sottolinea che la presenza di molti cattolici tra i conservatori è segno di un loro fraintendimento della tradizione politica del cattolicesimo, anzi dice che il loro «è uno stupefacente imbarbarimento della fede».