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BANCHI ANTI-COVID

Lo strano caso dell’appalto da 45 milioni a una mini ditta

Tra le 11 aziende aggiudicatarie del bando sui banchi scolastici ce n’è una, la Nexus Made Srl, particolare: si occupa di eventi, ha appena 4.000 euro di capitale sociale e un dipendente. La Lega presenta un’interrogazione a Conte e solo dopo Invitalia annuncia il ritiro del contratto. Ma Borghi denuncia che c’è «o dolo o imperizia» e Salvini vuole l’intervento della Procura.

Attualità 09_09_2020

Può un’azienda privata che risulta avere un solo dipendente, per giunta in cassa integrazione, soddisfare una commessa statale pari a quasi 45 milioni di euro per la realizzazione, nel giro di poche settimane, di 180.000 banchi? Mancano cinque giorni all’inizio previsto della scuola in gran parte d’Italia, e questa è la domanda che sta gradualmente suscitando interesse nell’ambito della vicenda per la fornitura dei complessivi 2-3 milioni di banchi ritenuti necessari in tempo di Covid-19.

Tutto nasce da un’interrogazione presentata il 3 settembre da 14 deputati della Lega e diretta al presidente del Consiglio e al ministro dell’Istruzione. I parlamentari del Carroccio hanno fatto notare che tra le ditte aggiudicatarie del bando del commissario straordinario per l’emergenza - Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia (l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa) - risulta anche la Nexus Made Srl, con sede a Roma, una società che in base al bilancio d’esercizio del 2019 «fattura 400.000 euro». Stando alla sua visura camerale, il principale oggetto sociale della Nexus è «la diffusione, promozione, organizzazione e gestione di manifestazioni, eventi, fiere, congressi, mostre». Insomma, non pare proprio un’azienda specializzata in banchi scolastici. Sempre dalla visura si sa pure che il capitale sociale della Nexus è di appena 4.000 euro.

Ciò nonostante, la Nexus - come risulta dal contratto inizialmente stipulato con il commissario straordinario Arcuri, il quale alla scadenza del bando si è avvalso di una commissione di gara di sei membri - si era impegnata a fornire 180.000 banchi ad altezza variabile (20.000 entro il 12 settembre, 160.000 entro il 31 ottobre) alla cifra di 247,8 euro ciascuno. Totale: 44.604.000 euro. A seguito dell’interrogazione presentata dalla Lega e del risalto dato da alcuni (pochi) media, in primis la Verità, è emersa la notizia di un chiarimento da parte di Invitalia, che avrebbe «ritirato» il contratto con la Nexus, «perché mai perfezionato».

Invitalia ha inoltre spiegato che «la procedura di gara adottata (aperta, semplificata e d’urgenza) prevede che la stazione appaltante abbia trenta giorni di tempo per effettuare le verifiche di legge sia di tipo amministrativo sulla società, sia di tipo tecnico sui prodotti offerti. In caso di esito negativo, si può non concludere o risolvere il contratto. In particolare, le verifiche effettuate sui prodotti offerti dalla Nexus Made Srl hanno evidenziato che i banchi, di cui si è richiesto un prototipo, non corrispondevano alle caratteristiche indicate in sede di gara».

Ma la spiegazione di Invitalia non convince la Lega. In particolare Claudio Borghi, contattato telefonicamente dalla Nuova Bussola, ritiene «una scusa» la vicenda del banco-prototipo. «Se si legge il contratto, come motivo di risoluzione c’è, oltre al mancato rispetto dei tempi, la non conformità dei prodotti consegnati “in numero superiore all’1% della fornitura”. Non si parla di prototipo. Io sono convinto che il contratto con la Nexus, se non ci fosse stata l’interrogazione parlamentare, sarebbe andato avanti, compreso il pagamento dell’anticipo del 20% (quasi 9 milioni di euro, ndr) per la commessa dei banchi. In ogni caso, se fossi un pubblico ministero, manderei subito la polizia giudiziaria a verificare la storia del prototipo, in quanto un prodotto non conforme dovrebbe lasciare traccia: chi l’ha fatto, chi l’ha mandato e perché». Va detto anche che la Nexus Made Srl risulta priva di un sito Internet e non ci è stato possibile nemmeno trovare un suo numero di telefono.

Secondo Borghi, in questa vicenda «ci sono solo due possibilità. Una possibilità da vagliare, e questo può farlo solo la magistratura, è l’eventuale dolo, cioè se si è fatto scientemente qualcosa per sottrarre denaro pubblico. L’altra possibilità è l’imperizia, ma sarebbe comunque gravissimo perché bisogna considerare che per ora non c’è questa grande emergenza e che la scuola è chiusa da marzo, quindi il tempo per misure ragionate c’è stato». Continua il deputato: «In questo caso abbiamo 11 imprese aggiudicatarie di un appalto importantissimo e milionario, e non ci si è accorti di una società fantasma? Non è che ci volesse Sherlock Holmes, a noi è bastato fare una visura camerale da cinque euro». Qualunque sia la causa del misfatto, il rischio in vicende del genere è che si ripetano copioni - tra soldi pubblici versati a vuoto e contenziosi in corso - come quello della fornitura di mascherine (molte mai arrivate) alla Regione Lazio.

Tra l’altro, l’originario contratto di 19 pagine tra la Nexus e il commissario straordinario prevede il divieto di subappalto (la sua violazione è motivo di risoluzione contrattuale), «salvo formale autorizzazione espressa del Commissario». In pratica, dice Borghi alla Bussola, «sarebbe dovuta essere la Nexus a fabbricare i 180.000 banchi. È ancora più facile il controllo e quindi l’esclusione a monte dell’azienda, visto l’unico dipendente e visto che il contratto non prevede subappalti. E prima di firmare un contratto da quasi 45 milioni di euro devi aver fatto un minimo di controllo».

Amministratore unico della Nexus è Franco Aubry, sul cui nome sta montando un giallo nel giallo. Su Facebook risulta un “Franco Aubry” che si qualifica come elettricista presso «Sater 4 Show», una ditta che si occupa di «allestimenti elettrici - piccoli e grandi eventi», come si legge sul suo sito web, e ha più volte ottenuto commesse dalla pubblica amministrazione. Su Internet sta circolando una foto della cassetta delle lettere all’indirizzo della Nexus, in via Consalvo 2, su cui figurano i nomi di altre 50 società, tra cui la Sater 4.0 Srl. Secondo Borghi, il Franco Aubry amministratore della Nexus sarebbe la stessa persona che lavora per la Sater 4 Show Srl. Abbiamo contattato l’amministrazione di quest’ultima azienda per chiedere un’eventuale conferma su Aubry, ma un’impiegata ci ha spiegato di non poter rilasciare dichiarazioni aggiungendo solo di aver ricevuto nel giro di un’ora le telefonate di altri quattro giornalisti.

Nel momento in cui scriviamo non sono ancora stati resi noti i nomi delle altre 10 ditte vincitrici dell’appalto, la cui sorte rimane incerta. Invitalia, come riferisce la Verità di ieri, ha spiegato che sono in corso «le verifiche di tutti i contratti. Quando saranno ultimate renderemo noto l’elenco delle aziende che hanno ottenuto l’appalto».

Della vicenda si sta interessando lo stesso leader della Lega, Matteo Salvini, che ieri ha ricostruito i passaggi principali del caso nel corso di un’iniziativa elettorale in Toscana e alla fine, secondo quanto riporta l’Agi, ha dichiarato: «Facciamo un’interrogazione al ministro il 3 settembre e due giorni dopo hanno fermato l’appalto per problemi tecnici. Io con questi documenti vado in Procura della Repubblica e aspetto che qualcuno venga arrestato».